STORIA D'ITALIA
Articolo dove affronteremo una prima parte di organizzazione statale voluta da Augusto durante la costruzione del Principato.
I POTERI DI AUGUSTO
Fino al 32 egli tenne il potere triumvirale, lo stesso che gli aveva permesso di viaggiare in giro per il Mediterraneo per scontrarsi con M.Antonio e i suoi seguaci, per poi assumere la carica di console che rinnoverà ogni anno fino al 23 AC.
Caduta anche questa carica egli passo all'imperium proconsulare che nel 19 trasformerà nel imperium allargato a potere consolare.
Questo era dovuto al fatto che Ottaviano aveva l'intenzione di assumere un potere che coprisse tutte le prerogative dei meccanismi di politica interna (non coperte dal potere proconsulare e neppure dal tribunacia potestas) per avere un pieno controllo sulla vita pubblica e dell'ordine a Roma e in Italia, soprattutto durante il periodo elettorale, il quale nella tarda Repubblica assumeva sfaccettature pericolose.
Questo permetteva di arrivare anche alla nominatio cioè alla accettazione dei vari candidati pubblici nelle sedi più importanti.
Inoltre sappiamo che poteva comandare anche le truppe urbane, agendo dunque legalmente anche entro il pomerium.
Augusto inoltre assumerà poteri di censore, nell'8 e nell'14 abbiamo la testimonianza tramite Rea Gestae, che attesta una crescita demografica paurosa dettata soprattutto da una rapida crescita dovuta al termine delle guerre civili.
Ovviamente questo venne permesso anche dalle nuove aperture dei commerci marittimi verso l'Oriente e di quelli terrestri verso la Gallia.
Fatto sta che dal 19 AC si può affermare che Augusto aveva preso, in vari passaggi, un imperium completo che gli permettesse di intervenire sempre e ovunque nei territori romani.
Egli era di fatto capo militare di tutte le legioni, sia che fossero guidate da suoi legati sia da proconsoli, assicurandosi la esclusiva possibilità di manifestare il Trionfo davanti al popolo.
A questo imperium completo dobbiamo anche avvicinare il concetto di auctoritas, una sorta di superiorità morale, che permetteva ad Augusto un potere superiore a tutte le altre cariche statali senza però porre evidenti strappi con la tradizione romana.
Tuttavia questo binomio tra auctoritas e imperium poteva essere anche la fine del Principato in quanto il successore avrebbe potuto "ereditare" solo il secondo, creando un pericoloso problema tra Res publica (ufficalmente restaureta e rimessa al Senato e al popolo nel 27 AC) e la nuova figura di principe.
Pe ovviare a questo Tiberio infatti sarà investito di imperium maius e di maior potestas, uno strumento per marcare definitivamente la superiorità della carica rispetto alle altre.
Augusto nel 23 assunse, accanto all'imperium, anche la piena tribunicia potestas (precedentemente aveva solo il ius auxilii) che conferiva inviolabilità (sacrosanctitias) e ulteriore auctoritas.
Questo percorso fu completato nel 2 DC dalla assunzione anche del pater patriae che lo elevava a padre della Patria.
LE VECCHIE ISTITUZIONI
La presa del potere di Augusto era comunque un processo che aveva come obiettivo quello di svuotare le altre istituzione senza tuttavia eliminare la struttura repubblicana tanto amata dal popolo.
Il segno di decadenza del potere consolare è attestata dai numerosi consoli suffecti, cioè sostituti, che troviamo dopo Augusto.
Era comunque una carica ambita per via del suo prestigio sia per la possibilità di essere assegnati nelle province romane come governatori.
La nascita del Principato, o dell'Impero, porterà alla morte anche le assemblee popolari che, pur avendo un potere legislativo, caddero lentamente in disuso.
D'altro canto anche le attività giurisprudenziali furono prima affiancate e poi sostituite da un gruppo di consiglieri.
Stesso decadimento lo avremo per la funzione giudicante dei comizi prima e della quaestiones perpetuae poi che lasciarono spazio quaestiones extra ordines.
L'unico organo che non perde potere è il Senato che anzi avrà nelle sue mani un potere crescente.
Esso infatti prenderà le funzioni delle istituzioni minori senza cancellarle ma allo stesso tempo sarà subalterno al Principe che potrà interferire ogni qualvolta che lo reputa necessario.
