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STORIA D'ITALIA

2020-12-10 13:30:10

Articolo che affronterà la politica di Diocleziano e del mutamento imperiale fino a Costantino.

DIOCLEZIANO E MASSIMIANO(284-305)



Seppur salito al potere nella stessa maniera dei vari generali durante il III sec., la sua figura riuscirà a ricompattare l'Impero e la figura dell'Imperatore.
Quest'ultima era infatti in grave crisi in quanto, oltre che per l'instabilità interna che aveva caratterizzato questo secolo, era stata contrastata dall'esercito.
Non si identificavano più nella lontana figura dell'Imperatore, sempre più lontano dalla vita militare preferendo rimanere a Roma, ma in quella dei loro generali, eleggendoli durante i periodi di vuoto politico.
Le varie legioni, ora stanziate sui confini, si trovavano a identificarsi meglio nei loro vari territori piuttosto che in Roma, sfaldando il potere centrale.
Per ribaltare la situazione dunque era necessaria una figura imperiale forte che prendesse nuovamente le redini del sistema.

Così nel 284 Diocleziano salì al potere assumendosi il gentilizio di M.Aurelio, una forma di autoadozione che tendeva ad voler "cancellare" il brutto periodo sorto con Commodo.
Sul piano pratico capì immediatamente la difficoltà di guidare l'Impero nelle varie lotte, facendosi dunque affiancare da Massimiano, suo braccio destro ai tempi di Carino.
Concepì inoltre la diarchia imperiale, già sperimentata da Valeriano, suddividendosi i compiti tra Occidente e Oriente.
Così facendo abbiamo una nuova e migliorata situazione militare sia sul fronte dei persiani, sconfitti e costretti ad una pace molto favorevole a Roma, sia su quello del Danubio e del Reno.
Per stabilizzare inoltre il potere dei due Imperatori, nel 293 vennero eletti anche due Cesari, Galerio con Diocleziano ad Oriente e Costanzo Cloro con Massimiano ad Occidente.

Dunque il sistema mutò in una tetrarchia che, insieme a delle politiche matrimoniali, limitava ampliamente l'interferenza delle lotte tra famiglie e tra militari.

Ovviamente questo portò anche ad uno stravolgimento del sistema legato alla figura imperiale.
Il rapporto tra i membri del collegio non era disciplinato da un meccanismo giuridico ma dal consenso reciproco e dalla sfera ideologica-religiosa con Diocleziano che si assumeva l'epiteto di Iovius mentre Massimiano quello di Herculius.
Questo inoltre legittimava e rinsaldava il potere imperiale grazie alla investitura divina, pratica già utilizzata durante i Flavi, che stabiliva anche una gerarchia simbolica simile a quella interna del Pantheon romano.
Anche il campo amministrativo giovò di questa divisione in quanto l'apparato imperiale necessitava di una ingente riforma per riorganizzare il territorio, avvicinando la figura imperiale alle province, e la sua economia.
Per questo vennero scelti quattro nuovi centri: Milano per Massimiano, Nicomedia per Diocleziano, Sirmio per Galerio e Treviri per Costanzo Cloro.

La novità permise una maggiore reattività alle incursioni nemiche che videro anche i Cesari molto impegnati: 
-Galerio prima fronteggiò i Goti e poi anche Marcomanni e Sarmati.
Si spostò in Oriente anche per contrastare i Persiani e gli obbligò a firmare la pesante pace di Nisibi, guadagnando un Re filoromano in Armenia ed aggiungendo l'Alta Mesopotamia alle province romane.
-C.Cloro si impegnò contro Carausio, un ribelle che si prese la Gallia e la Britannia grazie alla sua potenza navale.
Sconfisse prima le sue forze navali sulle coste della Gallia e poi affrontò sia Alletto, un traditore che aveva ucciso Carausio, riportando ordine in Britannia sia una incursione Alemanna.

Nel 305 abbiamo l'abdicazione dei due Augusti a favore dei due Cesari, Galerio e C.Cloro, eleggendo due nuovi personaggi al loro posto, Massimino Daia ad Oriente e Severo ad Occidente.
Questo seguendo la linea di elezione tramite adozione tanto cara a M.Aurelio e ripresa volutamente da DIocleziano.
Inoltre, per rendere partecipi anche gli eserciti, riconobbe i due nuovi Cesari davanti ad essi.

CRISI DELLA TETRARCHIA


Nel 306 morì C.Cloro mentre le sue truppe eleggevano Costantino come nuovo Augusto, mettendo in crisi il nuovo sistema e riportando alla luce i due sistemi tanto temuti da Diocleziano: Famiglia e Esercito.
Questa elezione illegittima scatenò anche la proclamazione di Massenzio, figlio di Massimiano, dalle coorti pretorie ed urbane mentre in Africa avverrà lo stesso con la figura di Domizio Alessandro.

