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Il Giappone Medioevale

2019-06-25 16:37:52

In questo articolo si parlerà della guerra tra il figlio della Tigre del Kai e la alleanza tra Oda-Tokugawa.

IL GIAPPONE MEDIOEVALE

EPOCA SENGOKU (PARTE 4)

KATSUYORI E IL FUTUTO DEI TAKEDA


Dopo la morte di Shingen, la casata Takeda arrivò nelle mani di Katsuyori.

Egli, figlio della Tigre del Kai, doveva assumere le redini e dimostrare il suo valere da comandante.

La sua esperienza era abbastanza vasta nonostante l'età ed aveva partecipato alle guerre contro gli Uesugi e i Tokugawa.

Nel 1574, alla testa di 25.000 soldati, invase nuovamente il Totomi.

Tokugawa, ancora all'oscuro della morte di Shingen, decise di non dare battaglia campale e rimase rifugiato nelle sue fortezze.

Dopo un primo momento di saccheggi, decise per una ritirata e, nel frattempo, conquistò Taketenjin.


L'anno 1575 fu un anno veramente di svolta.

Tokugawa, appena appresa la notizia, decise di irritare il giovane Takeda.

Per farlo, assegnò un castello a Okudaira Sadamasa, vassallo di Ieyasu che però tradì più volte applicando la politica del schierarsi col più forte.

Il suo tradimento alla casata Takeda risale al 1573 ma la sua nuova carica aveva riaperto questa ferita.

Il 30 maggio dello stesso anno, Katsuyori tornò all'attacco dei domini Tokugawa.

Egli variò il piano di suo padre e decise di dirigersi verso Okazaki, dove dei traditori avrebbero aperto le porte della città.

Probabilmente il suo successo sarebbe stato sicuro e avrebbe spinto Tokugawa in una situazione molto difficile.

Nobuyasu, figlio di Ieyasu, venne a sapere di questo progetto e fece un vero bagno di sangue.

Fece crocifiggere le famiglie dei traditori mentre Oga Yashiro, capo del progetto, venne fatto impalare vivo, mettendoci 9 giorni a morire.


Seppur conscio di ciò, Katsuyori decise di proseguire e puntare vari castelli per giungere a Yoshida.

All'interno del castello c'erano: Sakai Tadatsugu e Tokugawa Ieyasu.

La tattica decisa da Ieyasu fu chiara e decise di rimanere nel castello e resistere.

Katsuyori poteva rischiare l'assedio ma il castello nemico era troppo ben difeso.

Decise allora per un nuovo piano e si diresse alla fortezza di Nagashino.





In figura ritratti di Nobunaga Oda e Tokugawa Ieyasu







In figura c'è il monumento a questo leggendario samurai.







LA DECISIONE


Venuto a conoscenza dell'arrivo di Oda e Tokugawa, Katsuyori convocò un consiglio tra i suoi uomini.

Una parte formata dai più veterani optava per una ritirata mentre i più giovani spingevano per una battaglia campale.

Il Takeda sapeva che le forze del nemico contavano 38.000 soldati e che era un rischio affrontarli con soli 15.000 ma la qualità dei soldati nemici era inferiore.

Le armate Oda erano formate dalla maggior parte da “piedi leggeri” mentre le sue dall'elite dei samurai di tutto il Giappone.

Anche Oda sapeva di questa differenza ma in questa situazione avrebbe dato lustro a tutta la sua bravura militare.

Si stanziò nella stretta piana di Shidarahara, una zona collinare attraversata da numerosi fiumi e torrenti.

Qua fece erigere palizzate con brecce a 50 mt da utilizzare per un contrattacco.

Le palizzate avrebbero protetto i circa 3000 archibugi dalle cariche della cavalleria Takeda.

Ai lati ci sarebbero state le armate Oda e quelle Tokugawa.

Katsuyori decise, la notte prima, di suddividere la sua armata in quattro reparti per un assalto diretto mentre 3000 uomini avrebbero continuato l'assedio di Nagashino.

Nella stessa notte, Oda istruì Sakai Tadatsugu, samurai impavido di Ieyasu, di portarsi alle spalle ed attaccare gli assedianti.

La formazione di Oda era suddivisa in reparti per assicurarsi una continua difesa alle entrate delle palizzate.

Altri reparti invece erano destinati al supporto, in caso di necessità, o come esca.

Oltra alla straordinaria preparazione, Oda si inventò una nuova tattica.

Gli archibugi, oltre ad essere lenti nella ricarica, avevano anche un problema: il rateo di fuoco.

Così, per annullare questo problema, fece disporre questi su tre file per rendere il fuoco sul nemico quasi continuo.






In figura si vedono degli esempi di archibugi in azione.






NEL PROSSIMO ARTICOLO


Nel futuro articolo, si parlerà di Oda e della conquista del Giappone.


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