STORIA D'ITALIA
Articolo che affronterà la stagione di cambiamenti durante il periodo imperiale della dinastia costantiniana.
LA DINASTIA COSTANTINA (337-363)
Nel 337 Delmezio e Annibaliano perirono in una congiura organizzata a corte che mirava alla suddivisione dell'Impero.
Ad ereditare l'immenso territorio furono Costantino II, il quale prese Gallia, Britannia e Spagna; Costante, possessore di Italia ed Africa; e Costanzo II, sovrano dell'Oriente Romano.
L'equilibrio però durò pochissimi anni quando Costantino II invase l'Italia nel 340 ma finendo sconfitto ed ucciso in battaglia ad Aquileia.
Così si tornò alla famosa suddivisione tra Occidente ed Oriente, ora portata avanti anche da fattori religiosi in quanto Costante era a capo di un mondo ariano mentre Costanzo II controllava uno cristiano post concilio di Nicea.
Il regno imperiale occidentale però durò solo fino al 350 quando Costante venne deposto ed ucciso dalle autorità militari in rivolta a causa della precaria situazione economica che sconvolgeva i bassi ceti e che elessero Flavio Magnenzio.
Il blocco orientale invece viveva un periodo di persecuzioni antipagane e antiariane che portarono le due entità statali a collidere.
Costanzo II però sapeva bene di non poter fare tutto da solo e perciò elesse a Cesare uno dei due sopravvissuti alla ormai estinta dinastia costantiniana, ovvero Gallo.
Egli aiutò molto soprattutto con la sua presenza sul confine danubiano e illirico, ottenendo poi anche la guida per la riconquista occidentale.
Sconfitto nel 353 Magnenzio, l'Impero era nuovamente riunito.
Gallo però ormai era diventato un personaggio scomodo per i suoi successi e dunque venne eliminato a favore di Giuliano, l'ultimo dei Costantini.
Sconfisse gli Alamanni vincendoli a Strasburgo nel 357, strappando ai barbari delle zone che erano state cedute anni prima da Costanzo tramite accordi disonorevoli.
Richiamato ad Oriente per aiutare Costanzo II contro i persiani di Shapur II, egli venne eletto Augusto dalle sue truppe, portando un nuovo scontro tra i due Imperatori.
Tuttavia durante il viaggio Costanzo II morì, lasciando l'Impero in mano di Giuliano detto l'Apostata, per via della sua politica antica a favore dei pagani.
GIULIANO (361-363)
Come detto la sua politica pagana attirò molti problemi in un Impero ad orientamento cristiano e che lo aveva ribadito anche nel Concilio di Nicea.
Egli era molto interessato alle dottrine neoplatoniche e si avvicinava molto al culto del Sole.
Affiancò le ultime sacche pagane dando nuovo lustro ad un mondo ormai fuori dalla struttura romana, arrivando ad applicare anche un protezionismo culturale per dare nuovi stimoli.
In campo politico-amministrativo però fece delle mosse azzeccate che diedero nuovo vigore economico alle città, ora in crescita grazie alle diffuse opere edili, e aprendo un periodo di restituzioni di terreni confiscati e di lotta alla corruzione dei ranghi pubblici.
Con la sua morte però calerà il sipario sulla dinastia costantiniana, aprendo un nuovo periodo di guerre intestine.
IL CAMBIAMENTO DEL POTERE
Quando parliamo di potere imperiale e della sua evoluzione dobbiamo tener presente che il tutto sconfina anche nella fascia religiosa.
Dai greci, che considerava l'evergete alla stregua di un dio minore; agli egizi, famosi proprio per il rapporto assoluto tra potere e religione nella figura del Faraone; abbiamo una continua modifica.
Roma non sarà esentata da questo e si può dire che la concezione della figura imperiale assume contorni molto diversi.
Augusto avrà la sua apoteosi post mortem, seguendo la sfera religiosa pagana, che tuttavia cambierà arrivando al punto di svolta con Marco Aurelio e l'assunzione del culto del Sole.
Ovviamente non sarà un reale monoteismo ma il processo che legherà la figura del Principe a quella di una divinità sarà lo stesso che ritroveremo sia con Diocleziano (il quale riceverà il globo da Giove) sia con Costantino (che invece assumerà il dio cristiano).
Anche la figura dell'Imperato cambiò radicalmente.
Si passa da Imperatori a contatto con il tessuto cittadino a Imperatori che vivevano in palazzi che li rendevano irraggiungibili per i normali cittadini.
Così la percezione nei loro confronti venne portata al punto da considerarli non umani.
Apparivano come persone magnifiche con una prestanza fisica divina e che si concedevano poco ad apparizioni pubbliche alle quali partecipavano dando lustro ai loro sfarzi tramite vestiti e gioielli.
Fattore importante che ritroviamo nel periodo tardoimperiale sarà anche la metodologia secondo la quale comunicavano con le persone.
Da non scordare anche il portamento in pubblico, spesso ieratico che lo faceva apparire come estraneo alle emozioni comuni.
Per questo sorgeranno moltissimi centri imperiali nell'Impero, nati allo solo scopo di ospitare l'Imperatore durante i suoi viaggi.
Costantinopoli sarà uno di questi ma la sua importanza crescerà talmente tanto da strappare lo scettro di capitale a Roma, relegandola a simbolo dei fasti passati.
L'APPARATO IMPERIALE
Anche il sistema imperiale cambiò da Diocleziano in avanti, arrivando alla maturazione con Costantino.
La grandezza territoriale aveva aumentato il bisogno di personale statale, arrivando ad una fase di provincializzazione delle aree dove molti funzionari convergevano.
