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STORIA D'ITALIA

2020-06-29 19:20:11

Articolo di introduzione alla nascita di Cesare su piano militare e politico, partendo dalla sua avventura come console fino al primo tentativo di sbarcare in Britannia.

Arrivati a questo punto siamo con una situazione critica a Roma con il Senato che non riesce più a reagire alle pressioni politiche dei vari generali mentre la frattura interna tra ceti sociali continua a crescere.
Pompeo e Crasso erano senza dubbio gli uomini politici più influenti nel panorama romano e la successiva ascesa di Cesare permise ai tre di applicare dei piani politici ben definiti.
Il primo triumvirato era un accordo totalmente privato nel quale si spartivano aree di interesse come cariche politiche e leggi da far approvare.
Cesare, il più spregiudicato, arrivò dal basso e riuscì nell'impresa di coprire il ruolo di console, applicando leggi agrarie a favore dei pompeiani.
Nei futuri articoli mi concentrerò sulla vita di questo personaggio per spiegare come egli riuscì a cambiare per sempre l'assetto romano.

IL CONSOLATO E LE PROVINCE


Nel 59 Cesare divenne console insieme a Bibulo con il quale non andava molto d'accordo.
Le proposte venivano quasi sempre bloccate e quindi dovette ricorrere ad azioni illegali per assicurarsi l'approvazione delle leggi agrarie e dei vari favori a Crasso.
Ovviamente i grandi oligarchi si indignarono di questa nuova legge ma i veterani pompeiani erano un'arma politica eccezionale.
Così si passò all'assegnazione che però vennero ostacolate in continuo, rallentando il processo.
Per rendere l'idea basti pensare ad un fatto particolare avvenuto nel Senato romano che vedeva protagonisti Cesare e Catone.
Cesare portò la proposta al Senato per chiederne un parere e quindi per poi farla votare.
Catone parlò fino al tramonto contro questa proposta, arrivando a costringere il console a farlo portare via impugnando il potere di coercitio.
Questa mossa non fu vantaggiosa in quanto molti senatori abbandonarono la seduta, portando Cesare ad un azione azzardata.
Decise che per scavalcare il Senato, avrebbe dovuto portare la legge ai comizi, i quali fecero passare la legge tra vari tumulti.
Per indebolire gli oligarchi, Cesare fece passare inoltre una ennesima legge che includeva il demanio per aumentare le terre disponibili.
La frattura tra le due parti era ormai al limite e senza dubbio il console avrebbe pagato le conseguenza rimanendo a Roma e quindi optò di farsi assegnare la Gallia cisalpina e l'Illirico.
Aveva finalmente a disposizione tre legioni ben scelte(tutti favorevoli a Cesare), avendo perciò una buona assicurazione politica in caso di mosse del Senato contro la sua figura.
Inoltre ottenne, grazie a Cicerone, anche la Gallia Narbonense e una ennesima legione.

POLITICA E GUERRA

Con l'ottenimento di queste ricche province, Cesare poté passare all'offensiva e cercò sostenitori a Roma.
Per farlo però avrebbe dovuto ottenere enormi ricchezze personali e perciò optò per la conquista della Gallia.


La G.Narbonense, essendo una terra di frontiera, era spesso attaccata da tribù barbare e ciò diventò un'arma politica che Cesare usò a suo favore.
Infatti fece girare voce che alcune tribù fosse determinate ad attuare un attacco verso la regione.
Il suo piano partì da Aquileia quando fece richiamare le tre legioni stanziate per attaccare gli Elvezi mentre attraversavano territori romani.
Oltre alle tre iniziali, Cesare ne reclutò altre 2 per aumentare i suoi ranghi e per essere pronto alla battaglia.
Con il supporto dei Sequani, la battaglia fu vinta facilmente dai romani e facendo crescere la fama del comandante.
Si trattava dei primi passi che resero Cesare uno dei miglior strateghi della storia.


Il neo governatore divenne inoltre idolatrato dai Galli romani che lo elevarono a protettore, raccogliendo i primi frutti del suo ben studiato piano.
Dopo aver sconfitto la tribù Suebi, Cesare iniziò la sua penetrazione in territorio in campo nemico.
Poteva contare su buone alleanze anche se mutevoli, tuttavia la Gallia rimarrà sempre un territorio instabile fino alla fine.
A Nord i Belgi avevano fatto fronte comune contro la presenza romana mentre nel 57 l'ex console, affiancato dai Remi, si scontrò con i Nervii. i quali opposero una grande resistenza.
Gli Atuatuci invece cercarono un accordo ma che venne rifiutato e perciò tentarono una sortita, finendo sconfitti e schiavizzati.
Il 58 e 57 furono anni fortunati per la campagna e il 56 si prestava a consolidare ulteriormente la figura di Cesare.
Il suo piano lo portò ad arrivare nelle regioni della Bretagna e della Normandia, affrontando i Veneti sia su terra sia su mare.
Poteva dunque considerarsi conclusa la campagna romana che però lasciava la zona ancora instabile.

IL SECONDO TRIUMVIRATO

A Roma la cosa stava prendendo una bruttissima escalation, con il Senato impotente ed impaurito.
Pompeo, Crasso e Cesare avevano le risorse per prendere la Repubblica sia pacificamente sia violentemente.
Nonostante tutto i tre si trovarono a Lucca per firmare un secondo accordo nel 60, che pareggiava le forze in campo con l'assegnazione della Spagna a Pompeo e della Siria a Crasso.
Oltre i tre, furono presenti alla firma anche un buon numero di senatori che non volevano essere esclusi da questo gioco di potere.
Riottenuta la possibilità di tornare in Gallia, Cesare poté contare anche su altre legioni per aumentare la sua forza.


Così si decise che era ora di attraversare la Manica per giungere in Britannia.
La fama di Cesare crebbe sempre più, anche grazie alle sue grandi gesta come l'attraversamento del Reno (fece costruire un ponte che era un capolavoro dell'ingegneria diventando il primo romano a passarlo) e lo sbarco nelle selvagge terre inglesi.
Questa campagna però fu deludente dal punto di vista militare in quanto si ritrovò senza cavalleria e con le tribù che si erano addirittura organizzate.
Nonostante tutto però a Roma le sue gesta era state accolte con stupore e con ammirazione in quanto nessuno aveva mai osato spingersi così lontano.