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STORIA D'ITALIA

2020-11-30 10:46:46

In questo articolo parleremo dei vari Imperatori Romani fino alla crisi del III secolo.

COMMODO (180-192)


Dopo la morte di M.Aurelio, con la conseguente fine della successione tramite adozione, abbiamo al trono suo foglio Commodo, avendolo legato a se già dal 166 per formarlo alla vita politica.

Tuttavia non sarà un Imperatore ben ricordato a Roma, più vicino ad un tiranno piuttosto che al principe al servizio dei cives.

In un primo momento egli era circondato da uomini fedeli a suo padre e che volevano aiutarlo seriamente ma la situazione mutò molto in fretta.

La condotta di Commodo era eccentrica, facendo propaganda sulla sua immagine grazie alle vittorie sia diplomatiche che militari ottenute sul fronte germanico.

Ovviamente la sua politica lo rese inviso ai ranghi imperiale, facendo nascere le prime congiure già nelle sue prime battute del suo mandato.

A fare le spese per primi furono sua sorella Lucilla e a Slavio Giuliano, oltre ad altri personaggi meno conosciuti.

Dal 182 al 185 il potere di Commodo venne esercitato da Tigidio Perenne, fedele di M.Aurelio, che avviò un piccolo periodo di pace e di efficienza nell'Impero.

Dal 185 al 188 toccherà a Cleandro che con l'inganno si fece designare per succedere a Perenne, portando a Roma un grosso cambiamento per i liberti.


Come detto Commodo non era ben voluto e questo anche per le sue incompetenze economiche che, per soddisfare i propri vizi, avevano prosciugato le riserve imperiali, costringendo ad applicare confische, processi di alto tradimento e vendita delle cariche.

Tutto questo a discapito del popolo che stava affrontando varie carestie e la peste (187-188).


Nel 187 abbiamo la morte della Imperatrice Crispina e di una grande serie di congiure che portarono alla morte Commodo nel 192.



SETTIMO SEVERO (193-211)


A questo periodo difficile però sopravvisse il nutrito gruppo di uomini fedeli a M.Aurelio che cercavano di portare avanti gli insegnamenti del vecchio regnante.

Per ciò grazie a Emilio Leto, prefetto del pretorio, e a Ecletto, venne nominato Imperatore P.Elvio Pertinace ma che ebbe vita breve a causa delle sue politiche che miravano a diminuire il potere dei pretoriani.

Settimo Severe apparve in questo momento di nuova instabilità politica e lo vide giocare astutamente sia con il Senato, raccogliendo l'eredità di Pertinace, sia con l'esercito, facendosi riconoscere dalle legioni occidentali e dell'Africa mentre il suo oppositore, Pescennio Nigro, consolidò la sua posizione grazie al supporte delle legioni orientali, delle forze armene e di altri principi clienti.


Per riuscire a consolidare il suo potere però doveva muoversi velocemente, cercando di ingraziarsi la plebe romana.

Dunque mosse contro Didio Giuliano in Italia ed attuò delle politiche simili a quelle di Cesare, permettendo nuovi rifornimenti alimentari a Roma.

Nel 194 mosse da Roma verso Oriente e ad Isso si scontrò con Nigro, sconfiggendolo e portando avanti azioni sia militari sia economiche per indebolire le resistenze.

Nel 195 abbiamo la sua elezione a Imperatore grazie alla autoadozione come figlio di M.Aurelio.


In un primo momento attuò diverse ondate di epurazione da nemici interni e soprattutto dello scontro con Albino, sceso dalla Britannia in Gallia.

Lo scontro fu duro e Severo decide di saccheggiare la città di Lione, centro operativo nemico.

La prima grande riforma sarà quella dell'esercito che porterà a :

-numero maggiore di legioni;

-nuova legione a Roma;

-aumento del salario per i miles;

-diritto di matrimonio durante il servizio;

-possibilità di avanzamento sociale;

-migliori condizione per i veterani;

-serie di migliorie ai limes romani;


Altra riforma sarà quella economica porterà avanti una politica indirizzata sia allo sfruttamento dei nuovi terreni sia della distribuzione gratuita di alcune nuove colture alla popolazione.

Questo porterà mutamenti anche in campo sociale, con maggiori diritti per donne e schiavi, e in campo giuridico, con l'apertura di "scuole" per la formazione di giuristi.

Morì nel 211 lasciando ai suoi due figli un arduo compito, quello di riportare l'Impero ai fasti d'un tempo.




CARACALLA (211-217) E GETA (211-212)


I due fratelli divennero entrambi Augusti nel 211, giurando a Settimo Severo di cooperare tra loro e di suddividersi i compiti.

Questo dimostra come la spaccatura vista nelle situazioni di instabilità, con un blocco occidentale contrapposto ad uno orientale, fu un primo problema da risolvere.

