Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Emozioni negative: esistono davvero?

2022-02-28 16:44:39

Ed è giusto, come fanno molti, cercare di eliminarle? Nasconderle?

In genere percepiamo le emozioni negative come qualcosa da evitare e tendiamo persino a pensare che in questo modo svaniranno. Eppure non è proprio così. Il segreto è imparare a gestirle.

La nostra cultura di solito consiglia di evitare e persino di reprimere le emozioni negative. Il concetto è che meno le mostriamo, meglio è perché in questo modo inizieremo a provarle di meno. Insomma, si tende a pensare che l’ideale sia evitarle.

La paura, la rabbia, il risentimento, la vergogna o il senso di colpa non sono i benvenuti. Sono mal visti. E sebbene a primo impatto sia meglio disfarsi di ciò che non ci sta bene, in realtà ignorarlo o reprimerlo non è consigliabile.

Bisogna esprimere le emozioni negative, lasciarle libere senza lasciarsi però trascinare da esse, altrimenti potrebbero finire per dominare il nostro comportamento.


Se sappiamo con certezza che non dobbiamo assumere una sostanza perché può farci del male, è sufficiente evitarla. Ebbene, con le emozioni invece non funziona così; non è facile evitarle senza incorrere in conseguenze negative. Reprimere le emozioni negative ha un prezzo alto.



Cosa succede alla polvere accumulata sotto il tappeto?

Immaginate che le vostre emozioni negative siano un sottile -o spesso- strato di polvere sul pavimento. Se la nascondessimo sotto il tappeto, in un primo momento sarebbe invisibile e potremmo proseguire con la nostra vita di tutti i giorni.

Sapete che si trova sotto il tappeto, ma siccome non la vedete, probabilmente non vi darà fastidio. I giorni passano e ogni volta che ricompare la polvere tornate a nasconderla sotto il tappeto.

E così, ogni giorno se ne accumula un po’ di più. Lo sapete, ma siccome non la vedete, probabilmente deciderete di fare come se niente fosse.

Quanto a lungo pensate di essere in grado di continuare a nascondere il fatto che sotto il tappeto nascondete uno strato sempre più spesso di polvere?

Ci metterà molto a venire a galla tutto quello che avete nascono lì sotto? Pensate che ci vorrà del tempo prima che inciampiate su quella montagna in cui si è trasformato il vostro tappeto?

Accumulare emozioni negative -come quella polvere che nascondete sotto il tappeto- non fa altro che posticipare l’inevitabile. A un certo punto tutte quelle emozioni finiranno per manifestarsi e può persino darsi che lo facciano tutte insieme, esplodendo all’unisono.


In fin dei conti, nella maggior parte dei casi, probabilmente vi ritroverete, in un modo o nell’altro, a dover affrontare queste emozioni.

Le emozioni non vanno nascoste, ma gestite

Le emozioni sono parte fondamentale della nostra vita quotidiana. Che siate allegri perché state assistendo a qualcosa di divertente o che vi sentiate frustrati dal traffico, gli altri e bassi che potreste provare influiscono in modo significativo sul benessere.

Inoltre, la vostra capacità di gestire le emozioni può avere un certo impatto sul modo in cui gli altri percepiscono la vostra persona. Innanzitutto, non bisogna dimenticare che a seconda del modo in cui valutiamo le nostre esperienze, risponderemo in un certo modo a livello emotivo.

Non dimentichiamo neppure che alcune di queste non richiedono una particolare gestione, sempre ammesso che siano adatte alla situazione in cui si provano.

Per esempio, esprimere ira può farci sentire meglio, ma di solito non è appropriato né particolarmente adattivo in molti casi. Il punto è trovare il modo di esprimerla con rispetto, calma e accettandola.


Reprimere le emozioni negative non è una buona idea: il consiglio è imparare a gestirle, ovvero a dare loro una voce e imparare a modularle.

Come controllare le emozioni negative

Essere capaci di avere una certa influenza ed emozioni aumenta la fiducia nelle proprie capacità di affrontarle.

Per prima cosa, per gestire un’emozione negativa è importante iniziare a individuare una situazione nella quale si manifesta e provare a evitare i fattori scatenanti.

In altri casi la soluzione sta nell’evitare certe persone in determinate situazioni o nel trovare un modo per tranquillizzarsi e raggiungere uno stato di pace mentale prima di affrontare la situazione minacciosa.


