Essenza Femminile

L'amore è tutto nella vita

Essenza Femminile

L'amore è tutto nella vita

cosi' diceva lei ...

2021-01-20 11:20:17


“Perché io mi conosco e so che tornerò e vorrò vederti ancora…”
Così diceva ed era per lui come una promessa, 
una rendita d’amore sicura per l’incerto futuro.

“Perché io mi conosco e so che tornerò e vorrò vederti ancora…”
Così diceva ed era per lui come una promessa, una rendita d’amore sicura per l’incerto futuro.
Così l’aspettava ed era sempre tornata. Prima o poi. Un giorno dopo tanti mesi, a volte anni. Giungeva quella telefonata. Poche parole per chiedere: “Come stai?” e un pretesto, una scusa banale, una improbabile ricorrenza, una richiesta di aiuto, un motivo qualsiasi che potesse appena celare la sfrenata voglia di rivedersi e fare l’amore. Sognare e fare l’amore. E quando succedeva, erano notti infinite, di quelle in cui nevicano stelle d’estate e la luna sembra la vela di una nave lontana nell’immenso mare dell’universo.
Così lui immaginava una telefonata, ripensava a cosa dire, viveva come in apnea fino al momento di quel ritorno.
Con questi pensieri contava i giorni segnandoli sulle pareti del cuore.
Come altre volte, erano trascorsi molti giorni, mesi, forse anni da l’ultima volta. L’angoscia ti fa perdere il conto. E non vuoi pensare a quanto tempo è passato, come se potessi in questo modo accorciarlo.
“Cosa fai quando non siamo insieme?”. Era la domanda rituale che lei gli rivolgeva.
“Il palombaro.” Rispondeva lui. Una immersione nell’abisso più profondo della solitudine. Ma questa volta l’attesa era stata veramente lunga. Troppo lunga. Doveva riemergere prima possibile. Così cedette all’ansia quando a una prima telefonta scoprì che quel numero, che conservava dal primo giorno nella sua rubrica, non esisteva più.
Forse lo aveva semplicemente cambiato, forse era solo un disservizio o qualche altra diavoleria tecnica che crea questi blackout.
Blackout. Senza luce, senza energia, senza sapere quando e se sarebbe tornata.
Cominciò a fare cose che non aveva mai immaginato di poter fare. Cercarla come si fa per una persona smarrita avendo cura però di non invadere la vita di lei di cui ormai non sapeva nulla. Né si era mai permesso di chiedere alcunché. Quell’altra vita di lei non era sua, era come un’altra dimensione in cui lei poteva amare un altro uomo. Poteva essersi sposata. Poteva avere figli. Una seconda vita.
Una vita non ci basta mai, così cerchiamo infinite altre vite, percorriamo altre vie e, alla fine, non giungiamo mai alla meta. Nel crocicchio dell’esistenza occorre scegliere e andare fino in fondo. Sembra che non siamo più capaci di farlo.
In modo incomprensibile. Con l’infinita amarezza e la stessa gelida mano con cui il suicida infierisce su se stesso, non la cercò più.
Allora lei, in qualche modo, tornò. Come per reclamare il suo diritto su di lui. Per testimoniare il suo vero amore. Lei tornò.
Era notte fonda e lui era sul ponte di una grande nave. Sullo sfondo il mare su cui la luna distendeva riflessi d’argento. E una canzone risuonava in una grande sala, dove poteva scorgere alcune coppie impegnate a danzare sulle note di quella dolce musica. Lei apparve all’improvviso, da una scala laterale. Indossava un vestito lungo, bianco, molto elegante. E i capelli scuri erano la corona della notte sul suo viso di luna.