Per questo si parlava già ora di una suddivisione dell'Impero tra due Imperatori uniti però dal sangue o da altri fattori, in modo da continuare l'unità imperiale.

Tuttavia Caracalla fece eliminare nel 212 suo fratello, diventando unico Imperatore.


Il suo piano politico era basato sulla egemonia militare di Roma per creare un Impero universale su stampo di quello alessandrino.

Per ciò prima sistemò il fronte germanico firmando una pace con gli Alamanni, forse dietro ricompensa, e poi si portò ad Oriente per inserirsi in uno scenario di instabilità interna del regno partico.

Questo infatti stava subendo una lotta interna tra Vologese V e Artabano, fornendo a Caracalla uno spiraglio per la conquista del Medio Oriente.

Tuttavia Opillio Macrino, prefetto del pretorio, lo uccide nel 217 a causa del suo folle piano che avrebbe portato alla disfatta dell'esercito romano.


Durante il suo breve regno attuò una riforma monetaria, introducendo l'antoniniano che era una moneta argentea di un denario e mezzo di peso ma dal valore di due denarii.

Soprattutto però divenne famoso per l'editto con il quale concesse la cittadinanza a tutti gli abitanti nell'Impero, esclusi i dediticii ovvero i vinti di Roma, ma che porterà a gravi ripercussioni nell'ambito dell'integrazione, da sempre punto forte dell'organizzazione romana.


ELAGABALO (218-222)

Tra il 217 e il 218 troviamo sul trono Marco Opillio Macrino, primo Imperatore di origine equestre e divenuto tale grazie alla politica di mobilità sociale innescato da S.Severo.

Tuttavia il sistema romano, che considerava degni di coprire la carica imperiale ai soli "migliori", lo rigettò.

Elagabalo, tramite strani intrecci politici nati da un piano tra Giulia Mesa e le figlie Soemiade e Memea, riuscì a farsi eleggere Imperatore grazie al favore dell'esercito che lo riconosceva come figlio illegittimo di Caracalla.

Perciò sconfisse Macrino in Siria e nel 219 arrivò a Roma già da Imperatore.

Il suo regno fu abbasta strano per la mentalità romana in quanto affiancherà a quello imperiale anche il potere di sacerdote, su stampo dei sovrani orientali.

Anche se questo porterà molti sospetti e nemici, la nuova concezione della figura imperiale aprirà nuovi cambiamenti.

Nei vari campi invece Elagabalo non mise mano in quanto non interessato e lasciò grande spazio ai suoi fedeli, soprattutto liberti a discapito delle varie figure dei giurisperiti.


Morì nel 222 in una congiura organizzata dai pretoriani e dalla sua famiglia, venendo sostituito da Gessio Alessiano Bassiano, noto come Marco Aurelio Severo Alessandro.



SEVERO ALESSANDRO (222-235)


Anche lui giunse giovanissimo al potere, sostenuto dalla madre, ma con un piano politico ben delineato.

Gioverà alla sua figura senz'altro il suo rispetto per le tradizioni e del suo rapporto con il Senato.

Fu abile nella scelta dei suoi collaboratori, tra i quali giuristi come Modestino o intellettuali come Diogene Laerzio e Origene, quest'ultimo un cristiano che ci mostra come ormai la diffusione di questa religione fosse ormai ampia.


S.Alessandro si impegnò in una campagna di alfabetizzazione sia verso le città sia verso le campagne, offrendo opportunità anche ai liberti o ai giovani delle famiglie povere.

Inoltre promosse nuove competenze tra le figure degli amministratori dello Stato e con migliori condizioni per le scuole.

Per ridare slancio all'Impero inoltre si impegnò sia in ambito economico, con la diminuzione delle tasse e con la concessione di prestiti statali per dare un impulso alla piccola economia; sia in ambito edile procedendo con grandi lavori di manutenzione.


A livello militare però questa fase sarà molto delicata per Roma in quanto nuove minacce aprivano nuovi fronti.

Ad Oriente la dinastia arsacide lasciava il posto a quella sasaniide con Artaserse che si impegnò in grandi spedizioni contro l'Armenia, la provincia della Mesopotamia e la provincia della Siria.

Qua Alessandro riuscì a fatica a mantenere lo status quo ma perse l'Armenia, rendendo il limes orientale più vulnerabile alle pressioni nemiche.

In Occidente invece prese forza un nuovo moto di tribù barbariche, facendo pressione sul fronte del Reno e del Danubio.

Gli Alamanni tornarono in guerra con Roma e la pace venne cercata, invece che sul campo, tramite accordi, rendendo l'Imperatore malvisto dalle sue legioni che lo uccisero nel 235.

Questo causò un vuoto politico fino al 284.