ALESSANDRO MAGNO
Articolo dove discutiamo della situazione dei Macedoni e dei Persiani, per giungere poi alla battaglia più famosa di Alessandro.
IL POST-ISSO
Dopo la disfatta di Isso, l'impero persiano si trovò in profonda crisi.
Alessandro Magno divenne per il nemico qualcosa di temibile e questa psicosi iniziò a creare disordini nelle varie città imperiali.
La prima mossa del generale macedone fu quella di continuare la sua discesa lungo la costa mediterranea.
L'obiettivo era sempre quello di togliere eventuali porti per la flotta persiana.
Caddero nel 333 così le molte città siriane, Sidone, Gaza e Tiro(solamente dopo un lungo e difficile assedio).
Arrivato a questo punto, Alessandro si trovò davanti a due possibilità.
La prima era quella di inseguire Dario e cercare di prenderlo prima di Babilonia.
L'altra era quella di togliere le ultime zone persiane in Egitto che avrebbero potuto creare fastidi con incursioni lungo le vie di rifornimento o addirittura puntare alla Grecia.
LA SPEDIZIONE IN EGITTO
Alessandro, saggiamente, decise di eliminare i possibili eserciti persiani in Egitto.
Queste terre, seppur indipendenti dalla Persia dal 404 al 343, furono inglobate nell'immenso impero per le sue svariate ricchezze.
La Persia, seppur in difficoltà, aveva ancora molte carte da giocare e una buona parte di queste possibilità giungeva da queste terre desertiche.
In realtà Alessandro non ci mise molto e nell'inverno del 332 strappo questi possedimenti al nemico, fondando nel frattempo anche la famosa Alessandria.
Carico da questi trionfi decise di organizzarsi per puntare a prendere il cuore dell'impero, la città di Babilonia.
Prima però dovette riorganizzare le zone conquistate a livello amministrativo ed assegnò alcuni suoi fedeli uomini a questo arduo compito.
L'Egitto venne diviso in quattro distretti e venne assegnato a Cleomene di Naucrati mentre Arpalo divenne custode della cassa militare.
Inoltre creò i distretti dell'Asia Minore e della zona di Siria, Fenicia,Cilicia e Cipro.
Questo tempo "perso" permise però a Dario di assoldare nuovi uomini dalle sue province per puntare nuovamente a dare battaglia.
Ovviamente dobbiamo tener conto che fu composto talmente in fretta da non avere realmente soldati qualificati ma soprattutto soldati inesperti.
Alessandro, per motivi strategici, decise di scendere lungo l'Eufrate e gaudarlo nel punto di quasi congiunzione con il Tigri.
Dario, forse per prenderlo di sorpresa, decise di attaccarlo con tutte le sue forze.
LO SCHIERAMENTO
I due schieramenti che troviamo sono simili a quelli della battaglia di Isso ma hanno anche delle sostanziali differenze.
Un esempio è il carro adottato dai persiani.
Una nuova arma temibile e che Dario considerò come suo asso nella manica.
Alessandro invece organizzò il suo esercito in:
-La falange macedone suddivisa in taxeis, di 1500 uomini l'una, a loro volta suddivise in locoi, compagnie;
-ipaspisti erano un corpo di guardie oplitiche scelte di particolare prestanza, destinato a rafforzare e trascinare la normale fanteria di linea della falange;
-Opliti Greci che combattevano nella formazione a falange;
-Lanciatori di giavellotto agriani formate da selvaggi uomini delle tribù di una zona remota della Macedonia.
Di solito usavano giavellotti e spade insieme ad uno scudo piccolo e leggero. Non combattevano in una formazione specifica, ma piuttosto impegnavano continuamente le forze nemiche intatte o inseguivano quelle che fuggivano.
Benché armati alla leggera, spesso erano efficaci in modo sorprendente in situazioni d'urto; svolsero idealmente il loro compito principale a Gaugamela contrattaccando i carri persiani.
-Arcieri erano composti di indigeni macedoni e mercenari cretesi;
-Eteri era formata, principalmente, dai nobili macedoni e seguaci del Re.
Gli otto "ilai" (squadroni) erano composti di circa 200-300 uomini ciascuno.
L'unità d'élite del corpo, l'altra parte dell'agema (come i già menzionati Hypaspisti), cavalcava con lo stesso Alessandro.
Questa cavalleria di solito impiegava la formazione "a cuneo" con la punta diretta verso il nemico. Benché incapace di un assalto diretto alla fanteria pesante nemica, poteva facilmente sfruttare le brecce, portando attacchi mortali ai fianchi o alle terga.
Il loro ruolo a Gaugamela fu quello tipico, da quando Alessandro provò sempre ad assicurare che fossero in testa all'azione;
-Tessali erano stati "assimilati" nel regno macedone, formavano unità di cavalleria pesante.
Nella composizione erano simili agli Eteri e secondi solo per reputazione.
Combattevano in formazione chiusa, preferendo la forma romboidale al cuneo degli Eteri;
A Gaugamela, come in molte altre battaglie, furono posti all'ala sinistra dell'esercito di Alessandro.
