Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Sentirsi sbagliati

2022-06-01 16:09:30

Le esperienze infantili che segnano la nostra vita

Molte volte mi è capitato di parlare con ragazze, soprattutto, che credevano di essere in difetto rispetto agli altri, inferiori, che non meritavano granché.


Ma perché questi pensieri?

9 esperienze infantili che ti hanno segnato

1. Sei stata paragonata agli altri

I genitori o altre figure di riferimento (compresi insegnanti), spesso commettono l’errore di paragonare in modo esplicito, un bambino all’altro al fine di indurre un cambiamento comportamentale. “Guarda Laura, lei sì che è una brava bambina, tu sei solo una bambina capricciosa” o peggio “Hai visto Luca come è stato bravo oggi? Vorrei avere una figlio come lui”. “Se Simona è riuscita a prendere un buon voto, perché tu no?”.

Quando il caregiver (figura accudente) confronta negativamente il suo bambino con gli altri, gli impone un ambiente competitivo assegnandogli, di partenza, il posto da perdente. E’ inutile dire che questo innesca insicurezza, dubbi, diffidenza e anche la credenza di non essere abbastanza buono.

Un bambino così educato, cresce con la tendenza intrinseca a confrontarsi costantemente con gli altri, sentendosi “inferiore” (non sono mai abbastanza) o “superiore” (narcisismo per compensazione).

2. Sei cresciuta all’ombra di  un fratello privilegiato

La disparità di trattamento tra fratelli può lasciare una serie di ferite difficili da sanare. In alcuni contesti, il figlio minore è portato inconsapevolmente a competere per conquistare l’amore materno. Quando vi è una differenza di trattamento tra fratelli, l’amore non viene condiviso tra i consanguinei ma diviso, avendo la percezione che un fratello sia privilegiato.

I bambini non possono comprendere le dinamiche che spinge un genitore a favorire un figlio o semplicemente a trattarlo in modo differente, così si autoconvincono di non valere abbastanza da meritare le attenzioni del genitore al pari del fratello. Per maggiori informazioni ti consiglio di leggere i miei articoli:

3. Hai dovuto soddisfare aspettative irrealistiche

A volte i genitori lo fanno in modo esplicito: pretendono che il bambino sia il primo della classe, il più educato, il bambino perfetto… altre volte lo fanno in modo più subdolo e sottile.

Una madre può avere pretese malsane e, al momento del bisogno o quando il bambino è colto in fallo, partono con frasi tipo “come è possibile che mi disubbidisci? Con tutto quello che ho fatto per te?”. In entrambi i casi il bambino inizierà a non sentirsi abbastanza o addirittura a sentirsi responsabile per le insoddisfazioni materne.

4. Hai dovuto prenderti tu cura di tua madre

Se da piccola hai percepito tua madre come fragile o come una vittima, probabilmente c’è stata un’inversione dei ruoli e non hai mai sperimentato la giusta dimensione di sicurezza, di cure e di amore.

Se sei cresciuta con una “madre fragile/depressa“, non hai mai ricevuto la giusta protezione e fin da bambina hai cercato di comportarti da adulta per consolare e proteggere tua madre. E’ inutile dire che hai iniziato a sentirti responsabile per ogni cosa che andava storta nella sua vita e così hai maturato di non essere abbastanza per renderla felice. Sentimento che non ha mai smesso di accompagnarti.

5. Ti hanno sempre assegnato un ruolo da subordinato

Purtroppo molti genitori vedono il bambino come un subordinato, qualcosa di legittima proprietà e, di conseguenza, lo trattano come tale. Questo contesto è davvero drammatico: il ruolo del figlio non cambia nel tempo, anche in età adulta, il genitore continuerà ad avere pretese e continuerà a trattare il figlio in modo subordinato.

Alcuni bambini crescono con lo scopo di soddisfare i bisogni dei genitori e non viceversa come la realtà dovrebbe essere! Quando un bambino fallisce e non riesce a soddisfare le aspettative del genitore, viene colpevolizzato in modo implicito o esplicito. Non c’è da sorprendersi se questi bambini crescono con un senso del sé distorto.

6. Non ti è stata insegnata l’autonomia

Spesso la mamma commette l’errore di sostituirsi al figlio in ogni sua mansione e in ogni sua scelta. Il bambino, in questo contesto, non si sentirà mai abbastanza sicuro di esplorare la vita, prendere decisioni o commettere errori. Questi bambini crescono con la credenza di non essere competenti, questo fenomeno è chiamato “impotenza appresa”.

Il genitore attua un meccanismo consapevole o inconsapevole (a volte consapevolmente, per rendere il bambino dipendente e manipolabile) e come risultato finale si ritroverà con un adulto che non diverrà mai pienamente indipendente dallo stesso genitore. Il genitore dovrà così continuare a soddisfare i bisogno del figlio. Questa dinamica deriva da un’antica e irrisolta paura dell’abbandono del genitore che così facendo vincola il figlio a sé.

7. Semplicemente non sei stata amata nel modo giusto

Un bambino con una madre amorevole e in sintonia con i suoi bisogni, cresce con la consapevolezza di essere degno di attenzioni, amabile e sicuro di esplorare il mondo che lo circonda. Al contrario, un bambino che cresce con una madre non in sintonia con i suoi bisogni, si convincerà di non essere meritevole, di non essere abbastanza.

8. Hai subito critiche nascoste

Molti genitori hanno un approccio nefasto e negativo nei confronti della vita o nello specifico con i figli; così, anche un complimento può essere percepito come un’offesa, soprattutto quando la personalità è in fase di costruzione.

Quando queste critiche nascoste arrivano da una mamma, il risultato è più devastante: ogni critica celata funziona per risonanza e attiva un meccanismo che ti indurrà a pensare che, per quanto tu possa sforzarti, non sarai mai abbastanza... perché è così che le stesse frasi ti hanno fatta sentire da bambina.

9. Hai subito il trattamento del silenzio

Ricordi che da bambina, quando avevi uno screzio con tua madre, lei si comportava come se tu non esistessi? Come se tu fossi invisibile? Ti ignorava per mostrare quanto fosse delusa di te. Beh, i risvolti di un abuso emotivo simile li ho approfonditi in una pagina dedicata, proprio soffermandomi sul rapporto madre-figlio: trattamento del silenzio, l’abuso emotivo che non ha bisogno di parole.

Se pensi di non essere abbastanza

Lasciare andare le antiche credenze apprese e i ruoli che ti sono stati assegnati durante l’infanzia può essere estremamente difficile, al punto che molte persone credono di non essere in grado di farlo: non c’è da stupirsi, nessuno gli ha mai insegnato a credere in se stesse!

Tuttavia, devi sapere che chi si sforza di migliorare se stesso e soprattutto di affrontare un passato doloroso, alla fine avrà le sue grosse ricompense: autonomia, soddisfazione, senso di completezza, capacità di individuare e perseguire i propri obiettivi e… sì, anche autentica felicità.

Quando una persona è portata a credere di non valere, di non essere abbastanza, si gira intorno cercando ovunque delle evidenze che confermino questa visione negativa piuttosto che analizzare i fatti che possano provare il contrario. Ti chiedo di fare questo: analizza i fatti e inizia a gioire anche delle più piccole conquiste. Inizia dal basso, inizia con l’apprezzarti davvero per ciò che sei e non per ciò che fai.


Ti senti facente parte di uno di questi esempi portati?

Sei, invece, genitore di un ragazzo/a che non sis ente abbastanza per nessuno?

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by dr.ssa Maria Teresa Napolitano