Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Ribellione adolescenziale

2025-12-15 19:46:45

Cos'è e perchÊ è cosÏ importante per la crescita dei nostri ragazzi


Durante l’adolescenza, molti genitori, insegnanti e adulti di riferimento si trovano a confrontarsi con atteggiamenti ribelli, oppositivi, a volte provocatori da parte dei ragazzi. A prima vista possono sembrare segnali di crisi, atteggiamenti immaturi o persino pericolosi. Ma la verità è che la ribellione in adolescenza è spesso un passaggio fisiologico e fondamentale per la costruzione dell’identità.


Identità e adolescenza: ribellarsi per affermare se stessi

L’adolescenza è quella fase di vita in cui si comincia a prendere le distanze dalle figure adulte familiari, avvicinandosi invece ai pari per cercare e costruire una propria identità. In questa fase, dire “no” non è necessariamente un atto di ostilità, ribellarsi infatti non significa solo fare il contrario di ciò che gli adulti e la società si aspettano, ma rappresenta un tentativo essenziale di separazione e individuazione.

Questo atteggiamento è anche un modo per affermarsi, esplorarsi, con conoscersi e sperimentare i propri limiti. È una fase scomoda, a volte difficile da gestire, in quanto le regole, i valori trasmessi, le aspettative genitoriali vengono messi fortemente in discussione, ma è anche profondamente utile per diventare adulti consapevoli e autonomi.

Possiamo quindi dire che la ribellione degli adolescenti ha molti significati, tra i quali:

  • Esplorare ciò in cui si crede o non si crede più




  • Capire cosa, chi e come si vuole diventare




  • Provare a definire un proprio stile, un proprio modo di stare al mondo




  • Esplorare gli altri e conoscersi attraverso gli incontri e le esperienze


Questa fase può quindi assumere diverse forme: cambiamenti nel look, idee controcorrente, sfide verbali, desiderio di indipendenza. A volte può essere rumorosa e fonte di preoccupazione, altre volte più silenziosa, fatta di chiusure e distacco che passano in sordina. In entrambi i casi, il punto centrale resta lo stesso: l’adolescente sta provando a capire chi è, e ha bisogno di farlo anche attraverso la rottura temporanea con ciò che ha sempre conosciuto. Affinché questa ribellione non si trasformi in malessere e difficoltà è necessario però che gli adulti continuino a nutrire uno spazio di sicurezza, apertura e accoglienza a cui i giovani possano far ritorno nei momenti di bisogno.

Il conflitto come strumento di crescita

Molti adulti faticano ad accettare il conflitto, temendo che rappresenti un fallimento educativo o che i ruoli possano invertirsi. In realtà, durante l’adolescenza il conflitto è spesso necessario e funzionale per creare i confini e le demarcazioni necessarie per costruire la propria identità.

Non si tratta quindi di provocazioni fini a sé stesse, ma di una rinegoziazione del rapporto con l’autorità. Attraverso questi conflitti, l’adolescente ha modo di crescere sotto molti punti di vista:


  • Impara a far valere la propria opinione




  • Verifica quanto può contare sulla stabilità e la presenza dell’altro




  • Esplora il proprio potere decisionale




  • Distingue e riconosce l’autorità dal potere

Per questi motivi, per l’adulto, il compito non è evitare il conflitto a tutti i costi, ma saperlo attraversare.

Mantenere il dialogo aperto, stabilire limiti chiari ma flessibili, tollerare una certa dose di opposizione sono strumenti fondamentali per restare punti di riferimento, senza diventare figure autoritarie o, al contrario, troppo permissive.

Una relazione solida si costruisce anche e soprattutto nella capacità di reggere le tensioni, attraverso le rotture e i riavvicinamenti, senza interrompere la comunicazione o trasformare ogni divergenza in una guerra.


Accogliere la ribellione non significa quindi permettere tutto, ma imparare a dialogare senza annullare, a dare regole senza controllare e a restare presenti anche quando si viene messi in discussione. Solo così, il conflitto può diventare davvero una risorsa educativa, e la ribellione un’occasione preziosa per aiutare i ragazzi a diventare adulti autentici.


Quando la ribellione diventa segnale di disagio


Anche se la ribellione è in gran parte un fenomeno normale e sano, ci sono situazioni in cui può rappresentare un campanello d’allarme da non ignorare. Quando il comportamento oppositivo è pervasivo, autolesivo o accompagnato da forte sofferenza emotiva, può indicare che l’adolescente sta vivendo un disagio più profondo e necessita di maggior attenzione e supporto.

Alcuni segnali da non sottovalutare sono:

  • Cali drastici nel rendimento scolastico, associati a disinteresse generale
  • Comportamenti a rischio come l’abuso di sostanze, frequenti fughe da casa, atti di vandalismo o violenza
  • Isolamento sociale o ritiro emotivo, che va oltre il bisogno fisiologico di privacy
  • Autolesionismo o pensieri depressivi, spesso mascherati da indifferenza o sfida
  • Rabbia costante e incontenibile, che sembra non trovare sfogo o ascolto

In questi casi, è importante non colpevolizzare, ma cercare di capire cosa si nasconde dietro l’aggressività o il rifiuto. Spesso il comportamento estremo è l’unico modo che un adolescente ha per dire che qualcosa non va, per comunicare il suo disagio. Rivolgersi a uno psicologo può aiutare a leggere questi segnali in modo corretto e offrire un supporto adeguato.

Volete ritrovare un rapporto coi vostri ragazzi? Prenotate una consulenza con me

Alla prossima amici:)


by dr.ssa Maria Teresa Napolitano