ENRICA MAPELLI

Consulente Benessere #imaginemore

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LAMPASCIONI

2020-03-11 12:04:08

Sono i bulbi del Muscari Comosum, appartenente alla famiglia delle Liliaceae.

Il suo bulbo sotterraneo, simile ad una piccola cipolla dal gusto amarognolo, è assai apprezzato in alcune regioni dell’Italia Meridionale, in particolare Puglia, Sicilia, Calabria e Basilicata.


Infatti, è un prodotto agroalimentari tradizionale della Puglia e della Basilicata.


Per uso alimentare e proprietà curative, viene consumato, in modo simile alle cipolle, crudo in insalata, lessato e cucinato in diversi modi.


Detti anche lampagioni o giacinti dal pennacchio o cipolle delle serpi dai contadini del Sud Italia, sono consciuti sin dai tempi antichi, ritenuti un autentico viagra naturale dal poeta latino Ovidio che li consigliava nelle arti amatorie.


Spesso viene conservato sott’aceto o in agrodolce e servito come antipasto o contorno.

Il Lampascione era già conosciuto da egizi, greci e romani.

Nel I secolo d. C., le sue virtù furono sperimentate sin dal medico greco Galeno che lo prescriveva come diuretico, lassativo e depurativo e successivamente da molti altri scienziati dell’antichità fra cui Plinio il vecchio che confermava che quelli di Megara stimolavano al massimo grado il desiderio amoroso, tanto che i Romani offrivano lampascioni nei pranzi nuziali come cibo augurale per i poteri afrodisiaci. . 

Le sue qualità curative sono state confermate anche dalla medicina contemporanea.

Infatti al Lampascione sono riconosciute qualità diuretiche, emollienti ed antinfiammatorie, ed è particolarmente utile nelle infiammazioni intestinali e della vescica.


Sin dal passato, i bulbi vengono “consumati lessi con olio e sale o sotto aceto”; mentre, si dice, venivano fatte “frizioni con le foglie fresche sulle emoroidi”.


I lampascioni sono assai ricchi di Potassio, Fosforo, Calcio, Ferro e di altri molti altri elementi quali Manganese, Rame e Magnesio.

Contengono grandi percentuali di amido, oltre a saccarosio, fruttosio, glucosio e arabinosio.


I bulbi contengono, infine, mucillagini e gomme, dalle quali sono state isolate sostanze che sembrano possedere proprietà antinfiammatorie ed antimutagene.


I lampascioni, sono usati, infatti, oltre che nell’alimentazione, anche nella medicina popolare per le proprietà diuretiche ed emollienti e nella cosmesi per lenire pelli arrossate, secche e screpolate.


Un consumo eccessivo può essere causa di un certo meteorismo.


Ricchi di acqua, fibre solubili, flavonoidi e minerali, questi preziosi bulbi hanno proprietà lassative, contrastando la stitichezza, sono diuretici ed emollienti.  

Riducono il rischio di cardiopatie, sono ipocalorici (contengono solo 30 calorie per 100 grammi) pertanto consigliati nele diete, abbasano la pressione sanguigna, prevengono la formazione di trombi, stimolano l’appetito e le funzioni digestive.


Antinfiammatori, antitumorali, inibendo, secondo diversi studi, la crescita delle cellule cancerogene, contrastano il colesterolo cattivo, contribuendo a mantenere in salute il fegato e l’apparato cardiocircolatorio, i tessuti connettivi e le cartilagini e abbassando, grazie a saponine e pectine, la percentuale di grasso corporeo. 


Ma i lampascioni, secondo la tradizione pugliese, hanno altre proprietà insolite.


L’impasto ottenuto pestando un bulbo crudo, con l’aggiunta di pochissimo miele, favorirebbe la maturazione dei foruncoli, contrastando acne e impurità della pelle, mentre, in caso di pentole di terracotta lesionate, metà lampascione, fregato sulla crepa e fatto essiccare, servirà ad utilizzarle ancora per molto tempo!


Provare per credere! Tanti gli impieghi culinari.


I bulbi sono ottimi bolliti e conditi con olio e aceto, fritti, soffritti, alla brace o al forno, come ingredienti per frittate, zupe, arrosti di carne e piatti di pesce, conservati sott’olio per accompagnare salumi e formaggi, sotto forma di patè per insaporire le fette di pane bruschettato o i crostini.