Filippo Scicchitano

Edgar Allan Poe, la candela consumatasi troppo in fretta...

2019-12-05 08:36:47

Quando si parla del genio, viene subito alla mente qualcosa di estremamente intelligente e brillante, eppure per la cultura araba e medio orientale, sia preislamica che islamica, il Jinn è un demone, capace di consumare le povere vittime, con la sua contorta e machiavellica cattiveria.

Lama a doppio taglio, lo stile affilato di Poe:

La prima raccolta di questo misterioso autore è intitolata “racconti del grottesco e dell'arabesco" questi due generi sono il marchio di fabbrica dello scrittore statunitense, da un lato tragedie infernali, con passaggi malignamente ludici e macabri momenti di puro terrore, dall'altro tuffi nel mondo della più sfrenata fantasia, dove tutto è onirico e visionario.

Ghiacciare il respiro dei lettori:

Il romanziere americano ha un solo obbiettivo, costringere chi lo legge ad avere paura, elevata a un livello mai visto, Edgar Allan Poe sfrutta la paura in tutte le sue forme, ossessione, infernali presagi, panico asfissiante, angoscia claustrofobica.

Il terrore, deve entrare nella pelle del "malcapitato lettore" e tenerlo legato al racconto fino alla sua conclusione.

Il cubo di Edgar:

Poe fonde il romanzo poliziesco con il giallo psicologico e aggiunge una trama dell'orrore, questo rende i suoi racconti unici, un primo modello di letteratura misteriosa, che si spinge nei meandri nella psiche umana.

L' irrazionale e il razionale si uniscono per essere guide alle difficilissime indagini, offrendo soluzioni di enigmi a prima vista irrisolvibili, chi osa entrare nel Mondo di questo autore, è obbligato a seguire queste indicazioni, deve comprende che l'irrazionale e il razionale non possono e non devono essere mai divisi, altrimenti si perde la partita e il giocatore finisce nell'oblio totale...

Idrofobia, la rabbia che consuma e uccide:

L' uomo che ha saputo addentrarsi nei recessi della mente umana, che ha unito il mondo del conoscibile con quello infinito e insondabile del mistero, si spegne per cause tutt'oggi sconosciute.

Allan è una persona tormentata, alcolista, tossico dipendente, ma non furono le droghe e neppure l'alcol a ucciderlo, la “leggenda” vuole che Edgar sia morto per causa dell'idrofobia, la comune rabbia, ma la verità al momento, è che la sua morte è un mistero. 

Non poteva essere diversamente, proprio come i suoi racconti, anche se il lettore giunge alla fine, convinto di avere svelato l'arcano, ecco che la trama si conclude e le ipotesi finali, diventano infinite...

Man at work:

Io appartengo a una stirpe nota per vigore di fantasia e ardore di passione. Gli uomini mi hanno chiamato pazzo; ma ancora non è risolta la questione se la pazzia sia o non sia l'intelligenza più elevata, se molto di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo, non scaturisca da una malattia del pensiero, da umori della mente esaltati a spese dell'intelletto generale. Coloro che sognano a occhi aperti avvertono molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte. Nelle loro grigie visioni essi afferrano squarci d'eternità, e svegliandosi vibrano intimamente allo scoprire di essere stati sul limitare del gran segreto. A tratti, imparano qualcosa della sapienza che riguarda il bene, e qualcosa di più sulla pura conoscenza del male. Penetrano, benché senza bussola e timone, nel vasto oceano della luce ineffabile”...
(Racconti del terrore, introduzione, Eleonora, Edgard Allan Poe)