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ITALIA – QUEL PRIMATO CHE NON VORREMMO
Di male in peggio
Proprio oggi, 10 Ottobre, è uscito il rapporto UNICEF, che assegna all’Italia il primato per maggior numero di NEET , ossia: giovani che non studiano, non lavorano e non seguono nessun percorso di formazione.
Pensando al futuro del nostro Bel Paese, la faccenda è davvero triste e meriterebbe particolare attenzione dalla classe politica, perché è dai palazzi di Roma che può iniziare un’inversione di rotta, mettendo in atto quelle misure atte a favorire la preparazione dei giovani, sia nello studio che nel lavoro.
Il maggior numero di NEET si trova al Sud, segue il Centro e poi il Nord Italia; ma questa è una vecchia storia che conosciamo da sempre, come da sempre, sappiamo che: non è che i ragazzi del Sud abbiano meno voglia di lavorare o studiare, no, e che hanno meno possibilità di poterlo fare rispetto a quelli del Nord. E questa è una realtà.
Ma perché non si pensa di ripescare il vecchio Servizio Militare, ovviamente rimodernandolo … meno marce e più studio e lavoro, meno divise e più insegnanti, meno armi e più penne; innanzitutto servirebbe ad insegnare puntualità, educazione e disciplina, e poi, obbligherebbe al non essere: “fannulloni per forza”.
Certo che delle colpe, le abbiamo anche noi genitori, se i nostri figli si trovano comodi in casa e nullafacenti: troppi agi, troppi videogiochi, troppa TV e troppo di tutto.
Quello che deve far riflettere: è che il 47 % dei NEET italiani, ha un’età dai 25 ai 29 anni.
Come dicevo, l’Italia è il paese con il maggior numero di NEET in Europa, mentre la nazione che ne ha meno sono i Paesi Bassi.
Di questo triste primato, dobbiamo tutti provare la nazional-vergogna, e far si che non passi inosservato, perché peggiora di anno in anno.
Emanuele Bolla