Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

I videogiochi

2022-04-13 15:53:26

Tutti i benefici a tutte le etĂ . Ma attenzione all'abuso

Quante volte, vo genitori, vi siete innervositi per il tempo che i vostri figli passano davanti ai videogiochi?


E se vi dicessi che, nelle giuste dosi,, fanno più che bene per il loro sviluppo emotivo e cognitivo? Vediamo insieme perché.

Sono tantissimi i bambini e i ragazzi che si appassionano ai videogiochi e restano incollati davanti agli schermi di pc, console, tablet e smartphone, fino ad arrivare a giocare anche diverse ore consecutive.

Le ore trascorse “appiccicati” ai giochi online, riprendendo le parole dei tantissimi genitori, sono oggetto di preoccupazione e spesso di conflitti.

Giocare in maniera adeguata, però, scegliendo videogiochi adatti all’età, può favorire lo sviluppo o il mantenimento di tutta una serie di abilità cognitive.

Sono tantissimi, inoltre, i videogiochi che consentono una modalità in multi-player permettendo ai ragazzi di giocare contemporaneamente con i loro amici e compagni, magari nella stessa squadra, anche quando non sono fisicamente vicini.

Questi aspetti possono favorire la socializzazione, la cooperazione e il rispetto degli spazi, delle regole e dei tempi dell’altro, aiutando anche a gestire le frustrazioni e affrontare le sconfitte.


Dalla logica alle emozioni: gli aspetti positivi dei videogames

È stato dimostrato che giocare ai videogiochi può stimolare e migliorare diverse abilità cognitive: risoluzione dei problemi, capacità di passare in poco tempo da un’attività all’altra, velocità di elaborazione delle informazioni. Per tale ragione, possono essere utilizzati anche per scopi educativi e terapeutici.

Un impatto positivo coinvolge anche diversi tipi di attenzione:

permettono, infatti, di sviluppare l’attenzione selettiva, ossia la capacità di selezionare informazioni rilevanti senza distrarsi, e l’attenzione sostenuta, ossia riuscire a concentrarsi su diversi stimoli per un periodo più prolungato.

Negli ultimi anni, inoltre, un numero crescente di studi ha messo in luce come alcuni videogiochi possano stimolare l’immaginazione e la creatività, così come quelli di azione possano avere un impatto positivo sulla capacità di coordinazione visuo- spaziale.


L’uso dei videogiochi in ambito didattico e sociale

Altri aspetti positivi dei videogames sembrano legati all’apprendimento e alla didattica.

Infatti, è stato messo in evidenza come, a differenza di una metodologia più tradizionale, il videogame consente a chi gioca di fare esperienza diretta dei contenuti, purché siano adeguati all’età.

Vi sono, ad esempio, una serie di videogiochi di genere strategico a tema storico che, in tempo reale, calano il giocatore in battaglie tra civiltà antiche e questo offre la possibilità di imparare la storia proprio attraverso il gioco stesso.

Il gioco può anche incrementare la capacità di prendere decisioni, favorire lo sviluppo dell’intelligenza emotiva o portare alla luce tematiche sensibili sulle quali poter dialogare insieme ai ragazzi.

Il punto di forza dei videogiochi sarebbe, in ogni caso, quello di rendere ludico l’apprendimento, stimolando la motivazione e il coinvolgimento.



Non è il videogioco ad essere nocivo, ma l’uso che se ne fa!

La preoccupazione maggiore dei genitori è legata alla quantità di tempo che il figlio deve o può trascorrere al giorno con gli strumenti digitali.

È indubbio che un utilizzo eccessivo possa influire sia a livello psichico che comportamentale, ma ciò che è più importante monitorare e analizzare sono i contenuti che i ragazzi visualizzano o con i quali interagiscono a livello interattivo.

Dobbiamo partire da un presupposto di base molto importante: non è lo strumento in sé ad essere nocivo, ma un suo inadeguato utilizzo.

Quando preoccuparsi? Il disagio si manifesta quando si verifica un abuso dei giochi elettronici, quando un loro utilizzo continuativo e sistematico prende il sopravvento, cioè condiziona la loro vita e tutte le loro attività quotidiane, andando anche a influire sulle relazioni. In queste situazioni, infatti, si arriva a vivere in funzione del gioco che diventa un bisogno e un’esigenza, tanto da star male quando non si può giocare.

Come capire quando un figlio è dipendente dai videogiochi?

La dipendenza da videogiochi NON È, come erroneamente si crede, solo un problema legato alla quantità di ore trascorse davanti agli schermi, ma da una serie di cambiamenti che sconvolgono la quotidianità, l’umore e il comportamento dei figli.

I ragazzi possono diventare irrequieti e irritabili, modificare le proprie abitudini, per esempio nel magiare, saltano i pasti, chiedono di mangiare davanti allo schermo, ma anche legate al sonno, non dormono o lo fanno troppo poco, sono sempre stanchi, giocano di nascosto e hanno reazioni di rabbia anche contro il genitore quando tenta di staccarlo dalla console.

Possono arrivare a trascurare la scuola, lo sport e le relazioni sociali, presentare sintomi fisici come mal di testa, mal di schiena, disturbi della vista e preferiscono i videogiochi al tempo da trascorrere con gli amici.

Il disagio si manifesta anche quando il videogioco arriva a creare isolamento.

La realtà virtuale può rappresentare, soprattutto nei momenti di fatica e fragilità, una via d’uscita per evadere dalla quotidianità.

Offre la possibilità di sperimentare emozioni e sensazioni nuove e spesso, identificarsi con i personaggi dei videogames, permette di gestire vissuti di noia, incapacità o inutilità.


Come fare per evitare che l’uso dei videogiochi diventi un problema?È IMPORTANE CONCORDARE INSIEME IL TEMPO.

Si devono fare dei patti di fiducia, i figli devono sapere che il tempo per i videogiochi c’è, ma ha un limite.

Si deve fare una sorta di “contratto” da stipulare con loro, insieme al divieto di un uso notturno, visto quanto interferisce con la qualità e la quantità del sonno, andando a ledere le capacità di attenzione e concentrazione, intacca l’umore, il ritmo sonno-veglia e grava sul sistema immunitario.

E’ importante stabilire insieme un tempo massimo da trascorrere a giocare, magari utilizzando anche un orologio in modo che si rendano conto del tempo che hanno passato davanti allo schermo e mantengano un legame con la realtà.

Non è consigliato lasciare la console nella stanza dove dormono, ma in luogo comune per evitarne soprattutto un uso notturno.

In vacanza o nel weekend, invece, potrebbero anche giocare un po’ di più, ma devono essere tutte condizioni concordate volta per volta.

Il dialogo e la capacità di scendere a compromessi quando necessario, rappresentano il metodo più efficace per far sì che le regole possano essere accettate.

NON SI DEVE AGIRE IMPULSIVAMENTE. Anche se molte volte si è disperati perché i figli non ascoltano, è importante non interrompere il gioco bruscamente, arrivando ad esempio a staccare la spina o la connessione pur di fermare il proprio figlio.

Anche il sequestro non è il metodo più efficace, in quanto viene vissuto come una violazione del loro spazio.

Queste reazioni impulsive non fanno altro che innescare risposte di rabbia, frustrazione e conflitto, rischiando di far saltare la fiducia e portare il figlio a giocare di nascosto.

NON BISOGNA DEMONIZZARE I VIDEOGIOCHI ma favorirne un utilizzo adeguato. È una responsabilità che spetta ai genitori, sin da quando i figli sono piccoli.

E, se avete bisogno del mio aiuto, contattatemi tramite il form




by dr.ssa Maria Teresa Napolitano