STORIA DELLA GRECIA CLASSICA
Articolo di spiegazione dello scoppio della guerra peloponnesiaca e della sua prima fase.
IL FRONTE GRECO
Dopo la pace coi Persiani, in Grecia si ebbe una grande destabilizzazione su piano politico.
Infatti la Lega Delio-Attica, nata per far fronte ai persiani, si trovava ora senza un vero scopo.
Subito parve, dai panni delle piccole poleis, uno strumento per soggiocare e opprimere.
Così nel 462 si ebbe un periodo di focolai tra il blocco peloponnesiaco e quello ateniese.
Questa precaria situazione portò, tra le varie difficoltà, ad una suddivisione delle sfere di influenza.
Tuttavia questa soluzione diplomatica non portò a dei veri risultati.
LA RIVOLTA IN GRECIA CENTRALE
I Focesi, alleati ad Atene, minacciarono la Doride, zona di interesse spartano.
L'obiettivo era il controllo su Delfi e questo nuovo conflitto di interruppe solo nel 446.
Inizialmente la faccenda svolse a favore di Sparta che, insieme ai suoi alleati, riuscì a sconfiggere la Lega D-A.
Tuttavia Atene riuscì a riorganizzarsi e a tornare sul campo di battaglia.
In due mesi sconfisse e sottomise tutta la zona, constringendo Delfi a sottomettersi ai Focesi e ad Egina di smantellare la sua flotta e a consegnarsi ad Atene.
Poi, con un pretesto, riuscì a far spostare il deposito monetario da Delo ad Atene.
La guerra per Delfi continuò ma Atene dovette affrontare anche un'altra insidia.
Nel 447 scoppiò una rivolta in Boezia che fece perdere alla polies il controllo sulla Grecia Centrale.
Questo portò anche ad una invasione da parte della Lega Peloponnesiaca dell'Attica.
Pericle dovette mettersi sulla diffensiva.
Solo nel 446, con una pace trentennale, la situazione si calmò.
Questa volta però la soluzione diplomatica funzionò bene e il quadro politico riuscì a trovare un nuovo equilibiro.
LA GUERRA TRA I DUE BLOCCHI
La Grecia cadde ufficilamente nel caos durante il 435, quando la situazione precipitò vertiginosamente.
Il precedente patto venne meno con i conflitti relativi a Corcira e a Potidea.
CORCIRA
Nel 435 la colonia corcirese di Epidamno cadde nel caos politico.
La città di Corcira, loro madrepatria, si rifiutò di intervenire per sedare la situazione.
Questo portò gli Epidamni a chiedere supporto a Corinto, la quale invece inviò aiuti.
Corcira però temeva di perdere la sua colonia e quindi la assediò.
Corinto si armò e passò all'offensiva.
Questo pericolo portò, seppur con grandi timori, a chiedere aiuto ad Atene.
La situazione era un po' caotica ma alla fine decise di intervenire ed inviare delle navi per bloccare ogni tentativo di incursione.
La battaglia ci fu lo stesso e Corinto stravinse ma non riuscì a far sbarcare le truppe.
Atene, salvando Corcira, aumentò il suo prestigio nello Ionio e portò nuovi alleati alla sua Lega.
POTIDEA
In questa situazione invece fu Atene a fare il primo passo.
Temendo un nuovo attacco di Corinto, minacciò Potidea di non accogliere i rifugiati di Epidamno e di abbattere le proprie mura.
Essa, accordatasi con Sparta, rifiutò e si alleò con altre poleis.
Questo portò Atene a sfuttare pesantemente le proprie risorse, muovendo tre spedizioni successive tra il 432 e il 431.
La città cadde solo nel 430.
Queste gravi crisi portarono ad una frattura insabile tra i due blocchi e questo spaccato di può vedere nelle testimonianze di Tucidide.
Un'altra faccenda spinosa per Atene era la questione di Megara, poleis portuale tra l'Attica e il Peloponneso.
Essa fu messa in uno stato di embargo economico da Atene in quanto accusata di aver accolto dei pericolosi fuggitivi.
Ovviamente era solo un pretesto ma questo era necessario perchè reputata amica di Corinto e quindi possibile alleata di quest'ultima.
Dopo vari ultimatum, Atene e Sparta erano ormai pronti a scende in guerra.
LA FASE ARCHIDAMICA
Questa primissima fase va dal '31 al '21 ed è nominata così per la condotta di guerra del Re spartano Archidamo.
Egli optò per delle spedizioni periodiche in Attica e con saccheggi sparsi.
Nulla che potesse impaurire Atene che, dopo aver chiamato la popolazione dentro alle mura, sopravvisse grazie ai suoi commerci.
Questa tattica era inutile ed Atene non avrebbe mai perso nè avrebbe mai accettato lo scontro su terra ferma.
Nel 430 però si ha uno sconvolgimento dei piani strategici di Atene.
Tramite le rotte con l'Egitto e l'Etiopia, arrivò la peste, o comunque una pestilenza, che , favorita dalle condizioni della popolazione ateniese, stroncò molte vite, compresa quella del celbre leader Pericle.
Nel 427 Platea cadde e venne distrutta, con la popolazione fatta schiava.
Si hanno poi la ribellione di Mitilene e di Corcira.
In entrambi i casi Atene vinse ma, grazie a Tucidide, abbiamo uno spaccato sulla società graca, la quale contrappose gli interessi personali a quelli comuni facendo cadere il rapporto interno delle comunità.
Questo momento fu il massimo splendore per la politica di Cleone che riuscì a trionfare sugli spartani e sui suoi alleati.
Nel 424 Sparta si porta di nuovo all'attacco con una nuova strategia pensata da Brasida, il quale voleva portare lo scontro fuori dai territori alleati.
Per fare ciò egli passò al contrattacco assediando e prendendo Anfipoli, che provocò la defezione dei Calcidesi.
Nel successivo tentativo di riprendere Anfipoli, caddero sul campo di battaglia sia Cloene sia Brasida.
Questo portò a delle trattative per una nuova tregua.
Gli alleati di Sparta però non furono soddisfatti e non sottoscrissero il trattato.
I Corinzi, ribelli ormai alla poleis peloponnesiaca, incentivarono varie ribellioni e la formazione di una lega peloponnesiaca antispartana guidata dagli Argivi.
Tuttavia, la grande differenza di forze, li condusse nel 420 a cercare un compromesso.