Emanuele Di Bella

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Burgio, il paese delle campane

2019-08-25 15:40:41

Assai antico e particolare per la produzione delle campane. Un'azienda qui è nata nel Cinquecento.

 Il paese di Burgio è nella zona di nord-ovest dell’agrigentino, facendo una prima sosta un po’ fuori dal centro abitato presso la chiesa, con annesso convento dei Cappuccini, dove si può ammirare una bella pala d’altare del XVII secolo, recentemente restaurata, dello Zoppo di Gangi che colpisce il visitatore innanzitutto per il raffinato cromatismo della tela e per la splendida cornice lignea.

Di notevole interesse anche le mummie, risalenti al XIX e XX secolo, raccolte in un locale attiguo alla chiesa: recentemente restaurate, le numerose mummie di notabili e prelati del luogo, meritano una visita almeno perché sono abbigliate nei tipici abiti dell’epoca.

Burgio è ricchissima di chiese (se ne contano ancora diciannove), ognuna delle quali racchiude tesori artistici di pregevole valore. La chiesa Madre, dedicata al patrono del paese S. Antonio Abate, di epoca normanna, ristrutturata agli inizi del ‘500, notevole è al suo interno la Cappella della Madonna di Trapani dove campeggia una statua di marmo di Vincenzo Gagini, della metà del XVI secolo, raffigurante la Madonna con il Bambino. La chiesa custodisce inoltre un venerato Cristo ligneo di autore ignoto risalente al XVIII secolo, proveniente dal vicino Santuario della Madonna delle Grazie nel bosco di Rifesi. Un’altra statua in marmo di Antonello Gagini, figlio di Vincenzo, si trova nella chiesa di S. Vito, quest’ultima meta di forte richiamo devozionale per i burgitani. Da ricordare anche la chiesa di San Luca, con il suo pavimento maiolicato del XVB secolo e la chiesa di San Giuseppe , notevole per gli stucchi e gli affreschi di epoca barocca che la decorano, come quelli che si trovano sulla volta a botte. A Burgio la storia, la cultura e il recupero delle tradizioni si lega al futuro. Il futuro di Burgio è rappresentato dall'artigianato artistico, dalle ceramiche per le quali Burgio è ben nota oltre la nostra provincia e per quello assai antico e particolare della produzione delle campane. La tradizione delle ceramiche burgitane deriva da quella calatina e risale alla fine del ‘500.1 suoi colori sono il giallo paglierino, il bruno manganese e il verde ramina. Pezzi di tipica ceramica burgitana - utensili di cui si è dimenticato o addirittura si sconosce l’uso quotidiano come gli «ugliarola» (porta-aglio), le «graste» (i vasi), i «satireddi» e così via - sono arrivati a far bella mostra di sé anche a Strasburgo, in occasione del semestre di presidenza italiana all’Ue e hanno inoltre vinto numerosi concorsi a livello nazionale, come quello di Abissola, in Liguria, dove si sono piazzate al terzo posto.I ceramisti, come tutto gli artigiani di eccellenza, sono una categoria in via di estinzione e per questa ragione l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Merlino ha in programma di attivare una serie di corsi professionali per riportare in vita questi mestieri attraverso la formazione dei giovani.   L’affascinante trasformazione di un pezzo d’argilla in oggetti dalle varie fogge e per gli usi più svariati, si può osservare presso la bottega artigiana di Giuseppe e Palo Caravella, padre e figlio, i quali continuano a modellare e stagnare le ceramiche secondo le tecniche apprese dai loro avi e gelosamente custodite. Tutto ha inizio su un tornio fatto ancora girare con i piedi fino ad arrivare all’enorme fornace dove i pezzi vengono cotti e infine decorati ancora con colori naturali ricavati da erbe e sostanze minerali raccolte nella campagna burgitana. Altrettanto affascinante è il processo di creazione delle campane in bronzo presso la fonderia Virgadamo, attiva fin dal ‘500 e attualmente l’unica dell’Italia meridionale.

La bottega artigiana, presso la quale vengono realizzate tutte le fasi di realizzazione delle campane dalla modellatura alla sformatura, è attualmente diretta da Luigi Mulé Cascio, nipote di Mario Virgadamo.

Anche qui le campane vengono create seguendo una tradizionale e complessa progettazione e realizzazione. Una campana Virgadamo, di forma ottagonale, è stata donata nel 1993 al Papa in occasione della sua visita ad Agrigento. Il Papa gradì il dono a tal punto che sistemò la campana nella sua sala da pranzo dove, ogni giorno, viene suonata ad ora dei pasti per indicare appunto che è il momento di mettersi a tavola. Una copia della campana donata al Papa campeggia all’entrata della fonderia e viene mostrata a tutti i visitatori dal giovane artigiano con comprensibile orgoglio.

Ma a Burgio non mancano nemmeno i palazzi storici e un castello, di origine araba, nel cuore dal centro storico da cui si è sviluppato il paese. E se, infine, tra una tappa e un’altra, un certo languorino assale lo stomaco, un bel “raviolo” ripieno di ricotta, cannella e cioccolata, di produzione locale, darà sicuramente l’energia giusta per continuare a percorrere le stradine di questo piccolo ma interessante paese dell’entroterra agrigentina.

Linda Criminisi, Agrigento Nuove Ipotesi, maggio-giugno 2004, n.3 p.26

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