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STORIA D'ITALIA

2020-10-29 13:19:08

Articolo dove vedremo la "rivoluzione" del tessuto romano.

POLITICA E TRASFORMAZIONI SOCIALI

Dalla guerra sociale alla nascita del principato, la società romana ha attuato un rivoluzione su più piani.

Infatti, a livello politico, le guerre servili aprirono le porte agli italici per mischiarsi con il corpo sociale romano, portando nuove aristocrazie quasi sempre formate da cavalieri e affaristi.

Il ricambio ai vertici della dignitas fu un percorso molto difficoltoso all'inizio.

Dopo le vicende gracchiane, l'aristocrazia nobiliare si rivolse al potente gruppo dei Cecili Metelli, portando nel contesto alla egemonia di due omini che segneranno la storia: Gaio Mario e Cornelio Silla.

Con le famose riforme promosse da Silla ci fu una "contrazione" del sistema aristocratico che stava piano piano perdendo il suo potere, seppur lentamente.

L'allargamento della cittadinanza e il recupero democratico del sistema romano portarono la cerchia nobiliare a stringersi sulla figura di M.Porcio Catone.

Il 47 è un anno importante perché darà una scossa a questo mutamento portando ben 23 uomini nuovi al consolato nel periodo successivo, sintomo che le guerre civili avevano "disarmato" l'aristocrazia.

Tuttavia non si creò un nuovo ceto dirigente come aveva immaginato Cicerone ma si era aperto il periodo all'insegna dei dinasti, leader che sfruttavano i loro eserciti per aprirsi le porte del potere personale.


Se il processo di "rivoluzione" nei ceti della nobilitas è avvenuto lentamente, nella aristocrazia senatoria invece abbiamo uno scenario completamente differente.

L'aumento a 600 senatori aveva permesso agli italici di inserirsi nel tessuto politico romano, arrivando poi alle fazioni durante periodo di guerra civile.


Gli Equites invece saranno quelli più che subiranno più cambiamenti grazie anche alla legge Aurelia del 70, permettendo loro di poter tornare ai tribunali e quindi a costruire rilevanti patrimoni e, con le iterazioni con la controparte italica, di sostenere le municipalità italiche che saranno fondamentali nella lotta politica.


Anche la massa proletaria subì un cambiamento che la portava all'inurbamento o alla milizia.

In un caso rinnovava la plebe urbana, aumentando la corruzione in quanto il loto voto era facilmente manipolabile e meno legata ai mores repubblicani, aprendo così una crisi democratica.

Nell'altro caso invece i proletari erano assodati o si legavano a dei leader militari piuttosto che a Roma, sperando nella famosa assegnazione di terre per migliorare il loro tenore di vita.

I RAPPORTI PERSONALI

Anche il fenomeno della clientela si era modificato arrivando ad avere una natura vaporosa e meno radicata rispetto al passato, cosa che apre a nuovi risvolti.

Abbiamo infatti nuovi tipi di legame che vanno dalle associazioni, ai legami di comunanza di tribù, ai rapporti di vicinato, modificando anche l'approccio dei candidati.

Ora egli dovevano guardare ai municipi, alle colonie, alle prefetture e badare ai rapporti personali cercando nuovi amici per avere una base elettrice solida.

Questo ovviamente darà vita anche a reti di corruzione come l'offerta di banchetti, distribuzione di denaro o posti riservati a teatro.

Erano doni, anche legali in certi contesti come quello del banchetto offerto dentro la propria tribù, ma che crearono pericolose trame nella Repubblica, decretando una crisi dell'apparato democratico romano, sempre più facilmente manipolabile e instabile.

ECONOMIA

Nel mondo romano abbiamo una grande quantità di beni e quindi di prodotti dediti, oltre che per la mera sopravvivenza, anche per il commercio.