Nel 307 Massimiano e Diocleziano tornarono in campo per risolvere il problema emanando una seconda linea di tetrarchica.
Galerio e Licinio divennero Augusti, il primo ad Oriente mentre il secondo ad Occidente; mentre Massimino Daia e Costantino divennero Cesari, lasciando fuori dai giochi Massenzio che però non rinunciò alla sua posizione.
Nel 310 morì Massimiano e Massenziò tornò alla ribalta mentre Domizio Alessandro venne sconfitto.

CRISI RELIGIOSA


In questa epoca avremo nuove persecuzioni contro i Cristiani, orami diffusi nel bacino del Mediterraneo, in quanto entravano con le decisione religiose dei due Augusti, i quali ricordo che assunsero epiteti divini del Pantheon romano.
Questo scontro era dettato dalla incompatibilità tra monoteismo cristiano e politeismo romano, avendo ripercussioni sulle fila amministrative e militari.
La campagna sarà molto dura ad Oriente sotto la presenza di Diocleziano con l'attuazione di molti divieti ed obblighi mentre ad Occidente la presa fu molto più debole.
La situazione mutò molto velocemente sia con Galerio sia con Costantino.
Nel 311, su letto di morte, il primo acconsentì ad un editto per la tolleranza religiosa nei confronti del Cristianesimo.
Su questa scia nel 313 Costantino e Licinio promulgheranno il famoso editto di Milano che ribadiva la tolleranza religiosa verso tutte le religioni.

COSTANTINO (306-337)



Assunto il culto del Sol Invictus, egli si riproponeva come Imperatore restauratore, facendosi discendere da Claudio II Gotico che gli conferiva l'arma politica per scavalcare lo schema tetrarchico di Diocleziano.
Dal 311, anno della morte sia di Galerio sia di Diocleziano, in poi il potere imperale sarà nelle mani di Costantino e Massenzio (seppur considerato usurpatore) ad Occidente e Licinio e Massimino Daia ad Oriente.
Tuttavia il processo di Costantino lo porterà ad eliminare i suoi avversari politici per puntare al primato assoluto senza colleghi con cui suddividere il potere, concretizzandosi nel 324.

Per giungere al completamento del suo percorso però dobbiamo ripercorrere la sua vita politica dal 312.
Il primo avversario sarà ovviamente Massenzio che, ottenuta Roma, lo sfidò in una battaglia campale lungo le sponde del Tevere ma che finirà sconfitto.
Il potere divenne così triarchico, suddiviso legittimamente tra Costantino, Licinio e Massimino.
Era però una situazione instabile e i rapporti stretti tra i primi due portarono Massimino ad esporsi, venendo sconfitto ad Adrianopoli nel 313.
Rimasti soli però l'attività politica di Costantino lo relegò ad uno spazio sempre minore fino alla sua detronizzazione, lasciando il potere imperiale.

Dunque nel 324 divenne unico Imperatore ed attuò quella politica amministrativa di Diocleziano per continuare il progetto di restaurazione.
Lui sceglierà Bisanzio, poi battezzata Costantinopoli, come centro nevralgico del suo potere che sarà in seguito anche alla base del futuro Impero Bizantino.

La politica estera sarà molto efficacie sia ad Occidente sia ad Oriente.

Nel 313 sarà baluardo contro le spedizioni di Franchi e Bructeri
Riuscì a bloccare le spedizioni dei Goti concedendo loro terreni da coltivare e la facoltà di commerciare, senza però riuscire ad integrarli efficacemente nel tessuto romano.
Sistemerà anche la grave situazione coi Sarmati nel 335.
Nel 334 abbiamo una nuova incursione persiana che aveva minacciato il Regno di Armenia, ora alleato romano.
La guerra porterà prima sul campo Annibaliano ma le varie difficoltà obbligheranno lo stesso Costantino a muoversi.
Tuttavia morirà nel 337 durante il viaggio.

UN NUOVO IMPERO



Quando parliamo di Costantino, parliamo di un nuovo Impero Romano.
Famosa è la sua conversione al Cristianesimo prima della battaglia contro Massenzio alle porta di Roma così come alla sua indecifrabile politica posta tra la religione romana e quella nuova.
La libertà religiosa voluta da Galerio, Licinio e lui porterà ad una grande diffusione di questo nuovo culto in tutto il bacino mediterraneo e non solo.
Parlando però della sua evoluzione solo all'interno dei confini romani, sappiamo che sarà l'epoca di Costantino a permettere la nascita dei una Chiesa, seppur senza quella universalità che la caratterizzerà nel futuro.
Seppur divisa tra i poteri dei vari Patriarchi, abbiamo la nascita di tutto un mondo nuovo.
Le varie chiese e luoghi di culto cristiano avevano portato ad una rinascita urbanistica, così come alla nascita del potere dei vescovi e delle loro prerogative giudiziarie.
Essendo anche il pontefice massimo, sarà lui stesso ad intervenire a complesse questioni interne della Chiesa per stipulare una simbiosi politico-religiosa che permettesse una stato di stabilità ed unità nazionale.

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