Il Giappone Medioevale
Articolo sulla famosa Sekigahara e della sua preparazione.
IL GIAPPONE MEDIOEVALE
EPOCA SENGOKU (PARTE 10)
VERSO SEKIGAHARA
Alla morte di Hideyoshi, il Giappone stava per affrontare l'ennesima guerra interna.
In realtà, l'organizzazione data dal defunto shogun, avrebbe dovuto mantenere la situazione stabile.
Infatti egli aveva creato due consigli.
Il primo era quello dei Reggenti, chiamato Go-Tairo, che era formato da: Tokugawa Ieyasu, Maeda Thosiie, Uesugi Kagekatsu, Mori Terumoto e Ukita Hideie.
Essi dovevano cooperare tra loro e anche con il secondo Consiglio, il quale era formato da commissari detti bugyo.
Questo equilibrio durò molto poco.
I nuovi piani di Ieyasu, le nuove alleanze create con matrimoni politici, le prime proteste anti-Tokugawa nel consiglio e la figura di Ishida Mitsunari, portarono ben presto alla creazione di due fazioni.
Entrambi cercarono di non commettere errori per evitare di perdere le loro preziose alleanze.
Tuttavia il primo ad esporsi fu Ishida che tentò di organizzare l'omicidio del Tokugawa, in quanto egli era troppo potente da affrontare.
Questa cosa prese una piega inaspettata e fu lo stesso Ishida a finire in una congiura.
A suo soccorso arrivò, sorprendentemente, Ieyasu che lo accolte e lo scortò fino ai suoi territori.
Così facendo poté prendersi la carica di protettore di Hideyori, figlio di Hideyoshi.
Era il 1600 e Tokugawa iniziava ad avere tanto potere da permettersi di dare ordini al consiglio dei Tairo e dei Bugyo.
In figura abbiamo il capo della fazione dell'Est Ieyasu Tokugawa (immagine sx) e il capo della fazione dell'Ovest Ishida Mitsunari (immagine dx).
GUERRA
Ormai in guerra, le due fazioni si prepararono allo scontro decisivo.
Ishida voleva sfruttare la posizione del clan Uesugi per attirare Tokugawa ad est e, di sorpresa, prenderlo alle spalle.
Tuttavia ignorava che Ieyasu fosse al corrente di questa alleanza e per assecondare le trame nemiche, partì da Edo con il suo esercito.
Il 25 luglio 1600 egli si fermò a Fushimi per discutere del piano con Torii Mototada.
La sua mossa era semplice ma molto funzionale.
Utilizzò le armate dei clan Date e Mogami per bloccare l'avanzata di Kagekatsu.
Così facendo poté tornare indietro e schierarsi contro l'esercito nemico.
L'obiettivo principale delle due fazioni era il controllo delle due arterie del Giappone: la Nakasendo e la Tokaido.
A metà agosto abbiamo il primo affondo lealista ai danni del Tokugawa.
Circa 15000 uomini attaccarono il castello di Tanabe.
A capo di questo c'era Hosokawa Yusai, celebre poeta e scienziato.
Lui e i suoi 500 uomini riuscirono a resistere fino al 19 ottobre, quando l'intervento dell'Imperatore ordinò la sua resa.
Egli accettò e poté lasciare la fortezza senza problemi.
Il suo compito ormai lo aveva eseguito alla perfezione, in quanto impedì a 15000 soldati di giungere al campo di battaglia di Sekigahara.
Un'altra offensiva avvenne il 27 agosto quando altre truppe lealiste assediarono Fushimi.
Qua però lo attendeva Torii Mototada con 1800 uomini.
Egli doveva resistere il più a lungo possibile così da permettere Tokugawa di raggiungere la Nakasendo.
Il suo orgoglio da samurai permise di resistere al nemico per 10 giorni.
Solo un traditore fece cadere la difesa esterna.
Così Torii decise di indietreggiare fino nel mastio dove si rinchiuse.
L'8 settembre commise seppuku.
Questo atto divenne ben presto come uno degli atti più celebri in terra nipponica.
Basti pensare che il pavimento, dove avvenne ciò, è stato trasferito al tempio di Yogenin.
Oggigiorno si può ammirare ed è conosciuto come il “soffitto macchiato di sangue”.
A ogni modo, la caduta di Fushimi, fu una sconfitta per Ishida.
Tutto questo tempo perso aveva permesso a Ieyasu di arrivare alla Nakasendo senza problemi.
Quasi tutti i castelli caddero e le due vie di comunicazione erano ormai sotto il controllo Tokugawa.
Così facendo il 7 ottobre egli poté partire da Edo con le sue truppe, fresche e non logorate da precedenti guerre.
Anche Ishida procedeva nel suo piano ma, seppur vittorioso, aveva lasciato circa 30000 uomini in vari conflitti minori.
