Fabrizio Giordanengo

Acqua Sant’Anna: «Ora anche in Italia la cauzione sulla plastica»di Paola Pica15 apr 2020

2020-04-17 07:21:25

Ma perché noi in Italia non abbiamo la cauzione?«Deve essere introdotta per legge. Il nord Europa ce l’ha, la Francia dovrebbe farcela per il 2021, da noi nemmeno se ne parla. Ma se questo è il momento per ripensare a un modello di sviluppo più sostenibile, si può provare!». [email protected]

Quelle piemontesi di Vinadio celebrano la conquista di una leadership internazionale con 1,5 miliardi di bottiglie di Acqua Sant’Anna in un anno, in Europa solo la francese Evian della multinazionale Danone è a pari merito.

Qual è la sua proposta allora?
«La cauzione. Ossia attribuire alla bottiglietta vuota un valore, diciamo di 10 centesimi, perché questo è il prezzo individuato confrontandoci con altri grandi produttori e con l’esperienza di tanti paesi che hanno già introdotto questo principio».

Come funziona la cauzione?
«La bottiglietta vuota non viene gettata nella spazzatura, sia pure differenziata, ma introdotta in appositi contenitori collocati nelle strade, macchinette che restituiscono i 10 centesimi a bottiglia. Nessuno abbandonerebbe dei soldi per strada, così laddove la cauzione è in uso, nessuno abbandona più le bottigliette. E nel caso, ci sono persone meno fortunate che le raccolgono e mettono insieme qualche soldo. In Germania o nel Nord Europa non si vedono più bottigliette in giro».

Qual è poi il percorso della bottiglietta restituita?
«Viene riconosciuta da un codice a barre come plastica per alimenti, quindi fusa, quindi riprodotta e rimessa in circolazione infinite volte. Lo stesso sistema può essere adottato, in percorsi separati, da tutti i rifiuti “inquinanti”, dai contenitori dei detersivi agli pneumatici, alle tv rotte Se c’è un valore di cauzione, nessuno li butterà. Oggi la plastica non viene riciclata a sufficienza perché viene gettata via tutta insieme».

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