STORIA D'ITALIA
Articolo dove vedremo della evoluzione dello Stato romano tra Cesare e Ottaviano, con la nuova crisi e il nuovo triumvirato.
ASSETTO POLITICO POST-GUERRA CIVILE
Con Cesare l'integrazione di nuovi cittadini avveniva tramite meccanismi extraistituzionali, con gli Italici protagonisti di arruolamenti straordinari durante la guerra civile.
Spesso anche i singoli municipi prendevano posizione con i loro decreta per appoggiare l'una o l'altra parte.
A differenza di Augusto, Cesare non si fece consegnare i poteri in maniera pianificata e razionale ma furono concessi in maniera frettolosa e confusionaria.
Come detto i suoi ultimi anni lo videro sia coprire la posizione di dittatore della rei publicae sia quella di console.
Nel 48 abbiamo la concessione della tribunicia potesta a vita, con la possibilità di esercitarla ovunque, e di praefectura moribus nel 46 che gli dava anche poteri censori.
Divenne talmente potente da poter decidere di fare guerra o pace e di influenzare le elezioni di magistrati, ponendo nelle varie magistrature suoi fedeli.
LA LEGISLAZIONE CESARIANA
Con la presa del potere, egli cercò di soddisfare le promesse in campo amministrativo e sociale.
Innanzitutto fece alleviare i debiti tramite una legge del 49 che aiutava le fasce più povere a rialzarsi dal punto di vista economico.
Tra il 49 e il 46 si interessò a procedere con il ripristino dei diritti politici ai figli dei proscritti e degli esiliati.
Ripristinò i collegia ma dandogli delle funzioni ristrette per evitare che si trasformassero in milizie politiche come in passato.
Sempre in ambito sociale, egli si impegnò nella spinta espansionistica di nuove terre per sistemare i veterani della guerra, coinvolgendo anche i cittadini urbani bisognosi.
Questo portò ad una ripresa del sistema che si può notare anche dalle diffuse politiche di sviluppo urbano e dalle leggi sul lavoro per proteggere i cittadini che lavoravano nei campi, puntando a non farli rimpiazzare con i meno costosi schiavi.
Il Senato non venne cancellato ma venne ampliati fino a 900 membri di varie origini, tra cui anche di Italici.
Questo avvenne in quanto Transpadania e Cispadania vennero inserite nel contesto romano, concedendo la cittadinanza a tutti i loro abitanti.
LA FINE DI CESARE
Nonostante tutte queste migliorie, la sua figura di tiranno non era ben vista da tutti.
Il Senato, anche di impronta cesariana, aveva dentro sé delle sacche di ribelli che stavano tramando contro Cesare.
Questo portò figure come Marco Giunio Bruto, Decimo Giunio Bruto e Gaio Trebonio ad assaltare il Generale e ad assassinarlo alle Idi di Marzo del 44 nella curia di Pompeo.
La reazione fu abbastanza differente in base ai ranghi sociali che ci danno un importante spaccato della vita nella Roma tardo Repubblicana.
I più furiosi furono i plebei che accompagnarono il rito funebre e fecero innalzare un altare in suo onore (nasce la leggenda della cometa sulla tomba di Cesare) mentre i ceti più alti videro l'opportunità per ripristinare la Repubblica e la pace.
Antonio era il garante delle carte del testamento di Cesare e, con la legge Antonia, diede disposizioni mentre Cicerone concesse, con l'aiuto dello stesso breccio dx del defunto tiranno, l'amnistia ai cesaricidi, i quali dovettero comunque lasciare la città per evitare di essere uccisi.
La comparsa in scena del giovanissimo Gaio Giulio Cesare Ottaviano gettò lo scompliglio nella scena politica in quanto era del tutto estraneo e inadatto a raccogliere una così pesante eredità.
M.Antonio pensava di poter facilmente prendersi la scena e, con un cambiamento legislativo, si fece assegnare la Gallia Cisalpina, in questo momento sotto il potere di Decimo Bruto.
Nel 43 abbiamo l'assedio di Modena e questo costrinse Cicerone ad adoperarsi della figura di Ottaviano, sperando si poterlo facilmente manovrare.
