Favole antiche, morale attuale (parte VI)
Cari Amici & Fans, ecco a voi il sesto capitolo delle fiabe di Esopo e Fedro, vi auguro una buona lettura!!! (sempre con la speranza che la Saggezza degli antichi, ispiri la Sapienza dei contemporanei)
Il pipistrello e le donnole:
Un pipistrello cadde a terra
e subito fu azzannato da una donnola,
ma mentre questa stava per ucciderlo
la pregò di risparmiarlo.
Lei disse che odiava tutti gli uccelli
e che quindi l'avrebbe ucciso.
Allora il pipistrello le spiegò
che non era un uccello ma un topo,
e così ebbe salva la vita.
Tempo dopo cadde di nuovo
e un'altra donnola lo prese
e alle sue suppliche rispose che
odiava tutti i topi.
Allora il pipistrello spiegò che
non era un topo ma un uccello,
e anche questa volta ebbe salva la vita.
Morale:
Non bisogna ricorrere sempre agli stessi espedienti
ma adattarli alle circostanze.
(Esopo, 620 a.C.– 564 a.C.)
Le rane che temono i combattimenti dei tori:
Una rana, vedendo dalla palude le battaglie dei tori,
disse:
<<Ahimè, che rovina sta per venirci addosso!>>.
Un'altra le chiese perché dicesse così,
dal momento che i tori si battevano per la sovranità della mandria
e vivevano lontano da loro.
Rispose:
<<La loro dimora è separata dalla nostra e diversa è la loro razza;
ma chi sarà cacciato dalla mandria verrà a rintanarsi,
profugo, nei luoghi solitari della nostra palude
e ci calpesterà e ci schiaccerà con i suoi zoccoli duri.
È così che la loro furia ha a che fare con la nostra vita.>>
Morale:
Gli umili pagano per le guerre dei potenti.
(Fedro, 15 a.C. - 55 d.C.)