Un leggerezza che sarebbe costata parecchio ai lealisti.
SEKIGAHARA
PREPARAZIONE
Cartina del luogo della battaglia di Sekigahara.
La località scelta dai lealisti per dare battaglia era Sekigahara, villaggio alle falde del monte Ibuki e a occidente di Ogaki.
Ishida si posizionò in maniera da avere un vantaggio sia tattico che numerico.
Infatti dispose la sua formazione ad “ala di gru”, seppur essa veniva usata per piccoli eserciti.
L'obiettivo era di circondare l'esercito nemico e massacrarlo.
Inoltre si accampò sul lato sinistro della formazione, lontano dai clan meno fedeli.
L'armata Tokugawa invece si sistemò lungo la Nakasendo, in una posizione più svantaggiata.
Quella sera fu carica di tensione e, alle prime ore del giorno, una nebbia impediva una eventuale carica.
Improvvisamente, verso le 8 del mattino, la nebbia di alzò come se fosse un tendone di un teatro, dando inizio alla famosa battaglia di Sekigahara.
LA BATTAGLIA
Il primo a caricare fu Ii Naomasa che, a capo dei “diavoli rossi”, attaccò il lealista Ukita Hideie.
A Naomasa si aggiunse anche Fukushima Masanori e, insieme, riuscirono a far indietreggiare il nemico.
Subito dopo anche Kyogoku Takamoto, Todo Takatora e Terezawa Hirotaka (fazione Tokugawa) si portarono all'assalto del fianco destro nemico difeso da Otani Yoshitsugu e Toda Shigemasa (fazione Ishida).
Al centro le armate di Kuroda Nagamasa, Hosokawa Tadaoki, Kato Yoshiaki e Tsutsui Sadatsugu si portavano all'assalto della loro controparte nemica.
Tuttavia le difficoltà furono enormi, così come le perdite.
Seppur vicini, i soldati Tokugawa dovettero imbattersi in numerose barriere difensive.
Dopo molte perdite, si arrivò al contatto con le truppe lealiste guidate da Gamo Bitchu e Shima Sakon.
Seppur Tokugawa riuscì a prendere terreno grazie agli archibugi ed ai generali, Ishida decise di giocarsi l'asso.
Posizionò cinque cannoni e fece sparare ad altezza uomo.
L'uso dell'artiglieria fece indietreggiare Ieyasu e le sue truppe ma soprattutto rinvigorì il morale dei lealisti.
Il fronte Tokugawa si riorganizzò velocemente e la situazione tornò alla pari.
Erano ormai le 10 del mattino ma alcuni dubbi iniziarono a insidiarsi in Ishida.
Come mai il clan Shimazu, situato al centro della formazione lealista, non partecipava?
Perché il clan Mori restava sulle montagne?
Kobayakawa Hideaki cosa attendeva?
Tutti dubbi legittimi e che presto scioglieranno l'intricata trama di questa battaglia.
Anche se il clan Shimazu non aveva molto peso nella tattica lealista, era vero anche che gli altri due clan erano fondamentali.
Essi dovevano essere il martello per schiacciare la formazione Tokugawa.
Kobayakawa era realmente in dubbio su chi aiutare e, grazie ad un trucco di Ieyasu, essi attaccarono il fianco lealista, tradendone la causa.
Iniziò così una progressiva sconfitta del fronte di Ishida.
Shimazu allora decise di buttarsi all'assalto ma ben presto venne sconfitto e fuggì.
Un altro tradimento avvenne dai clan Kikawa e Chosokabe, che erano le truppe di riserva dei lealisti.
Alle 14 la battaglia era ormai considerata conclusa, nonostante la presenza ancora di sacche nemiche che davano battaglia.
Rappresentazione della battaglia.
I COSTI UMANI DELLA BATTAGLIA
Da circa 160.000 uomini totali dobbiamo togliere circa 30000 dal fronte lealista e circa 15000 da quello Tokugawa.
Numeri impressionanti per questa epoca.
I RISVOLTI SUCCESSIVI
Seppur vittorioso, Tokugawa non era ancora sicuro della sua posizione.
Decise così di perseguitare e catturare Ishida e i suo generali, che nel frattempo scapparono o si rifugiarono in altri castelli.
Inoltre si occupò del clan Mori che, seppur non prese parte alla battaglia, era nemico dei Tokugawa.
Non usò la forza militare ma si applicò con diplomazia e ingegno per sottrargli potere.
Anche il clan Uesugi non durò a lungo.
Il clan Date riuscì a combatterlo per tutto il tempo e,alla fine, Kagekatsu inviò la sua resa.
Era il 5 novembre 1600 e l'epoca degli stati combattenti era ormai giunta al termine.