In conclusione il Senato raccolse tutto il mondo repubblicano difatti diventando potente ma perdendo ogni libertà di muoversi liberamente.
L'IDEOLOGIA
Un potere basato sulla auctorita abbiamo visto che necessitava di una preminenza etica riconosciuta ma a Roma non poteva nascere una ideologia basata sul potere personale in quanto le guerre civili furono una loro diretta causa.
La figura di Augusto ha bisogno di altro per passare da elemento privato ad elemento pubblico e questo avverrà tramite il concetto di famiglia o Gens.
Inoltre la possibilità di trionfo militare e di costruire monumenti pubblici rese Augusto al centro della vita urbana e della sua crescita.
La Gens dunque si trasformò e, distaccandosi dalla sua tradizione, divenne fondamentale per segnare una salda e duratura successione al titolo.
In un certo modo Augusto investì nella sua famiglia la sua auctoritas per permettere ai suoi successori di essere "degni" a ricoprire il ruolo di principe.
LE NUOVE STRUTTURE SOCIALI
Con Augusto abbiamo delle leggi importanti riguardo alle famiglie e al numero di figli che essi facevano.
Infatti venivano premiati i coniugi con privilegi sia in ambito pubblico che privato mentre si attuavano delle privazioni ai non coniugati e a quelli senza figli.
Questa politica era necessaria per la sopravvivenza del vecchio ordine in quanto le guerre civili avevano causato una forte contrazione delle nascite.
L'obiettivo era quindi quello di riportare questo fenomeno in positivo per mantenere stabili gli ordines.
Questi ordines avevano soppiantato la società centuriata, spostando il fulcro dal cittadino ad una struttura già riservata a certe funzionalità statali.
Ovviamente essi saranno posti sotto lo stesso Principe e indirizzeranno la società da un versante politico ad uno burocratico.
Altro obiettivo di questa politica era quello di mantenere l'ordo senatorio costante e quindi indispensabile fu la sua politica di "successione" dando la possibilità ai figli di entrare nel mondo della politica insieme ai padri.
Per sistemare il Senato inoltre effettuò delle espulsioni di persone indegne e con una revisione che porta il Senato a 600 membri.
Venne alzato anche la soglia minima per far parte del ceto senatoriale che passa da 400.000 a un milione di sesterzi.
Ci fu anche la concessione di alcuni privilegi come alcuni oggetti e vesti unici, il posto fisso a teatro o la possibilità di essere giudicati dal solo Senato, quindi da propri pari.
Altra rivoluzione la subì anche l'ordo equestre che mutò radicalmente durante il Principato.
Si passa da affaristi, appaltatori, commercianti e operatori finanziari a ruoli amministrativi vicini ad Augusto che verranno indirizzati nelle loro carriere.
Dal II sec questi, dopo un periodo di servizio militare, si suddividevano in tre grandi fasce: egregius (procuratori), perfectissimus (cavalieri) e eminentissimus (prefetto del pretorio).
L'ESTINZIONE POLITICA DELLE VECCHIE FAMIGLIE
Nonostante questi tentativi di rendere quasi ereditarie le cariche del Senato, le famiglie erano in grave difficoltà.
Era pratica comune che una famiglia giungesse al termine nell'arco di tre generazioni in quanto gli elevati costi di mantenimento sociale non permettevano di avere troppi figli che avrebbero inevitabilmente suddiviso il patrimonio.
Inoltre, come vedremo, avere troppi figli porterà a congiure che saranno tra l'altro la rovina di anche qualche famiglia imperiale.
Comunque questo non sempre un fattore negativo, portando a Roma nuove famiglie e nuovi aristocratici.
Dal II sec vedremo come questo verrà incentivato con l'apertura del Senato anche alle ricche famiglie provinciali.
Per adesso comunque si creerà una solida base di uomini nuovi fedeli sia a Roma sia al Principe, di fatto fautore delle loro carriere.
Paradossalmente in questa epoca ci sarà un numero maggiore di ascese in Senato rispetto all'età repubblicana, arrivando all'estremo con Adriano (44% di senatori provinciali).
Questa mobilità colpirà anche il ceto equestre e soprattutto una sua parte nuova: quella dei decurioni.
Essi erano i membri dei vari senati locali ed erano di tutte le estrazioni sociali seppur con 100.000 sesterzi di base per poter partecipare.