STORIA D'ITALIA
Nel seguente articolo parlerò delle conquiste romane in territorio italico, preparando il terreno per le future guerre puniche che spiegherò prossimamente.
LA GUERRA TARANTINA
Roma entrò nella sfera meridionale dopo la caduta dei Sanniti, entrando di prepotenza nel delicato scacchiere politico che fino ad allora vedeva la Magna Grecia e Cartagine scontrarsi per i porti commerciali.
Gli improvvisi mutamenti a seguito della caduta della monarchia a Siracusa, dovuta a Agatocle nel 289, causarono un terremoto in tutta l'area meridionale.
Le nuove pressioni dei popoli osco-sabellici e dei Cartaginesi avevano convinto molte realtà cittadine a fare una alleanza.
Tuttavia, con la caduta di Siracusa, il ruolo di egemone nello scacchiere greco fece cadere molte città nella morsa di Taranto o di Roma.
Alcune decisero di chiedere formalmente a Roma un foedus e permettevano ai Romani di creare dei presidi nelle loro città.
Taranto però, a capo di una lega, si schierò contro i Romani ma la situazione si risolse momentaneamente col la regolazione delle loro aree di interesse con dei trattati.
Quando Roma superò il Capo Lacinio nel 282 aC per intervenire a Turi, alleata e in grave pericolo a causa dell'assedio dei Lucani, Taranto rispose distruggendo la flotta romana e scatenando la guerra.
Temendo però la forza romana, chiese aiuto a Pirro, Re dell'Epiro, una regione a nord della Grecia.
Le sue mire espansionistiche lo portarono a partecipare a questa guerra per conquistare il potere lasciato da Siracusa e quindi sottomettere le città greche.
Il sovrano greco riuscì a riunire Lucani, Bruzzi e Tarantini sotto un'unica bandiera per marciare contro i Romani.
Pirro sbarcò nel 280 in Lucania e la liberò sconfiggendo i romani ad Heraclea, scatenando il tradimento di alcune città greche.
Pirro allora continuò la sua opera di conquista andando in Sicilia ma scatenando la reazione dei Cartaginesi i quali temevano di perdere le basi commerciali e quindi di essere esclusi dal ricco mercato greco.
Fatale per Pirro però furono le spaccatura interne che causarono scontri tra poleis e dando tempo a Roma di organizzarsi.
Passò quindi all'inseguimento, sottomettendo tutti i territori conquistati in precedenza da Pirro, mentre i Cartaginesi lo obbligarono ad abbandonare la Sicilia.
La sconfitta definitiva avvenne nel 275 aC a Maleventus dai consoli Cornelio Lentulo e Curio Dentato (Maleventus divenne Beneventum nel 268 aC).
Subito dopo, nel 270 aC, abbiamo l'arresa di Taranto e delle città greche a lei alleate.
Nel 266 aC Roma conquista anche il Salento e la zona boschiva della Silla, completando l'opera di conquista del Sud Italia.
I GALLI
Se al centro e al sud Roma ormai era padrona, al Nord le cose andavano diversamente.
La situazione era stabile ma la colonia di Rimini era costantemente minacciata dai Galli Boi.
Per stabilire un contingente di uomini fisso lungo questi confini, il tribuno della plebe Gaio Flaminio propose la divisione dell'ager gallicus e Picenus.
Le ostilità esplosero improvvisamente nel 225 aC quando i G.Boi, G.Gesati e gli Insubri furono sconfitti da Romani, Veneti e G.Cenomani.
Nel 223 aC si decise di marciare in Cisalpina per sottomettere gli Insubri anche avendo gli auspicia avversi, cosa che normalmente non si faceva.
Il console Flaminio, con questa straordinaria dimostrazione di coraggio, ottenne una vittoria sul fiume Chiesa ma il Senato gli negò gli onori.
Oltre ad essere un ottimo condottiero, Flaminio è famoso anche perché fece costruire una strada per collegare Rimini a Roma.
Nel 222 il console Marcello Claudio sottomise i Galli battendo il loro capo Viridomaro in un duello corpo a corpo.
Nello stesso anno Marcello e Cornelio Scipione entrarono a Mediolanum.
Per potenziare la presenza romana si decise di dare la possibilità di fondare Cremona e Placentia (218aC).
La guerra riprese nel II secolo quando i Galli Boi furono sbaragliati e i loro territori annessi a Roma.
Furono fondate Parma e venne costruita la strada Aemilia che collegava Placentia a Rimini.
I LIGURI
Anche se poco interessate agli affari di Roma, esse finirono nelle mire repubblicane in quanto necessarie per creare una via di comunicazione con i possedimenti spagnoli.
Tuttavia i romani incontrarono grandi difficoltà e furono sconfitti nel 186 da alcune tribù liguri che abitavano l'Appennino.
Riorganizzati e decisi a schiacciare il nemico, Roma avviò una grande invasione per sottomettere le varie popolazioni.
Gli Inugauni caddero nel 181 e gli Apuani nel 180, stabilizzando i confini con le nuove terre Cisalpine e isolando i Statielli i quali furono sconfitti nel 173.
Dopo lunghe deportazioni nel Sannio, i Romani fondarono anche città latine come Luca e Luna.
GLI ISTRI
I romani avevano già conquistato queste terre ma erano andate perdute dopo l'arrivo di Annibale.
Nel 181 allora venne fondata Aquileia per ristabilire il potere romano nella zona, causando la rabbia degli Istri che mossero guerra a Roma ma venendo sconfitti dal console Manlio Vulsone.