Inoltre sarà fondamentale, al fine di evitare separatismi, la separazione le funzioni civili e militari che avremo con Diocleziano.
L'apparato venne ristrutturato in quattro misteri importanti:
-magister oficiorum, capo della burocrazia, delle segreterie imperiali e della guardia del corpo imperiale;
-quaestor sacri palatii, presidieva l'attivita legislativa;
-comes sacrarum largitionum, amministrava il fisco e l'erario;
-comes rei privatae, amministrava i beni imperiali;
Grande importanza l'aveva anche il praepositus sacri cubiculi, capo dei domestici di corte.
Assunsero importanza anche i notarii come verbalisti delle riunioni del consistorium e depositari del registro dei quadri del servizio civile e militare.
Questo sarà il nuovo quadro burocratico imperiale dopo quello nato con Augusto.
Nelle province, ormai rimodulate in parti minori, la parte civile venne affidata a un praeses o un corrector(questo solo nella penisola italica) e poi a in consulares.
Le funzioni militari, relegate alle province dove c'era la presenza dei reparti, invece vennero affidate ad un dux.
Le nuove province vennero poi aggregate in diocesi (funzione di distretti fiscali), a capo delle quali troviamo dei vicari che governavano su istanza dei prefetti del pretorio, avendo competenze in ambito giurisdizionale, amministrativo e sovrintendevano all'annona.
Con Costantino le diocesi vennero raggruppate in prefetture, raggiungendo tre grandi aree: Gallia, Oriente e Italia annonaria.
A capo di queste c'erano i prefetti del pretorio, specie di funzionari distrettuali, ma esclusi dal potere militare che invece era affidato ai magistri militum.
Erano in totale tre (uno per la Gallia, uno per l'Illirico e uno per l'Oriente) che guidavano l'intero esercito, da cui dipendevano i duces per le singole province e comites per più province.
Riguardo alle zone di confine abbiamo inoltre la nascita di spazi per i foederati, popolazioni straniere che vivevano all'interno dei limes romani ma che mantenevano una loro autonomia.
Questo fattore si legherà molto con la barbarizzazione dell'esercito a partire da Costantino.
LA SITUAZIONE ECONOMICA
La struttura romana nella tardoantichità è caratterizzata da un forte dirigismo centrale e dalla dissoluzione degli ordines nati durante le prime fasi del Principato.
Tra l'assorbimento del ceto equestre da parte di quello senatoriale e la nuova metodologia con la quale l'Imperatore sceglieva le persone tramite raccomandazioni, la struttura sociale si modificherà e ci troviamo di fronte ad una basata sulla dignitates.
Ovviamente saranno le varie cariche ad incidere sullo status delle persone che ora possono raggiungere titoli onorifici come inlustres, spectabiles o clarissimi.
Oltre al tradizionale cursus per entrare nel ceto senatoriale, ora troviamo anche un'altra porta sociale ovvero quella del funzionario.
Creati per aiutare la burocrazia centrale, nel tempo hanno migliorato la loro situazione fino ad arrivare ad ottenere una ricompensa onorifica.
Subito sotto ai ceti superiori troviamo quello degli ufficiales, funzionari e capi militari di rango inferiore mentre il vecchio ordo decurionale veniva associato ai ceti dirigenti come curiales.
Il dirigismo in questa fase era incentrato nelle fasce della società più umili a causa della contrazione demografica che aveva portato ad una crisi cittadina.
Per risolvere ciò lo Stato romano aveva vincolato i cittadini alla propria attività produttiva nella propria città e in maniera ereditaria.
Si era partiti da quella dei navicularii per poi estenderlo anche ai pistores, ai suarii e a tutti i collegia professionali.
Nelle zone rurali i latifondi erano ormai sempre più estesi e si era formata una particolare forma di vincolo che legava il colono alla terra del proprietario
Questa si era evoluta dal III sec attraverso la pratica della affittanza, creando una dipendenza dal dominus e acuita dalla crisi produttiva che faceva sorgere problemi di indebitamento.
Tuttavia la situazione non era ovunque instabile.
Alle regioni in crisi, che erano quelle dove le incursioni barbare erano frequenti, si contrapponevano alcune in ascesa, come per quelle del Nord Africa che ampliavano i loro commerci in tutto il bacino mediterraneo.
Fuori da questo quadro comunque dobbiamo porvi le città con sede imperiale che comunque godevano di un trattamento migliore rispetto alle altre.
Anche il sistema monetario aiutò molto a stabilizzare l'economia in quanto la moneta di rame venne nuovamente accantonata a favore del solidus, la moneta di oro voluta da Costantino (quella in figura).
Seppur favorì maggiormente i ceti ricchi, questa moneta permise il superamento della crisi che nel III sec aveva fatto tornare in uso il baratto.
In questo scenario dobbiamo anche assistere ad una estensione del latifondismo che inglobava sempre di più il mondo dei piccoli proprietari e, in maniera analoga, anche dei settori statali che concorrevano con i piccoli artigiani, sempre presenti ma in minima parte.
I POTENTES
Questa ultima sezione è riservata a questa figura nata nel blocco occidentale romano durante questa fase di dirigismo.
Erano i grandi signori terrieri, spesso ex alti funzionari, che accrescevano il loro potere grazie al patrocinium.
Una prassi combattuta dal potere centrale ma che si diffuse in quanto permetteva una valida alternativa alla povertà.
Molti piccoli possessori di terreni preferivano cedere le loro terre per finire sotto la loro protezione, pagando le tasse direttamente al signore piuttosto che all'Imperatore.
Abbiamo quindi i primi movimenti di incastellamento che saranno caratterizzanti del periodo Medioevale.