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STORIA DELLA GRECIA CLASSICA

2020-01-06 13:33:10

Articolo incentrato sulla politica di Filippo II in Grecia e della caduta delle poleis.

LA GUERRA SACRA

Quando nel 356 i Tebani convinsero i Tessali ad emettere una condanna contro i Focesi per aver coltivato le terre sacre di Cirra, si creò una situazione simile a quella avvenuta con gli spartani ai tempi della presa di Cadme.
In realtà la faccenda fu abbastanza più complicata a causa della presenza della Macedonia.

Innanzi tutto i Focesi, attaccati da Beoti e Locresi, si rivolsero a Sparta ed Atene che decisero di scendere in guerra.
Questi due schieramenti si scontrarono tra il 3555 3 il 354 ad Argolas dove Filomelo sconfisse i Tessali.
Tuttavia i tebani riuscirono a loro volta a sconfiggerli a Neon dove morì anche lo stesso Filomelo.
Fin qua la battaglia assomiglia alle solite dispute politiche ed egemoni tra le varie poleis greche.
La cosa però importante è l'ingresso di Filippo nelle vicende greche.
Quando i Tessali uscirono sconfitti ad Argolas, Fere tornò all'attacco delle altre città.
Queste, impaurite dai tiranni Licofrone e Peitolao, si rivolsero direttamente al regnante macedone.

Questa spaccatura creò il terreno adatto a Filippo di entrare in scena non come barbaro esterno alla cultura greca ma come uomo politico.
Infatti dopo aver preso Pagase ed ottenuto il titolo di tago dai Tessali, sconfisse i Focesi e liberò Fere.
Non solo ma riuscì anche a scendere fino alle Termopili, dove però si fermò quando vide gli Ateniesi sbarrare la strada.
Dopo la fine di questa guerra, nel 352, il Re Filippo II ottenne un successo politico e divenne a tutti gli effetti un capo di uno stato greco.
Questo immenso potere politico e militare, gli permise di ottenere il supporto necessario per completare il programma di Giasone di Fere.
Ovviamente questo suo espandersi lo porterà ad entre in conflitto con Atene e le altre città greche.

ATENE E FILIPPO

Nella immagine si può vedere la città di Olinto.


Dopo la guerra con gli alleati, Atene si stava riprendendo sul piano finanziario e cercò di mantenere un profilo pacifista per abbattere le ingenti spese di guerra.
Seppur a livello economico funzionò, la sua area di influenza calò drasticamente.
Anche se riuscì a conquistare Sesto grazie al Re tracio Chersoblepte, c'è una faccenda che rappresenta perfettamente la situazione interna ad Atene.
Si tratta della guerra di Olinto del 349 e della sua distruzione.

Naturalmente la perdita di un'alleato potente è già una sconfitta a livello politico ma lo spaccato che voglio raccontare brevemente è quello di Demostene.
Egli, nella Prima Filippide, cercò di mettere in guardia gli ateniesi dal pericolo macedone che veniva costantemente sottovalutato, portando alla luce sia la velocità decisionale del sistema macedone sia della lentezza decisionale della democrazia ateniese.
Questa decadenza di Atene si notò nel 353 quando l'assemblea si rifiutò di concedere i fondi per la creazione di un esercito da mandare ai Megalopolitani nella guerra contro Sparta.
Lo scenario si ripeté anche con Olinto.
Demostene cercò di convincere (nelle Olintiache) gli ateniesi a mandare una spedizione preventiva per aiutare la poleis alleata che, oltre ad essere una zona sicura per i commerci, era anche una città importante a livello strategico.
L'ennesimo rifiuto praticamente spianò la strada a Filippo che, senza grandi resistenze, la conquistò e la distrusse.
Solo nel 349, praticamente costretta dagli accordi difensivi, mandò una spedizione che però si rivelò tardiva ed inadeguata.
I rapporti si conclusero nel 346 con una pace bilaterale.

LA PACE DI PELLA


Una pace che riuscì a rendere Filippo una sorta di liberatore dai sacrileghi del santuario di Apollo.
Colpì duramente i Focesi, che dopo essere sconfitti, vennero multati e costretti a disperdersi nella Grecia facendo regredire le città in piccoli villaggi.
Una sorte durissima ma che potenziò la figura del re macedone.
Inoltre, con il sinedrio anfizionico mutato nella sua composizione, Flippo ottenne anche uno strumento giuridico per esercitare sulla Grecia legittime funzioni egemoniche.

L'ASSE DIPLOMATICA TRA FILIPPO/ATENE/PERSIA

Quando, nel 345, la Persia riuscì a domare le sanguinose rivolte in Fenicia e in Egitto, tornò ad interessarsi del mondo greco.
Il Re Artaserse III attaccò Ermia e fece cadere il mondo greco di nuovo nel caos.
Tecnicamente Filippo non era ancora interessato ad aprire un fronte contro i persiani, con i quali aveva oltretutto un buon rapporta, ma fu invitato da Isocrate a farsi promotore della guerra nazionale.

