TORINO, BIGLIE E CAFFE'

UNA CASA SUL MERCATO

Volevo una casa sul mercato,
e guardare le bancarelle.
Un balcone sul mondo vivo,
brulicante, affaccendato, pulsante
di quella vita che entra nel fiato.

Sente 'j maraje mercandé desgenà. 
Sentire la marmaglia contrattare disinvolta. 
Volevo la Torino viva e vera, 
da annusare ogni mattina.
Volevo il grido:”Ghiaccio, ghiaccio, ghiaccio…”,
dal carretto con i cavalli.
Volevo il caffè macinato lì, 
con le pinte di latte fresco…
Fresco che poi era panna per caffè. 

Volevo un bagno di umanità, 
un suono di voci ai vetri,
di finestre sul mondo.

Volevo la felicità della semplicità,
e la semplicità della felicità. 
I vetri rotti dai calci ai palloni, 
le biglie, e nascondino nei portoni, 
aperti, del borgo.

Volevo la neve che toglieva ogni suono,
che risvegliava un tempo per ogni sogno. 

Volevo una casa sul mercato, 
ma ora tutto è cambiato.


Lorenzo Nero