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«Vado a sciare in Adamello, vuole venire con me?»
Questa, almeno così si racconta, fu la telefonata diretta con la quale Karol Wojtyla (allora Papa Giovanni Paolo II, oggi San Giovanni Paolo II) invitò Sandro Pertini (allora Presidente della Repubblica, ex partigiano) a trascorrere una giornata di relax in montagna, sull'Adamello, nel luglio 1984.
Questo è il mio ricordo, piuttosto "laico", forse "da atea", quale sono, di un uomo che ho ammirato molto, che mi ha emozionato spesso e che ancora ci riesce, a quindici anni esatti dalla sua morte, avvenuta il 2 aprile 2005.
Era diventato Papa nel 1978, io avevo quattro anni e ricordo ancora il suo primo, breve discorso al balcone, appena dopo l'elezione, me lo aveva fatto ascoltare mia nonna ...
Credo che tutti ricordano con affetto il suo "se sbaglio, mi corrigerete" ...
A me era risultato subito simpatico, e lo è stato sempre: sono cresciuta con lui, è stato "il mio Papa", nel suo lungo pontificato mi ha accompagnata nella mia infanzia, nella mia adolescenza, fino all'età adulta.
Non sono qui ad analizzare il suo pontificato da un punto di vista religioso o politico, ma soltanto a condividere un ricordo semplicemente umano e "terreno" di un uomo che ha saputo comunicare e stabilire relazioni con tutti, credenti e non, probabilmente con un affetto e un'attenzione speciali per i giovani.
A me, che allora ero giovane, ha insegnato molto: ad esempio che un Papa e un ex-partigiano possono trascorrere una giornata insieme, rilassante e piacevole, godendo delle meraviglie della montagna (e poco importa, a questo punto, che questa montagna meravigliosa sia opera della natura o di un Dio) e che non sono le differenze di opinioni o di vita vissuta che possono impedire il rispetto e l'amicizia tra gli esseri umani.
Io avevo dieci anni nel 1984, l'anno della gita sull'Adamello, ed è stata una lezione importante per me, impartita nel modo più semplice ed efficace possibile, con i gesti, con l'esempio.