Founder Senior
Le carezze digitali: costano poco e nutrono molto. Parola di Google!
Employee centered company, customer centered company... perchè non la facciamo più semplice e non ci diciamo che siamo tutte persone, tutte con bisogni di base simili, primo tra tutti il bisogno di essere visti, accettati, riconosciuti e (volendo esagerare) coccolati? Parola di Google!
Hai presente tuo figlio quando ti salta in braccio cercando carezze e coccole o ti mostra l'ultimo incomprensibile schizzo colorato e ti chiede: "Ti piace? Ti piace?"
E quando corre per la casa facendo piroette improbabili e grida: "Guardami! Mi guardi?"
Be', tuo figlio è in contatto con il suo sé più profondo, con il suo Bambino Naturale per dirla con l'Analisi Transazionale, e ti sta chiedendo attenzioni.
Ed è tuo compito supportarlo... e sopportalo! ;-)
E visto che hai già così tanto da fare non ti tedierò raccontandoti tutte le cose che ho letto sugli studi compiuti negli orfanatrofi. Ti dico solo che si è visto che i neonati hanno bisogno non solo di cibo ma anche di contatto fisico per crescere in maniera sana ed equilibrata. Hanno bisogno di coccole.
No, non ti tedierò, ma ti assicuro che è vero. Come è vero che i nostri bambini si nutrono di pasta e bistecche ma anche di nostri sorrisi e rimproveri.
Eh sì, perché in questa epoca di genitori-amici è necessario aggiungere che le attenzioni che diamo non devono necessariamente avere un contenuto sempre positivo ma posso essere anche interventi volti a correggere i loro comportamenti. Sono comunque unità di attenzione, sono tempo ed energie dedicate a loro, sono amore e riconoscimento.
Come quando la prof. di dà un 5 ma solo perché vuole che ti impegni di più ;-)
E noi adulti?
Pare proprio che non cambi poi tanto in noi: cresciamo, diventiamo grandi e seri, ci sudiamo lo stipendio e magari coordiniamo progetti o persone, ma alla fine abbiamo bisogno di essere visti e riconosciuti nel nostro valore.
Abbiamo bisogno di carezze, magari non fisiche (non da tutti, per lo meno), ma abbiamo comunque bisogno di ricevere attenzioni.
E se qualcuno è stato in aula con me in un corso di Gestione Risorse Umane lo sa bene.
Ed ecco che arrivo a Google, il mago del human centered business.
Cosa fa Google quando vuole che io mandi più foto? Me le chiede esplicitamente? Assolutamente no, perché potrebbe infastidirmi ed io potrei pensare: "Io faccio quel che mi pare, cosa vuoi da me?".
(Gli addetti ai lavori avranno capito da questa affermazione che dispongo di un Bambino Ribelle sufficientemente sviluppato. Ebbene sì, tutti noi abbiamo i nostri scheletri nell'armadio, e poi a volte serve anche quello, giusto?)
Ma torniamo a Google. Lui, invece di chiedere, visto che sa che siamo persone e che abbiamo fame di carezze, mi manda una mail dove mi dice che la mia foto del tipo strano con gli occhioni grandi è stata molto utile... che ha aiutato addirittura più di 100 persone... dico 100!
Ma quanto brava e buona sono io?!?
Un po' come quando il giorno del mio compleanno mostra le candeline accese sulla barra di ricerca. A me, capisci? Google fa gli auguri proprio a me?!?
Eh sì, reazioni infantili. O meglio, reazioni del Bambino Naturale che è in noi, che poi è la nostra fonte inesauribile di idee e di energia. Quello che ci fa vivere sereni, anzi: felici. Mica bruscoli!
E allora buona giornata a tutti e... buone carezze, digitali e non!