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GRANDE ARTISTA SARDA ♥♥♥ --- Maria Lai: Le severe regole di un’arte giocosa

2019-09-07 07:02:42

Le è bastato un nastro azzurro per legare una montagna e le case di Ulassai una per una e stringere in stretti nodi i suoi abitanti. Ha tenuto per mano il sole, ha distillato olio di parole, si è imbarcata su barche di carta...

Le è bastato un nastro azzurro per legare una montagna e le case di Ulassai una per una e stringere in stretti nodi i suoi abitanti. Ha tenuto per mano il sole, ha distillato olio di parole, si è imbarcata su barche di carta, tessuto gli scialli della luna, cresciuto alberi di miele amaro. Il percorso creativo di Maria Lai ondeggia tra opere nuove e storiche senza evidenti sbalzi cronologici. Ci sono, e c’erano, i luminosi universi di astri sul velluto, i paesaggi di sabbie, i libri cuciti e i libri di terracotta, le pietre che germogliano, i pani che lievitano.
Sono compatti, i pani di Maria Lai, non hanno preziosi ghirigori, non prendono le forme della festa: tondi moddizzosus da spezzare con le mani, una crosta dorata e una morbidezza nascosta. Impastare e filare, il forno e il telaio, il fuoco e il pensiero. Senza cesure e senza abbandoni, Maria Lai inventa e rielabora, seguendo suggestioni antiche e insieme i segni e i rumori di una realtà attuale di cui è attenta testimone e interprete. 
I cieli notturni delle Geografie si accompagnano alla visione della bianca spiaggia di Cea – la faccia chiara dei monti di Ulassai – telai vecchi e consunti si allungano fino a diventare nere torri, protesi combuste nate l’undicisettembre. I libri cuciti – tra le sue opere più struggenti – hanno pagine pesanti di tessuto, i fili forano la tela, bucano e rattoppano, si annodano, s’ingarbugliano e si liberano, formando una tessitura senza parole e senza alfabeto. Sono tattili, domestici e misteriosi e contengono il sapere e la memoria e il fervore delle mani. Piacerebbero a Claes Oldenburg i grandi aghi in acciaio con cui Maria Lai ha ricamato muri, arnesi giganti e acuminati che lei lascia infilati, come fanno le sarte quando riposano un po’. Sempre tornano i temi poetici di Cuore Mio e di sua madre Maria Pietra, del Dio distratto, del pastorello mattiniero e della sua capretta dal campanellino d’argento, delle janas operose come le dita delle donne, operose come le api che fanno il miele.
Il vero problema dell’arte non è realizzare più musei o spazi deputati a ospitare mostre e opere, quanto piuttosto di educare gli individui a interpretarla”, ha più volte affermato Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013), artista straordinaria scomparsa nell’aprile dello scorso anno all’età di 94 anni. All’artista è dedicata Ricucire il mondo, tre diverse mostre che ripercorrono il suo percorso, suddivise tra il Palazzo di Città di Cagliari, il Museo MAN di Nuoro e la Stazione dell’Arte a Ulassai.
I curatori hanno selezionato 300 opere: “Opere provenienti da collezioni private, enti pubblici, da familiari e amici. Un lavoro di ricerca ci ha permesso di ritrovare opere che si temevano perdute, di cui si aveva ricordo ma di cui non si sapeva la collocazione”, precisa Anna Maria Montaldo, curatrice delle mostra a Cagliari. Mostra che raccoglie la produzione artistica di Maria Lai tra gli Anni Quaranta e gli Anni Ottanta, dalle prime sculture in gesso e ceramica alle Terrecotte, i Pani, i Presepi, e i ritratti realizzati con pochissime linee, che mostrano la straordinaria sintesi espressiva raggiunta dall’artista.
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