Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Rifiuto scolare

2021-12-13 16:07:44

Perchè, spesso, i bambini e ragazzi non vogliono andare più a scuola

Mi è capitato molto spesso di parlare con genitori disperati perché, di punto in bianco, il loro bimbo o ragazzo (adolescente) non voleva più andare a scuola.

Giusto l'altro giorno, per l'appunto, parlavo con una mia carissima amica (perché quello che faccio lavorativamente parlando lo trasporto anche nella vita quotidiana:) ) che mi raccontavo del fatto che il suo bimbo non riesce più a stare a scuola.

A tal punto che le maestre, spesso, sono costrette a chiamarla perché scoppia a piangere.

Indottrinata da me, ha cominciato a chiedere molto dolcemente al bimbo il perché di tutto questo. Lui, dal canto suo, ha detto che un compagno gli rubava le cose, che a volte cercava di spintonarlo per fargli i dispetti.

Ecco...è la prima cosa che dovete fare quando, che sia un bambino o un ragazzo più adulto, notate un cambiamento di atteggiamento nei confronti della scuola.

E non attribuitelo sempre e soltanto alla non voglia, al fatto che è svogliato ecc ecc...perchè molto volte, sotto, c'è molto di più.

Di cosa stiamo parlando

Il termine “rifiuto scolare” racchiude una vasta gamma di fenomeni, accomunati dalla motivazione dello studente a non andare a scuola.

Si va da situazioni meno gravi, come il disagio ad andare a scuola, fino al completo assenteismo per settimane o mesi. Si stima che circa il 5% degli individui di età compresa tra i 5 e i 17 manifestino condotte di rifiuto scolare.

Quando però si prendono in considerazione anche ritardi, lezioni saltate e assenze ingiustificate le stime salgono fino al 28%[. Il fenomeno può manifestarsi in bambine/i e ragazze/i di ogni età, ma solitamente inizia a comparire tra i 10 e i 13 anni.

I momenti più a rischio sono quelli in cui inizia un nuovo percorso scolastico, soprattutto le scuole elementari e medie.

Motivazioni

Vediamo le quattro principali.

1. Evitare stimoli scolastici che generano emozioni negative

Rientrano spesso in questa categoria bambine/i e ragazze/i che rifiutano di andare scuola per problemi fisici e condizioni di disagio.

In alcuni casi è possibile ricondurre tali reazioni a inneschi specifici, ma nella maggior parte casi queste/i bambine/i non sono in grado a riconosce le cause del loro malessere.

In molti casi, riferisce semplicemente di “sentirsi male” a scuola e desiderano restare a casa. Questa funzione è inoltre comunemente associata ad ansia generalizzata, lamentele somatiche, e tendenza a ritardare l’uscita da casa.

2. Sfuggire a situazioni sociali e/o valutative spiacevoli

Questa motivazione si applica tipicamente ai bambine/i più grandi e agli adolescenti.

Le situazioni critiche possono riguardare l’interazione con i coetanei, come nel caso del gioco e della partecipazione ad attività di gruppo, e/o le situazioni valutative come verifiche, interrogazioni, prestazioni atletiche, etc.

Bambine/i e ragazze/i in questa condizione spesso rifiutano la scuola solo durante una situazione valutativa chiave, ma in alcuni casi manifestano un assenteismo più esteso. Questa funzione è solitamente associata ad ansia sociale e generalizzata, oltre che a comportamenti di ritiro sociale.

3. Attirare l’attenzione degli altri significativi

In questa condizione rientrano spesso le/i bambine/i più piccoli, che saltano la scuola per cercare l’attenzione dei genitori.

Di solito vogliono stare a casa o andare al lavoro con i genitori, e spesso per riuscirci possono mettere in atto comportamenti problematici. In alcuni casi può essere presente ansia da separazione, ma la caratteristica principale è il comportamento di ricerca dell’attenzione.

4. Ottenere rinforzi tangibili fuori da scuola

In genere questo tipo di motivazione è caratteristica di bambine/i più grandi e degli adolescenti, che rifiutano la scuola a svolgere attività più attraenti all’esterno.

Queste possono andare dal guardare la televisione e giocare ai videogiochi fino all’uso di sostanze. I comportamenti di rifiuto scolare che rientrano in questo gruppo tendono a essere più stabili degli altri.

È inoltre frequente l’associazione con dinamiche familiari problematiche e problemi di condotta, che possono sfociare anche in comportamenti chiaramente delinquenziali.

Chiaramente queste categorie non sono mutuamente esclusive, quindi un comportamento di rifiuto scolare può anche essere il risultato della combinazione di due o più fattori.

Che si fa?

è necessaria un’attenta valutazione di ogni singolo caso, in modo da individuare gli interventi più adeguati.

Per esempio, qualora la funzione principale del rifiuto scolare fosse quella di attirare l’attenzione, la maggior parte dell’intervento consisterà nell’aiutare i genitori (o tutori) e il personale scolastico a cambiare i propri modelli di interazione con la/il bambina/o o la/il ragazza/o[.

A tal proposito, è importante sottolineare che il coinvolgimento dei genitori (o tutori) rimane in ogni caso un presupposto essenziale per il successo terapeutico.

Se così non fosse, allora, come dico sempre , la prima regola è

non giudicare; seguita dal

dialogo e dall'ascolto attivo.

Come dicevo sopra, non è sempre una mancanza di volontà, un voler semplicemente marinare la scuola.

Fosse questo, allora il genitore deve avere il polso di presentar loro le conseguenze che il marinare la scuola avrà sul rendimento scolastico.

I ragazzi vanno responsabilizzati.

Ma se ci fosse qualcosa di molto più importante sotto allora dovete parlare, capire, ascoltare e segnalare.

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by dr.ssa Maria Teresa Napolitano