Il segreto è innanzitutto individuare la situazione negativa o la circostanza in cui potrebbe scatenarsi quella data emozione.



Il passo successivo consiste nel cambiare la situazione: una volta individuata, provate a modificarla in modo tale che non si abbiano luogo quei fattori che scatenano emozioni negative. Tenete a mente che questo cambiamento dovrà nascere da voi stessi.

Per esempio, potreste dover modificare le vostre aspettative nei confronti di una situazione, abbassarle; oppure potreste dover assumere uno sguardo amoroso, comprensivo ed empatico.

Sarà anche molto utile cambiare l’oggetto delle nostre attenzioni. Ovvero: anziché concentrarvi su ciò che sapete già essere fattori scatenanti di emozioni negative, concentratevi su altri aspetti che gradite.

Provate a non concentrarvi troppo su quello che non vi piace, bensì su quello vi fa stare bene, per il quale potreste essere grati.


Diventate voi stessi signori della vostra attenzione. Il prezzo della libertà è essere costantemente vigili. Ricordate che dove si sposta la vostra attenzione lì andranno anche le vostre emozioni e le vostre energie. L’oggetto che metterete a fuoco sarà per voi sempre più reale.
-Mario Alonso Puig-

Modificare il modo in cui pensiamo senza reprimere le emozioni

Un altro aspetto di cui tenere conto per poter controllare le emozioni negative è modificare i pensieri. Questi sono al centro delle nostre emozioni più profonde; il luogo in cui abitano le convinzioni che danno loro impulso.

Tenete conto che modificare i propri pensieri potrebbe non cambiare la situazione, ma quantomeno permetterà di cambiare il modo in cui pensiamo che la situazione ci sia influenzando.

Infine, potete provare a cambiare il modo in cui reagite alle emozioni negative. Se i vostri meccanismi di gestione emotiva non funzionano e queste ultime si manifestano in modo incontrollato, il passaggio finale è provare a controllare la risposta. Questo vi aiuterà a non reprimere le emozioni negative perché vi spingerà a regolarle.

Ecco che individuare il segnale fisico che determina l’attivazione di una data emozione, è un passaggio utile. Agire su quel gesto o su quella data reazione vi aiuterà a controllare la vostra risposta.

Potremmo riuscirci attraverso semplici gesti, come respirare a fondo o chiudere gli occhi; gesti che, oltre tutto, risultano utili nella gestione dell’ira.


Le emozioni negative intense assorbono tutta l’attenzione dell’individuo, ostacolando qualunque suo tentativo di concentrarsi su altro.
-Daniel Goleman-

Ricordate che le emozioni sono le vostre, dunque siete i principali responsabili della loro gestione. La responsabilità ultima del vostro comportamento è solo vostra e proprio per questo è fondamentale essere consapevoli del fatto che nessuno è colpevole quanto voi del modo in cui rispondete a voi stessi a livello emotivo.

Le emozioni non sono negative...sono gli eccessi, gli estremi che possono essere dannosi anche per i nostri organi.



  • il Cuore si apre in un clima gioioso, ma la troppa gioia fa palpitare il Cuore e sconvolge il plesso solare;
  • la collera può essere una valvola di sicurezza per salvaguardare l’integrità del Fegato, ma la rabbia in eccesso lo danneggia;
  • la paura ci stimola ad agire con prudenza conservando l’energia nei Reni, ma se sproporzionata e irragionevole provoca una perdita di liquidi e di energia essenziale;
  • la tristezza favorisce l’interiorizzazione e la sensibilità percettiva utili al Polmone, ma l’eccesso o la mancanza di pianto blocca il petto e intasa le vie respiratorie;
  • la riflessione è necessaria alla Milza per dare forma ai pensieri, ma...

... l’eccesso di preoccupazione provoca disturbi allo stomaco.

Non ci sono quindi emozioni negative in sé, ognuna ha la sua funzione nel garantire e favorire la vita, sono le emozioni eccessive o cronicamente trattenute che fanno nascere le patologie.


Entro i limiti normali, le emozioni non causano alcuna malattia o debolezza nel corpo. Tuttavia, quando le emozioni diventano così potenti da diventare incontrollabili, tanto da sopraffare o possedere la persona, allora possono provocare gravi lesioni agli organi interni e aprire la porta alla malattia. Non è l’intensità quanto la durata prolungata o un’emozione estrema, che provocano danni.

Questo il principio della medicina tradizionale cinese.

