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STORIA D'ITALIA

2020-06-08 10:25:15

Articolo dove vedremo la figura di Spartaco e dell'arrivo in politica di Cesare e Cicerone.

LA GRANDE RIVOLTA DEGLI SCHIAVI

Contemporaneamente alla presenza di Pompeo in Spagna, in Italia la situazione stava peggiorando con una improvvisa ma enorme rivolta.
Il numero dei rivoltosi a Capua venne aumentato quando Spartaco iniziò a vagare per la penisola, reclutando anche liberti in povertà o persone che avevano subito ingiustizie da Roma.
Così, a capo di un enorme esercito, si mosse in lungo e in largo senza però mai avere un reale piano d'azione.
La presenza di Spartaco, che va dal 73 al 71, fu un grande problema per il precario equilibrio repubblicano.
Il Senato, deciso a sedare la rivolta, affidò l'Imperium straordinario a Crasso che diede battaglia a Lucania, uccidendo Spartaco e catturando un grande numero di ribelli.
Secondo le fonti poi vennero tutti crocifissi lungo la via Appia mentre i fuggitivi vennero affidati a Pompeo che li sconfisse in Etruria.
Un'ultima precisazione doverosa sulla figura di Spartaco è la reale motivazione del suo successo.
Non era un movimemento antischiavile ma un conglomerato di vari strati sociali con differenti obiettivi.
Molti membri della rivolta erano italici ai quali Roma aveva tolto i possedimenti con le varie leggi agrarie.
Inoltre c'erano la presenza dei liberti, infelici sul piano sociale ma non su quello economico, che testimoniano il grande processo di urbanizzazione delle varie zone italiche.
L'idealizzazione della figura di Spartaco come personaggio antischiavile avvenne nell'epoca moderna con i socialisti Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg.

RITORNO AL PASSATO

Nel 70 aC i due generali si trovarono alle porte di Roma con un Senato in grande difficoltà a causa delle spaccature interne e dei problemi sul confine orientale (fronte mitridatico).
Questo momento di debolezza permise ai due di farsi eleggere consoli, potendo dunque smantellare il progetto di Silla.
Infatti vennero tolte le restrizioni per l'iscrizione nelle tribù e venne riabilitato il potere delle cariche plebee.
Si passo poi nel lustro che va dal 70 al 75 ad un periodo di leggi democratiche per allentare l'enorme disagio sociale a Roma.
Con il console Gaio Aurelio Cotta abbiamo l'abolizione delle limitazioni che caratterizzava il tribuno della plebe dopo la riforma sillana.
Sempre questo console sarà poi promotore di una importante riforma dei magistrati che vennero divisi tra senatori, cavalieri e tribuni aerarii (non si sa molto ma probabilmente legati ai cavalieri).
In questo periodo fecero la sua comparsa anche M. Tullio Cicerone, questore in Sicilia durante il processo a Gaio Verre per la malversazione ai danni dei siciliani, e il giovane Giulio Cesare.

POMPEO E LE SUE MISSIONI AD ORIENTE

Come anticipato prima le difficoltà del Senato si estendevano anche al fronte orientale, continuamente minacciato dai mitridati.
Contro di loro vennero inviati i consoli M. Aurelio Cotta e L. Licinio Lucullo che, seppur con qualche vittoria, mantenevano la situazione in stallo.
Il tutto precipitò però con l'inizio di una nuova fase di pirateria che bloccò i fiorenti commerci e rallentò i supporti alle legioni.
Il Senato quindi doveva muoversi e il tribuno Aulo Gabino nel 67 promosse una proposta per l'assegnazione di un Imperium eccezionale, che dava al detentore la possibilità anche di nominare legati per condurre l'esercito e per l'ampiezza del campo d'azione in ambito militare.
Ovviamente ci fu una grande resistenza dell'aristocrazia ma, grazie alle figure dei nuovi optimates, il potere venne affidato a Pompeo.
Egli in soli 6 mesi condusse una straordinaria campagnia che estirpò la piaga dal Mediterraneo, permettendo ai mercanti una libera circolazione.
Inoltre venne poi dirottato nella guerra mitradica con una legge del tribuno Manilio nel 66.
In questi casi emersero le forti figure di Cicerone e di Cesare, due politici che segneranno per sempre la storia di Roma.

CICERONE E CATILINA

Il primo inoltre ottenne il consolato nel 63 grazie al sostegno del fratello Quinto.
La grande prova che Cicerone dovette affrontare fu però rappresentata dalla figura di Catilina.
Egli era un pericoloso individuo che, dopo aver perso ripetutamente le elezioni consolari, puntò tutto su un piano di rivolta in Etruria.
Infatti fece ammassare un grande esercito composto da ex sillani, italici e diseredati ma fu scoperto e violentemente attaccato da Cicerone durante una seduta senatoriale.
I capi della rivolta vennero uccisi mentre Catilina fuggi e tentò il tutto per tutto.
Nel frattempo anche Cicerone si mosse ottenendo un senato consultum ultimum per avere il via libera a inviare un esercito contro il nemico, sconfiggendolo a Pistoia.