
ALESSANDRO MAGNO
Articolo di spiegazione delle sue spedizioni in Persia e poi nelle satrapie orientali, fino all'India.

L'ARRIVO A BABILONIA
Dopo la grande vittoria di Alessandro, egli decise di puntare a prendere le città più importanti per poi puntare sulla capitale, Persepoli.
Innanzi a lui, tra le deserte terre del deserto e le terre fertili dei due famosi fiumi, sorgeva una magnifica città, talmente importante da avere radici nella storia fin dal 2500 aC.
Era una enorme città fortezza, difficile da assediare ma ad Alessandro questo non interessava.
Un punto strategico troppo importante e non poteva permettersi di lasciarlo al nemico.
Quello che forse non poteva immaginare era la grande festa che si teneva al suo interno al momento del suo arrivo.
La popolazione e gli amministratori fecero allestire la città come segno di sottomissione al suo potere.
Entrò così trionfante nella maestosa città, utilizzandola come base per il suo sistema di rifornimenti e di amministrazione.
Ora poteva concentrarsi ad inseguire il grande Re che ormai stava fuggendo nelle lontane province orientali.
Alessandro entrò anche a Susa e a Persepoli (brutalmente distrutta).
ALLA CONQUISTA DELLE PROVINCE ORIENTALI
Mentre il suo pescorso continuava senza trovare ostacoli, Dario fu tradito dal satrapo Besso (si farà chiamare Artaserse IV).
Il grande generale, seguendo le tradizioni persiane, diede sepoltura al defunto nemico per poi organizzarsi per una nuova spedizione.
Nel 330 l'esercito macedone (ormai portava solo le insegne del regno europea ma di fatto era un mix tra differenti reparti di varie zone) si prestava a sottomettere le satrapie di Ircania, Areia, Drangiana, Aracosia, Battriana e Sogdiana.
Seppur vittorioso, Alessandro dovette fronteggiare problemi interni come per esempio Filota e Parmenione.
Erano importanti uomini per lo scacchiere macedone ma Alessandro decise di farli uccidere in quanto accusati di congiurare ai suoi danni.
Iniziò da ora una sorta di diffidenza tra i ranghi macedoni e la figura del generale.
Nell'inverno dello stesso anno, entrò a Kandahar (Alessandria d'Aracosia) e successivamente a Kabul (Alessandria del Caucaso).
Nella primavera del 329, fondò alcune colonie militari e reclutò altri mercenari.
Varcato il Paropamiso, giunse con il suo esercito a Bacta, dove prese in consegna Besso.
Poi passò il fiume Issarte e arrivò al confine tra Impero Achemenide e gli Sciti nomadi, dove fondò Ultima (Alessandria Eschate).
La conquista di Sogdiana costò molte energie e circa tre anni, e si concluse con la caduta del satrapo Ossiarte.
NUOVE FRATTURE INTERNE
Dopo la famosa congiura di Filota e Parmenione, Alessandro si trovò in varie situazioni che lo portarono ad allontanarsi dai suoi generali macedoni.
Il primo eclatante caso era l'omicidio di Clito.
Durante un banchetto, mentre Alessandro era ubriaco, Clito stava celebrando le imprese di Filippo, denigrando il presente generale.
Questi, irato e fuori controllo, lo uccise con una sarissa.
Nel 327 toccò allo storico Callistene di Olinto, il quale fu accusato della famosa "congiura dei paggi".
Era una sorta di movimento degli intellettuali che davano contro ad Alessandro e ai suoi comportamenti.
Inoltre era una invettiva contro l'uso dei costumi persiani (considerati dai macedoni quasi come barbari).
Questa nuova condanna a morte allontanava gli intellettuali greci dalla sua figura.
Alessandro passò ad essere definitamente un sovrano su stampo persiano piuttosto che macedone (due visioni di una forma di governo molto lontane e differenti).
L'INVASIONE DELL'INDIA
Nel 326, dopo aver riorganizzato l'esercito con nuove reclute, Alessandro sconfisse il Re Poro che fu reso vassallo e sistemato a sud del fiume Idaspe (Jhelum).
L'obiettivo era di arrivare a Pataliputra, capitale del regno di Maghada.
Tuttavia l'esercito si rifiutò di continuare la sua marcia.
Alessandro, visibilmente irritato, si affidò a fare dei sacrifici per decidere il futuro ma essi si rivelarono sfavorevoli.
Così decise di tornare indietro, affidando queste nuove terre ad Ossiarte, ex nemico.
In autunno dello stesso anno la ritirata proseguì su varie direttrici.
La flotta seguiva la costa asiatica sotto la guida di Nearco, un blocco guidato da Alessandro proseguì attraverso il deserto della Gedrosia mentre Cratero attraversò l'Aracosia.
Nel 324 Alessandro giunse a Susa, trionfante e con grandi progetti per il futuro.
Prima di tutto volle creare una classe dirigente mista e per questo obbligò elementi di spicco del mondo macedone a sposare persiane.
Iniziarono anche dei congedi di massa, riguardante quasi esclusivamente reparti di greci e macedoni.
Essi vennero rispediti a casa sotto la guida del fidato Cratero.
Inoltre egli doveva fornirgli altri reparti greci e macedoni per le sue future imprese.
Nel 324 ci furono anche inserimenti di nuovi reparti persiani nei ranghi militari, facendo progredire una forzata fusione etnica.
GLI ULTIMI ANNI
Negli ultimi anni di vita, Alessandro viaggiò tra le sue città persiane, incontrando diplomatici da tutti i posti allora conosciuti (forse anche da parte dei romani).
Probabilmente si interessò alle zone del Nord Africa e dell'Italia ma non abbiamo informazioni su suoi piani di invasione.
Il Grande Condottiero morì nel 323 a Babilonia, scatenando una crisi tra i vari generali macedoni.
Il suo successore fu Filippo III, suo fratellastro.
Ovviamente era una misura temporanea in attesa della nascita del figlio legittimo dato da Rossane, figlia del satropo Ossiarte.
Il bambino venne chiamato in suo onore Alessandro IV.