Le sette emozioni

Gioia

La gioia si riferisce ad uno stato di agitazione o di sovreccitazione.

Quando si è troppo gioiosi, si disperde lo spirito che non può più essere conservato

, afferma il Lingshu (L’Asse Vitale). Tuttavia, in MTC, la gioia si riferisce a uno stato di agitazione o di sovreccitazione (euforia), piuttosto che al concetto più passivo di appagamento profondo. L’organo più colpito è il cuore.

La superstimolazione può portare a problemi di fuoco di cuore, connesso con sintomi quali sensazioni di agitazione, insonnia e palpitazioni.

Rabbia

La rabbia potrebbe portare alla pressione sanguigna elevata. La rabbia, come descritto dalla MTC, copre l’intera gamma delle emozioni correlate, ivi compresi risentimento, irritabilità e frustrazione.

Una stasi di sangue rende la persona incline all’ira. La rabbia sarà quindi in grado di influenzare il fegato, con conseguente stagnazione del suo Qi. Questo può portare alla risalita dell’energia del fegato alla testa, con conseguente cefalea, vertigini e altri sintomi. Nel lungo periodo può portare a pressione alta e può causare problemi allo stomaco e alla milza.

È comunemente osservato che le persone rubiconde, “sanguigne”, con il viso arrossato, sono più inclini di altre a improvvisi attacchi di collera alla minima provocazione.

Ansia

L’ansia può bloccare il Qi manifestandosi rapidamente con la respirazione superficiale. Quando ci si sente in ansia, il Qi si blocca e non si muove.

L’Ansia ferisce i polmoni, che controllano il Qi attraverso la respirazione. I sintomi più comuni di ansia estrema sono la ritenzione del respiro, la respirazione poco profonda e irregolare. La mancanza di respiro sperimentato durante i periodi di ansia è comune a tutti. L’ Ansia ferisce anche l’organo accoppiato ai polmoni, il grosso intestino. Ad esempio, le persone iper-ansiose sono inclini alla colite ulcerosa.

Rimuginazione

Troppo stimlo intellettuale può causare pensosità.

In MTC, la pensosità o la concentrazione sono considerate il risultato del pensare troppo o di un’eccessiva stimolazione mentale ed intellettuale. Qualsiasi attività che comporti un eccessivo sforzo mentale, può comportare il rischio di causare disarmonia.

L’organo più direttamente a rischio è la milza. Questo può portare a un deficit di Qi di milza, causando a sua volta preoccupazione e conseguente affaticamento, letargia, e incapacità di concentrarsi.

Dolore

Il dolore che rimane irrisolto è in grado di creare disarmonia nei polmoni. I polmoni sono più direttamente coinvolti da questa emozione.

Una espressione normale e sana del dolore può essere espressa in forma di singhiozzi, che originano nel profondo dei polmoni – respiro profondo ed espulsione dell’aria con il singhiozzo.

Tuttavia il dolore che rimane irrisolto e diventa cronico, è in grado di creare disarmonia nei polmoni, indebolendo il suo qi. Questo a sua volta può interferire con la funzione del polmone, di far circolare il Qi nel corpo.

Paura

La paura che non può essere espressa rischia di portare alla disarmonia nei reni. La paura è un’emozione umana normale e adattativa umana. Ma quando diventa cronica e la causa non può essere individuata e risolta, allora è probabile che porti alla disarmonia.

Gli organi più a rischio sono i reni. In caso di estrema paura, la capacità del rene di trattenere il Qi, può essere compromessa portando alla minzione involontaria. Questo può essere un problema particolare per i bambini.

Spavento

Lo spavento è un’altra emozione non specificamente correlata ad un solo organo.

Si distingue dalla paura per la sua natura improvvisa e inaspettata.

Lo spavento colpisce principalmente il cuore, soprattutto nelle fasi iniziali, ma se persiste per un certo tempo, diventa paura e si sposta ai reni.


Chi non si ritrova in una di queste situazioni? E quante volte, erroneamente, abbiamo cercato di insegnare ai ragazzi di reprimere queste emozioni provocando reazioni ancora più gravi?

Se avete bisogno di un mio aiuto vi ricordo che potete contattarmi tramite form


Tramite il pulsante qui sotto o iscrivendovi alla mia membership.

Con soli 30 euro al mese potrete avere tutti i miei webinar gratuitamente e tutte le consulenze che volete nell'arco del mese.

by dr.ssa Maria Teresa Napolitano
69