Founder Senior
#PensieriSparsi: La Motivazione? Non ucciderla è più facile che resuscitarla
Ogni inizio ha in sé una carica di emozione che possiamo coltivare e trasformare in motivazione. E così forse sarà tutto più semplice.
"Non so se ho paura o se sono contenta" è stata l'ultima frase di mia figlia ieri sera prima di addormentarsi.
È l'emozione del primo giorno di scuola media.
E' il carico emotivo che accompagna ogni nuovo inizio.
È un misto di timore e voglia di avventura che dà la carica e che se ben sfruttato manterrà alta la motivazione. Un po' più alta, per lo meno.
Perché il problema di rimotivare le persone sul lavoro o a scuola è una costante, è un fatto comune, ma spesso ci dimentichiamo che 'coltivare l'emozione dell'inizio' è più facile che ricreare un interesse inaridito dalla poca cura.
E ricordiamoci che la motivazione non può essere infusa, versata come tè nella tazza vuota. E non possiamo neppure contare sulle leve esterne, come un regalo o un aumento, che gli effetti di questi premi durano poco.
La vera carica viene da dentro e dobbiamo preservarla e farla crescere come cureremmo una rosa in un bel giardino, dandole un terreno ricco di nutrimenti e un clima adeguato. E lasciando fiorire la bellezza che è in lei.
Cura per le persone, per le loro peculiarità, per i loro bisogni: ecco il terreno adatto per tutti.
E oggi a scuola la cura c'è stata.
"Volevo dire a tutti voi che vi capisco perché anch'io sono nuova qui. Sono arrivata solo pochi giorni fa da un'altra scuola, e sono stata accolta benissimo. Vedrete che tutti accoglieranno bene anche voi, state tranquilli" ha detto la dirigente.
La chiamerei 'empatia'. L'arma segreta dei leader relazionali.
E sembrerebbe semplice, ma non lo è: non è facile ricordarsi di quando siamo stati 'nuovi' noi. Eppure farebbe tanto bene a chi arriva un po' spaventato.
E del resto i neuroni specchio sono lì apposta, giusto? Attraverso di loro apprendiamo, comprendiamo e accogliamo.
Allora usiamoli.
Che dite?