-Lancieri erano composti in origine interamente da nativi macedoni.
Furono protagonisti di una delle azioni chiave a Gaugamela, rompendo il collegamento tra il centrosinistra e l'ala sinistra persiana;
-Lanciatori di giavellotto peoni e traci erano composte dalle tribù all'interno del regno di Macedonia. La cavalleria greca alleata fornita ad Alessandro dalle città-stato era simile per composizione a queste unità;
LA BATTAGLIA DI GUAGAMELA
Prima dell'inizio della battaglia i Persiani erano già schierati sul campo di battaglia.
Dario, per favorire la carica ed aumentare l'efficacia dei suoi carri da guerra, aveva fatto preparare il terreno davanti alle sue truppe facendo rimuovere arbusti e cespugli.
Quindi i carri erano posizionati davanti allo schieramento con un piccolo gruppo di Battriani. La cavalleria era schierata sulle due ali: Besso comandava l'ala sinistra, in cui erano i cavalieri Battriani, Daha, Aracrosiani, Persiani, Susi, Cadusi e Sciti; Mazeo comandava l'ala destra, composta dai cavalieri Siri, Medi, Mesopotamici, Parti, Saci, Tapuri, Ircani, Albani, Sacesini, Cappadoci e Armeni.
I Cappadoci e gli Armeni erano schierati davanti alle altre unità di cavalleria e condussero l'attacco. Ai cavalieri Albani e Sacesini fu dato ordine di allargarsi per colpire il fianco sinistro dei Macedoni. Dario si posizionò al centro del suo esercito, circondato dalle sue migliori truppe, com'era tradizione dei Re Persiani.
Alla sua destra stavano i cavalieri Carii, i Mercenari Greci e le Guardie Persiane a Cavallo.
Tra il centro e l'ala destra dello schieramento sistemò le Guardie Persiane a Piedi (i famosi Immortali), la Cavalleria Indiana e gli arcieri Mardiani.
I Macedoni furono divisi in due, con la parte destra dell'esercito sotto il comando diretto di Alessandro e la parte sinistra affidata a Parmenione.
Alessandro combatté con i suoi cavalieri scelti mentre Parmenione con i Tessali.
L'ordine era quello di compiere una manovra di contenimento, mentre Alessandro avrebbe colpito dalla destra.
Alessandro pensò di attirare le cavallerie persiane sui fianchi allo scopo di creare un buco nelle linee nemiche attraverso il quale potesse essere lanciato un attacco decisivo.
I Macedoni avanzarono lentamente verso destra con le ali scaglionate, disposte a formare angoli di 45° all'indietro, così da invitare la cavalleria Persiana ad attaccare.
Dario non aveva intenzione di attaccare per primo ma alla fine, poiché sarebbero presto usciti dal terreno preparato per lo scontro, fu costretto ad attaccare con i carri.
Per annientare i pericolosi carri nemici, Alessandro organizzò una strategia nella quale le prime linee avrebbero dovuto spostarsi lateralmente, aprendo così un vuoto.
Per evitare la prima fila macedone, essi sarebbero entrati negli spazi creati tra le linee per fermarsi poi di fronte alle sarisse delle seconde linee.
I soldati sui carri sarebbero allora stati uccisi con facilità, eliminando anche questo asso di Dario.
Mentre i Persiani portavano il loro attacco ai fianchi, l'ala destra di Alessandro lentamente scivolava nella sua retroguardia aprendo un vuoto tra l'ala sinistra di Besso e il centro.
A questo punto la sua cavalleria si preparò all'attacco decisivo disponendo le sue unità come a formare un'enorme freccia.
Nel frattempo, mentre i Macedoni cercavano di tamponare l'offensiva sul fianco sinistro, un vuoto si aprì anche nelle loro linee, tra l'ala sinistra ed il centro.
Le unità di cavalleria Persiane ed Indiane posizionate al centro con Dario vi irruppero ma proseguirono verso l'accampamento nemico, creando un grave mancamento alla strategia di Dario.
La falange di riserva si mise all'inseguimento delle cavallerie Persiane mentre Alessandro puntò al centro i Persiani, mettendo fuori gioco la guardia reale di Dario ed i mercenari Greci.
Besso, sulla sinistra, si trovò separato da Dario e, temendo di essere attaccato anche lui da quella formazione, cominciò a ritirare le sue truppe.
Anche Dario rischiava di restare isolato e così si ritirò.
A quel punto Alessandro non poté inseguire Dario poiché ricevette una richiesta d'aiuto da Parmenione.
Quindi anche Mazeo cominciò a ritirare le sue forze, come già faceva Besso.
Tuttavia Mazeo e le sue truppe subirono la carica dei Tessali e di altre unità di cavalleria Macedoni, venendo annientati.
Alla fine della battaglia, i Macedoni contarono tra le proprie fila più di 1.200 tra morti e feriti; le perdite tra i Persiani furono in numero circa pari a 53.000.