Ogni territorio conquistato apriva nuove frontiere per la diffusione della rete commerciale, seppur basilare ma che arrivava anche oltre i confini della stessa Repubblica.

Nel I sec DC abbiamo il consolidamento di una economia schiavistica su ampia scala che permetteva ai la nascita di grandi ricchezze con spese minime e ad un aumento di prodotti da commerciare.

Le attività agricole si evolvono e la sconfitta dei pirati permette anche viaggi marittimi lungo tutto il Mediterraneo, portando a Roma nuovi prodotti e beni di lusso.


Tutte queste ricchezze erano necessarie per le attività politiche in quanto era diffusa la pratica dell'esercito privato quindi con tutte le spese che esso comportava.

Ovviamente la diffusione di investimenti e l'aumento delle esigenze accrescevano anche fenomeni come l'usura e dei debiti che saranno un vero problema durante il periodo di guerre civili sul quale lo stesso Cesare dovrà intervenire.

Questo circolo aumentava dunque la necessità di nuove ricchezze con nuove espansioni territoriali.

Pompeo, con la conquista dell'Oriente, portava l'erario romano da 50 a 85 milioni di denari mentre Cesare, con le Gallia, fino a 95.

Le nuove conquiste poi attivavano un altro meccanismo, quello dell'economia amministrata, che si produce con l'approvvigionamento della capitale e dei meccanismi legati alle spese militari.


Nelle campagne l'attività dei latifondisti non scardinò quella dei piccoli che subirono invece un rinvigorimento grazie alle legge agrarie a favore dei veterani volute da Silla, Pompeo, Cesare e Augusto.

Questo permise l'aumento demografico e alla romanizzazione della penisola, segnando un incremento delle necessità e del movimento di prodotti.

Con Augusto si toccheranno i circa 5 milioni (non si sa se ai soli uomini maschi o anche a donne e bambini) affiancati da numerosi schiavi.


L'ITALIA MUNICIPALE

La già citata guerra sociale mutò anche il campo il significato politico e istituzionale delle province romane, portando ad una revisione amministrativa delle territorio.

La nascita dei municipia fu un processo abbastanza facile in quanto sfruttava il diffuso fundus fieri, alla base dei rapporti tra Roma e le città italiche.

Prima degli eventi del conflitto citato ad inizio paragrafo, questo era un potente mezzo giuridico che permetteva alle città non romane di adottare misure legislative romane, permettendo una solida cooperazione.

Divenne ora parte del processo che permetteva l'acquisizione completa del sistema giuridico-istituzionale.

Roma perciò decise di inquadrare questo fenomeno dentro a degli schemi quindi formare un assetto uniforme ma malleabile per facilitare l'ingresso di nuove realtà locali.


Nelle città latine e feoderatae acquisirono questo nuovo modello, e vennero amministrate da quattuorviri, due iure dicundo e due aedilicia potestate; i magistrati locali vennero rivestiti di potere giurisdizionale e anche questi erano dividi in due duoviri iure dicundo e due aedilicia potestate.

I magistrati superiori (iure dicundo) avevano il compito di tenere il censo ogni lustro.

L'assunzione di poteri giurisdizionali portò ad uno smaltimento dei distretti giudiziari dell'ager Romanus, ovvero le prefetture.

Nel senato locale (assemblea dei decurioni), il popolo era affiancato dagli ex magistrati con facoltà normatrice che si tramutavano in decreti.


Le prefetture nelle zone rurali invece vennero mantenute formalmente seppur cambiarono nome attuando il processo ma con molte difficoltà.

AUGUSTO

Avendo a mente questa rivoluzione del tessuto romano, i successivi passi voluti da Ottaviano dopo la vittoria su M.Antonio ci appariranno più chiari.

Egli infatti sfrutterà queste nuove dinamiche politiche e sociali per crearsi un grande numero di elettori e per rendere legale il suo potere personale senza modificare la struttura della Repubblica romana e ciò che essa rappresentava.