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Leishmaniosi cane si può guarire ?

2021-06-21 08:04:36

Ruolo delle Citochine e S.I.

Leishmaniosi canina la risposta immunitaria





La risposta immunitaria nella Leishmaniosi canina

è di grande importanza perché serve a comprendere la patogenesi della

malattia e a capire come la risposta immunitaria può innescare un

modello di resistenza all’infezione. È noto che la principale risposta

immunitaria di tipo 1 è caratterizzata dalla produzione di interferone

gamma (IFN-γ),

dal fattore di necrosi tumorale e dall interleuchina-2. Questa risposta

immunitaria ha attività anti-lesmaniale nei macrofagi.



Cane con leishmaniosi senza sintomi


I cani asintomatici hanno una risposta immunitaria di tipo 1 con produzione di citochine:


– interferone gamma (IFNγ) una citochina che fa parte della famiglia degli interferoni, è prodotto dai linfociti B e T attivati.




In uno studio è stato dimostrato che i cani infetti che
presentavano livelli elevati di interferone gamma avevano un carico di
parassiti inferiore rispetto ai cani infetti che non producevano questa
citochina.


– il fattore di necrosi tumorale (TNFα) una citochina coinvolta nell’infiammazione sistemica e prodotta principalmente dai macrofagi.




La risposta immunitaria di tipo 1 induce citochine, come
IFN-γ e TNF-α, predominanti nei cani asintomatici, dimostrano il loro
potenziale protettivo contro la malattia.


I cani infetti che presentano livelli elevati di IFN-γ
presentavano un carico di parassiti inferiore rispetto ai cani infetti
che non producono questa citochina.


I cani privi di questa citochina hanno sintomi clinici più gravi, con maggiore parassitemia.


Cane con leishmaniosi infetto





Al contrario una risposta

immunitaria di tipo 2 produce citochine (IL-4 IL-5 IL-10) ed in più il

fattore di crescita trasformante Beta (TGF-β) una proteina sempre del

gruppo delle citochine che svolge un ruolo importante sull’immunità e

sulla progressione dei segni clinici della malattia.


Questi cani manifestano un

modello comune nella progressione dei segni clinici, con gravità e

varietà di segni che aumentano con la progressione della malattia, in

cui la maggior parte dei cambiamenti clinico-patologici diventa evidente

dopo 12 mesi di infezione.



Come si comporta il sistema immunitario in presenza della leishmaniosi canina?


COME riportato sopra,

fin’ora, si è sempre detto che la predominanza dei linfociti TH1

determina l’infezione, quindi quando la bilancia immunitaria è spostata

verso una risposta TH1 avremo dei cani infetti ma privi di

sintomatologia, invece con una risposta immunitaria marcata verso i

linfociti TH2 il cane sviluppa l’infezione, quindi si ha

l’immunosoppressione.




Il cane resiste all’infezione da leishmania quando ha
una risposta immunitaria TH1, mentre quando ha una risposta a TH2 è
infetto dai parassiti e si ammala.


Un cane può essere positivo ma non avere i sintomi
clinici visibili della malattia, oppure al contrario può sviluppare una
forte sintomatologia innescata da un processo di immunodepressione.


Il ruolo del sistema immunitario nella leishmaniosi


 

Ultimi studi hanno permesso

di identificare che i cani con una risposta immunitaria verso TH2

possono andare comunque incontro alla formazione di immunocomplessi, di

granulomatosi, amiloidosi con una prognosi ugualmente infausta: immunosoppressione e morte.





Perché è importante bilanciare la risposta immunitaria?


Oggi non si può pensare di

rallentare la malattia soltanto con i farmaci, occorre obbligatoriamente

intervenire sulla modulazione del sistema immunitario affiancando le

terapie naturali, fitoterapia, micoterapia e non ultimo le interleuchine low dose, che hanno il compito di regolare appunto la risposta immunitaria e la bilancia TH1/Th2.





Il ruolo delle citochine pro-infiammatorie e anti-infiammatorie

L’interazione parassita-ospite modula:

  • L’infezione da Leishmania
  • La risposta immunologica
  • La risposta infiammatoria


Quando il cane ha una risposta immunitaria TH1 vi è una produzione di citochine Pro-infiammatorie:


  • Interferone gamma (IFN-γ)
  • Fattore di necrosi tumorale (TNFα) – citochina
  • coinvolta nell’ infiammazione sistemica principalmente prodotta dai
  • macrofagi. Questa citochina induce febbre e forte infiammazione.
  • Interleuchina IL-12


Le principali citochine pro-infiammatorie sono TNF-α, IFN-γ, IL-1, IL-2, IL-8, IL-12, IL-15, IL-18 e IL-17



Al contrario quando vi è una risposta immunitaria TH2, le citochine che intervengono sono Anti-infiammatorie:

  • Interleuchina IL-10
  • Interleuchina IL-4



È importante sottolineare
che negli ultimi studi condotti sulla Leishmaniosi canina, è stata
dimostrata una frequenza molto alta di citochine Pro-infiammatorie che
porta a delle lesioni più importanti nel tempo.


Quindi una risposta
immunitaria che non viene in modo corretto controllata, porta alla
infestazione, alla comparsa di sintomi gravi e danni ai tessuti.


Ad oggi, quasi tutti gli

studi hanno sottolineato che è la risposta immunitaria TH1 che controlla

la malattia, questo non è sempre un concetto fermo e rigido, in quanto è

invece l’equilibrio tra citochine pro-infiammatorie e anti-infiammatorie che determina l’esito della malattia.






In un altro studio in cani infetti ma

clinicamente sani da 6 mesi, è stata riscontrata la citochina

pro-infiammatoria  TNF-α, aumentata solo nel midollo osseo.


Per quanto riguarda le citochine

anti-infiammatorie / regolatorie, si è verificato un aumento

statisticamente significativo del Fattore di crescita trasformante beta

(TGF-β) nella milza e nel fegato.


Sempre nello stesso studio i cani

infetti da 16 mesi presentavano un aumento statisticamente significativo

dell’IFN-γ nel fegato e nel linfonodo popliteo, del TGF-β nella milza e dell’interleuchina IL-10 nel fegato.


Nel linfonodo popliteo c’è stato un aumento significativo del TGF-β e dell’interleuchina IL-10.


Lo studio ha valutato la risposta

immunitaria e il carico di parassiti di diversi organi in cani con

infezione da 6 mesi ma ancora clinicamente sani e in cani con infezione

da 16 mesi, dimostrando che l’infezione porta ad una

maggiore espressione dell’IFN-γ nella maggior parte degli organi

bersaglio e che viene mantenuta nelle fasi successive della malattia,

inoltre si è visto che misurare l’espressione delle citochine nella

milza o nel fegato non serve a nulla da un punto di vista prognostico.



Attivazione delle citochine e il carico parassitario



Il midollo osseo

tende a sviluppare elevati carichi di parassiti in un ambiente

prevalentemente pro-infiammatorio, caratterizzato da una maggiore

espressione di IFN-γ e TNF-α e nessuna rilevazione dell’interleuchina

IL-10. L’aumento di TNF-α nel midollo osseo, può essere dovuto alla

stimolazione della mielopoiesi e potrebbe fornire cellule progenitrici

alla milza che si attivano e contribuiscono alla formazione di

granulomi.


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