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CAVOLETTI DI BRUXELLES
Un nome originale, quello di quest’ortaggio appartenente alla famiglia delle Brassicaceae (o Cruciferae): pare che la zona d’origine delle prime coltivazioni fosse proprio accanto alla città belga, da cui il nome cavoletti di Bruxelles.
Questi piccoli cavoli in miniatura non sempre sono amati, anche a causa dell’odore poco gradevole che emanano quando si cucinano.
Suggeriamo di tappare il naso e di inserire comunque i cavoletti di Bruxelles nella dieta, perché sono ricchi di proprietà incredibili per la salute e anche ottimi alleati se si vuole perdere peso!
Grazie alle loro caratteristiche nutrizionali e alla loro resistenza al freddo, i cavoletti di Bruxelles costituiscono un alimento funzionale determinante nella dieta delle popolazioni del Nord Europa.
Sono un po’ come gli agrumi per le popolazioni del bacino mediterraneo.
Rappresentano una fonte ricchissima di vitamina C, importante durante la stagione invernale in cui non vi è grande disponibilità di alimenti con le stesse caratteristiche.
Possiedono, inoltre, un ottimo contenuto di provitamina A e sostanze antiossidanti molto preziose per la salute dell’organismo.
La pianta dei cavoletti di Bruxelles è classificata in botanica con il nome di Brassica oleracea L. var. gemmifera.
Questi piccoli cavoli fanno parte della vasta famiglia delle Brassicaceae o Cruciferae, la stessa dei loro parenti più grandi, i cavoli, e dei cavolfiori, dei broccoli e della rucola.
Il loro nome comune, invece, lo devono al fatto che le prime coltivazioni sono state individuate proprio nei pressi di Bruxelles intorno al XIII secolo.
Tuttavia, sembra che la pianta sia originaria dell’Italia e che sia stata portata nei territori di conquista al seguito delle truppe legionarie romane.
I cavoletti di Bruxelles sono i germogli commestibili della pianta che si sviluppano in grappoli (fino a 30/40 per volta) disposti intorno ad un lungo gambo sotto le foglie (germogli ascellari).
Si raccolgono quando raggiungono un diametro di circa 3/4 cm.
A seconda della varietà possono assumere colori differenti, dal verde chiaro al verde scuro, ma anche rossi.
Sono molte le proprietà dei cavoletti di Bruxelles.
Contengono sostanze che aiutano il mantenimento dello stato di salute e di benessere del nostro organismo.
I cavoletti di Bruxelles sono moderatamente calorici, solo 37 calorie per 100 grammi di prodotto.
Presentano una abbondante quantità di sali minerali, soprattutto potassio, ferro, fosforo, calcio, zinco, magnesio e zolfo, anche se alcuni, come potassio e ferro, risultano scarsamente biodisponibili.
I cavoletti di Bruxelles sono un’eccellente risorsa di vitamine.
In particolare, la vitamina C, la E, la provitamina A (betacarotene), le vitamine del gruppo B (tiamina B1, riboflavina B2, niacina B3 o PP, e vitamina B6).
Questi ortaggi possiedono una quantità di folati (acido folico, anche detto vitamina B9) tale che con soli 150 g di prodotto completano il fabbisogno giornaliero medio di una persona adulta.
Anche le proteine e le fibre sono ben rappresentate.
A queste, si aggiungono importanti sostanze che, come le vitamine C ed E, svolgono un’azione antiossidante.
Si tratta dei composti fenolici: antocianine, flavonoidi, terpeni, cumarine e altri minori.
Tra i composti fenolici, i cavoletti di Bruxelles contengono soprattutto particolari metaboliti solfonati benefici, noti con il nome di glucosinolati, in misura superiore a quella delle altre Brassicaceae.
I glucosinolati vengono idrolizzati da un enzima chiamato mirosinasi, presente sia nelle stesse cellule vegetali sia nei batteri che compongono la flora batterica dell’intestino umano, dando origine alla formazione di diversi prodotti bioattivi tra cui, in particolare, gli isotiocianati.
Si è recentemente scoperto che proprio gli isotiocianati svolgono un’azione inibitoria in alcune fasi della formazione dei tumori, provocando o la morte cellulare programmata e selettiva o il blocco delle condizioni infiammatorie favorevoli allo sviluppo delle cellule tumorali.
Riguardo alla loro azione antinfiammatoria, studi in vivo offrono risultati promettenti anche sul ruolo degli isotiocianati nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
L’infiammazione, specie se cronica, ha un ruolo nell’insorgenza solo di queste gravi patologie.