Il "dietro alle quinte" però fu un po' meno trasparente rispetto a come precedentemente raccontato.
Isocrate, e il mondo intellettuale, elesse Filippo come capo della spedizione più che altro per motivi politici.
Era probabilmente il più forte e preparato per una guerra del genere ma era un piano anche per distoglierlo dai suoi piani egemoni in Grecia.
Oltretutto Isocrate sfruttò questa opportunità per tamponare un problema sociale che stava deteriorando il sistema greco.
I mercenari, o soldati, che vennero licenziati dopo la caduta dei Focesi, andarono ad ingrossare la fila delle masse di apolidi impoveriti che vagavano per la penisola.
La guerra poteva, secondo lui, essere una buona valvola di sfogo per diminuire questa minaccia interna.
Un altro aneddoto legato a questo momento era la contrarietà di Demostene di allearsi con Filippo.
Nel suo discorso ai concittadine nel 344, egli parlò di Filippo come il vero pericolo della Grecia e che il Re persiano non era il "barbaro" del passato.
Egli spingeva per allearsi addirittura con il Artaserse III ma la figura di Filippo aveva già fatto pendere l'ago della bilancia a suo favore.

PARENTESI ILLIRA

Nel 344 c'è da mettere agli atti una guerra tra Illiri e Macedoni.
Filippo non ebbe vita difficile nello scontro e riuscì ad estendere i suoi domini anche su questa regione.
Tra il 344 e il 342 scese in Tessaglia per sedare una ribellione e riuscì ad espandersi anche in Tracia, portando il suo confine sulle coste del Mar Nero.
Poi finanziò diverse guerre regionali come:
-Sparta vs poleis peloponnesiache con regime democratico;
-Atene vs poleis oligarchiche in Eubea;
Inoltre attaccò Perinto.

Questa volta Atene si mosse e tentò di anticipare il nemico macedone con missioni diplomatiche.
Convince il Re persiano a difendere Perinto e mandò Demostene a cercare alleati in varie zone greche.
Demostene riuscì in poco tempo a creare una coalizione difensiva composta da: la regione di Eubea, Megara, Corinto, Ambracia, Corcira, Arcadi ed Achei.

Questo scatenò la quarta guerra sacra e vide questa Lega ellenica combattere il Re Macedone.
Nel 340 i Locrasi di Anfissa vennero accusati di essere sacrileghi e quindi da punire.
Questo mise in moto nuovamente lo scenario della terza guerra sacra con la sola differenza che in questo caso Demostene riuscì a portare Tebe dalla sua parte.
Dopo varie battaglie minori, si giunse allo scontro di Cheronea, in Beozia, dove i due eserciti si fronteggiarono.
I Macedoni, abili nell'uso della cavalleria (guidata in questo momento da Alessandro), riuscirono a sbaragliare l'esercito greco.
A differenza da quanto ci si possa aspettare, Filippo utilizzò sapientemente questa vittoria facendola praticamente risultare decisiva in Grecia.
Basti pensare che dividere Tebe ed Atene, permise a quest'ultima di mantenere i suoi territori intatti (da menzionare la perdita di Calcidica e al Chersoneso tracico).
Atene uscì dal conflitto praticamente intatta a livello territoriale ma isolata a livello politico.
Oltre alla perdita della nuova alleata, dovette sciogliere la Lega navale.
Nel Peloponneso anche Sparta non stava meglio.
Tutte le poleis filomacedoni, o che riconoscevano Filippo come diretto successore della politica antispartana, si allearono tra di loro, isolando la vecchia egemone.

LA FINE DI FILIPPO II

Nel 337 Filippo cercò di stabilizzare la Grecia così da poter dedicarsi alla spedizione contro la Persia.
Per farlo attuò un piano abbastanza semplice ma efficace, dovuto soprattutto alla divisione interna delle varie realtà greche.
La "carta di Corinto" è una istituzione nel mondo greco in quanto cercò di riunire i greci sotto una unica bandiera.
Ovviamente la bandiera era quella macedone e per unificazione si intende una sorta di alleanza totale come quelle spartane ai tempi delle guerre del Peloponneso.
La cosa funzionò molto bene anche perché la figura di Filippo aveva permesso ai fonti filomacedoni di insidiarsi al governo in quasi ogni poleis.

La spedizione avvenne nel 336 e Filippo organizzò un grande esercito di 10000 uomini guidati da Parmenione, Aminta e Attalo.
Tuttavia il Re macedone cadrà vittima di una cospirazione interna.

Immagine che raffigura il volto di Filippo II.

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