Oltre alle legioni consolari di Aulo Irzio e Gaio Vibio Pansa, il Senato permise di investire di imperium anche Ottaviano, facendolo dunque partecipare nella guerra.
M.Antonio venne costretto alla fuga mentre i due consoli e Decimo Bruto persero la vita in circostanze misteriose.
A questo punto venne fuori la vera personalità di Ottaviano che decise di andare a Roma con l'esercito e farsi dare il consolato insieme a suo cugino Q.Pedio.
I due annullarono l'amnistia ai cesaricidi e organizzarono un tribunale speciale per condannarli, mettendo fine al clima di compromesso nato con Cicerone.
Dal versante opposto abbiamo invece la fortuita alleanza tra Antonio e Lepido che, riconoscendosi come uomini di Cesare, si unirono.
Ottaviano venne fatto incontrare con l'ex braccio destro di Cesare su iniziativa di Lepido e nacque una comune causa contro i fuggitivi, ora al centro delle vicende.
Prenderà dunque vita il secondo Triumvirato per prevedeva una ripartizione delle terre per permettere ai tre di mantenere gli eserciti, ponendo Ottaviano in Africa, Sicilia, Sardegna e Corsica; Antonio in Gallia Cisalpina e Comata; Lepido in Gallia Narbonense e delle due Spagne.
L'obiettivo comune era la liberazione delle terre orientali dal neo protettorato in mano ai cesaricidi.
Avvennero anche grandi liste di proscrizione che portarono alla morte circa 300 senatori e 2000 cavalieri, facendo partire giri enormi di confische.
Dentro questo vortice finì anche il celebre Cicerone che venne decapitato.
LA BATTAGLIA CONTRO I CESARICIDI E SESTO POMPEO
Seppur la minaccia in Grecia fu facilmente disinnescata dalle manovre di M.Antonio ed Ottaviano, la situazione generale rimase abbastanza instabile.
Una figura, quella di Sesto Pompeo, nacque con le liste di proscrizione che permisero a grandi numeri di dissidenti di vedere in lui un leader.
Egli riuscì ad esercitare pressioni alla stessa Roma con embarghi estesi grazie alla sua flotta e a dover scendere a patti con i generali del triumvirato.
Tuttavia la sua figura era di troppo e quindi venne assegnato ad Ottaviano il fardello di eliminarlo.
Il primo attacco fallì con la richiesta di supporto navale ad Antonio nel 37 mentre il secondo assalto fu delegato a Marco Agrippa che riuscì nell'impresa.
Il vuoto di potere lasciato in Sicilia fece gola a Lepido che, forse sottovalutato Ottaviano, mosse per occuparla.
Tuttavia Agrippa riuscì a respingere l'attacco e Lepido ben presto perse la fiducia delle sue legioni che defezionarono a favore di Ottaviano, il quale inglobò anche l'Africa romana nei suoi possedimenti.
LE MANOVRE ESPANSIONISTICHE PRIMA DELLO SCONTRO
Ottaviano e M.Antonio erano ora dunque padroni assoluti della Repubblica ma divenne presto motivo di scontro in quanto ognuno mirava a consolidare il proprio prestigio.
Se Ottaviano si impegnò in campagne militari in Pannonia e Dalmazia, Antonio sfruttò Tolomeo Cesare per governare l'Egitto e porvi il suo centro politico.
Infatti Cleopatra si unì al Generale romano dando alla luce due gemelli.
Dopo essersi aiutati nella faccenda contro Sesto Pompeo, le due figure tornarono nelle proprie terre per continuare le loro trame.
Partendo dalla Siria nel 36 Antonio partì per sfidare i Parti e vendicare la sconfitta di Crasso.
L'insuccesso iniziale fu causato dalla mancata presenza del re armeno Artavasde II che successivamente venne braccato e portato in Egitto dove fu ucciso, scatenando l'odio antiromano nelle terre armene.
Il tutto si trasformò in un successo e Antonio diede ai figli e ai suoi sottoposti poteri diretti in varie zone orientali, facendoli gestire come piccole satrapie.
Questo porterà allo scontro tra Roma e Antonio, visto ora come un tiranno orientale e non più come romano.