Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Perché è così difficile comunicare con gli adolescenti?

2024-01-10 17:52:02

Sfatiamo miti e vediamo il perché...se c'è un perché..

“Mia figlia ultimamente vive murata nella sua stanza, non la vedo e non ci parlo praticamente più.

Durante le cene, riusciamo a malapena a scambiarci due parole ma mi sento davvero lontano da lei e dal suo mondo.

Se avessi una macchina del tempo, ritornerei indietro di qualche anno, quando tutto era più facile ed era lei che non vedeva l’ora di condividere e raccontarci tutto ciò che faceva”.

Difficoltà

La difficoltà che la maggior parte dei genitori sperimentano durante la crescita dei figli,  è che tante volte cambiano nel giro di pochi mesi e non danno neanche il tempo di adattarsi a questo cambiamento.

Diventano grandi senza preavviso, si trasformano in ragazzi scontrosi e irritabili, che non vogliono più raccontare nulla e si chiudono nella propria camera, un luogo offlimits, da cui gli adulti devono stare alla larga.

Le aspettative del genitore non corrispondo più a quelle del figlio, il figlio ideale non corrisponde più a quello reale: i due mondi iniziano ad andare in contrasto perché le esigenze dell’uno sono molto diverse da quelle dell’altro. 



Il silenzio degli adolescenti: una forma di comunicazione, non un attacco al genitore

“Credo che mio figlio abbia un’unica missione nella sua vita: rendermi la vita impossibile.

Quei silenzi, quegli sguardi, quelle risposte secche e aggressive mi vanno ad attivare un pulsante.

A livello razionale so che è adolescente, che è una fase delicata di cambiamento ma, allo stesso tempo, quando me lo ritrovo di fronte non riesco a controllare le mie reazioni”.

Il fatto che siano più silenziosi o rispondano a monosillabi non vuol dire necessariamente che stanno sempre nascondendo qualcosa o che non stanno ascoltando.

Bisogna evitare di alzare subito un muro e riuscire a trovare la chiave, anche se non siamo sempre d’accordo, per avere delle conversazioni costruttive con loro senza cadere nel conflitto.

Ansia genitoriale

Il genitore spesso va in ansia, in apprensione o reagisce male e questo non fa altro che innalzare il muro dell’incomprensione.

Bisogna compiere uno sforzo e vedere le cose anche dal loro punto di vista, per trovare un punto di incontro.

E’ importante non scoraggiarsi se non vogliono parlare oppure se tendono a chiudere la conversazione dopo poco.

Se si continua a mostrare interesse nei loro confronti e non si vive il loro atteggiamento come un attacco al genitore, al momento giusto si apriranno, sapendo che mamma e papà sono un punto di riferimento per loro.



Quando i figli non rispondono: e se avessero solo bisogno di tempo?

I tempi dell’adulto, molto spesso, non sono i tempi dei figli.

Anche quando non raccontano subito qualcosa, a volte stanno solo dicendo che hanno bisogno di tempo per riflettere, capire meglio, scegliere ciò che è importante condividere.

Magari nel momento in cui il genitore rivolge loro delle domande hanno solo voglia di giocare, rilassarsi o fare altro.

Ai genitori spetta il compito di garantire ascolto e dialogo, anche quando ci si sente colti alla sprovvista o le confidenze arrivano in un momento che, secondo la mente dell’adulto, doveva essere destinato ad altro.

“Un fattore che rende difficile la comunicazione sono gli atteggiamenti intransigenti. Soltanto se usiamo lo stesso tono che desideriamo che gli altri usino con noi consentiamo il dialogo.

[…]L’empatia consente di calarsi nei panni dell’altro. In alcuni momenti bisogna saper spingersi al di là delle parole per comprendere lo stato d’animo e le reali esigenze del nostro interlocutore.

L’autocontrollo richiede perseveranza. Invece di scattare alla minima contrarietà, attaccando e minacciando e, così facendo, provocare chiusure e irrigidimenti, meglio riflettere e usare toni pacati”.

E se avete bisogno del mio aiuto contattatemi

by dr.ssa Maria Teresa Napolitano
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