Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Educare alla diversità

2022-06-15 17:31:52

Gesto di rispetto ed inclusività che dobbiamo imparare sin da piccoli

Tutta l'esperienza formativa di ciascun essere umano è costantemente attraversata e costellata da continue presenze dell'ALTRO.

Le relazioni interpersonali sono di fatto una "galleria di volti" che irrompono nel nostro spazio vitale e ai quali rispondiamo in forme differenti e a ciascuno, a suo modo, in forma singolare.

L'altro

Entrare in relazione con l'altro innegabilmente vuoi dire entrare in contatto con un'altra identità, cioè con qualcuno che è "diverso" da me. E attraverso questo gesto, oltre a sviluppare maggiore coscienza della mia identità, io posso diventare più ricco, dell'alterità riconosciuta.

Eppure a volte, a livello sociale (ed anche educativo) si cerca di annullare la "diversità" che ci rende tutti così meravigliosamente unici.

Si tende a lavorare più sul collettivo che sull'individuo, a creare universi omologati, comunità di simili dove il singolo si deve identificare con il gruppo e la pluralità dei soggetti non sempre viene rispettata.

Così l'"alterità" e la "diversità" vengono attribuite non a ciascun individuo in quanto essere differente da un altro, ma solo ad alcuni che presentano "particolari caratteristiche" che li rendono dissimili rispetto all'omologazione dei gruppo.

Ed è proprio per questo che la presenza dei cosiddetto "diverso" nella società come a scuola genera conflitti, mette in crisi il normale funzionamento dei sistema e condiziona in modo forte la formazione e la crescita dei singoli, tanto più se si tratta di bambini e/o adolescenti.

Diversità

 

La "diversità" è cioè spesso vista in chiave negativa, come "minaccia" della propria identità e per questo la presenza dei "diverso" frequentemente genera sentimenti di paura, ansia, sospetto.

Basti pensare a quanto la presenza di alunni stranieri o di portatori di handicap o dei cosiddetti alunni difficili abbia creato in passato ( e talvolta crei ancora) notevoli timori negli educatori e difficoltà relazionali all'interno dei gruppo.

 

Se si riuscisse invece a percepire la "differenza" non come un limite alla comunicazione, ma come un "valore", una "risorsa", un "diritto", l'incontro con l'altro potrebbe essere in certi casi anche scontro, ma non sarebbe mai discriminazione.

E l'educazione diventerebbe scoperta e affermazione della propria identità e, contemporaneamente, valorizzazione delle differenze. (1)

 

Invece è il pregiudizio, inteso proprio come giudizio superficiale non avvallato da fatti, ma da opinioni, il motore che a volte muove un po' le azioni e i comportamenti di tutti noi, condiziona le nostre relazioni sociali, ostacolando a volte appunto le opportunità di contatto, incontro, esplorazione, scoperta che sono i fondamenti dei rapporto con l'altro da sé.

 

Ma il pregiudizio non è innato, ha piuttosto il suo fondamento nelle influenze familiari, ambientali, sociali, e si struttura già dalla prima infanzia.

Pertanto, è fondamentale intervenire a livello scolastico, educativo, familiare per fare della diversità una vera ricchezza, un nuovo paradigma educativo e per stimolare i bambini e i ragazzi a pensare criticamente piuttosto che dir loro quello che devono pensare.

 In quest'ottica uno dei compiti della scuola dovrebbe essere quello di educare alla differenza, all'altro, al diverso, per creare i presupposti di una cultura dell'accoglienza e per impedire l'omogeneizzazione culturale.

"La nostra ricchezza collettiva, ha scritto Albert Jachard, è data dalla nostra diversità.

L'altro, come individuo o come gruppo, è prezioso nella misura in cui è dissimile.

Oggi più che mai la scuola deve educare gli studenti a considerare il diverso non come un "pericolo" per la propria sicurezza, ma come "risorsa" per la crescita.

Pedagogia della differenza

Tuttavia una vera pedagogia della differenza si esprime non certo in prediche e indottrinamenti, né con tecniche di persuasione più o meno sofisticate, ma anzitutto sperimentando quotidianamente la realtà di una scuola come una "comunità di diversi", che non emargina chi non è "uguale" o chi non è in grado di seguire il ritmo dei migliori.

E' chiaro che, perché tutto ciò avvenga, è necessario porre come elementi centrali della relazione educativa l'ascolto, il dialogo, la ricerca comune e l'utilizzo di metodologie attive e di tecniche d'animazione in grado di sviluppare le capacità critiche di porsi delle domande, di imparare a mettersi nei panni altrui, di attivare delle reti di discussione, di uscire dagli schemi, di essere creativi e divergenti" .

Linguaggi

 

E il linguaggio audiovisivo in generale e cinematografico in particolare diventano molto utili per dar corpo e vita ai progetti e per tradurre idee in concreti percorsi di avvicinamento e conoscenza delle culture dell'umanità.

L'analisi di tali linguaggi dovrebbe ruotare attorno ai seguenti nuclei‑chiave:

 

•    didattica dei decentramento dei punti di vista

•    pedagogia della decostruzione

•    convivialità delle differenze

•    antropologia della reciprocità

 

 E' importante e utile suggerire dei percorsi che, proprio a partire dai linguaggi audiovisivi, siano in grado di rispondere a molteplici esigenze e consentano di:

 

•    attivare dei percorsi di analisi e decostruzione delle immagini

•    "graffiare la superficie" e oltrepassare la cornice dello schermo

•    educare non solo a vedere, ma anche a guardare con occhi più attenti, critici, selettivi

•    analizzare i meccanismi e individuare gli artifici su cui si fonda la comunicazione massmediale

 

Percorsi attraverso i quali proporre situazioni audio‑visive finalizzate:

•    al potenziamento di abilità percettive e al decentramento percettivo

•    allo sviluppo della capacità di mettersi nei panni dell'altro, di uscire dal proprio punto dì vista per assumere quello altrui

•    allo sviluppo della capacità di guardare le cose, il mondo, da diverse angolazioni

e voi, siete stati educati alla diversità? Siete stati bullizzati o lo siete ancora perché...stupendamente diversi?


se avete bisogno del mio aiuto contattatemi tramite form


 

percorsi capaci di:

 

·         aiutare a individuare e mettere in discussione i principali stereotipi utilizzati dai media nella messa in scena dell'"altro"

·         educare all'identità, alterità, diversità

·         stimolare atteggiamenti solidali nei riguardi di ogni persona

·         sviluppare visioni multiprospettiche delle realtà prese in considerazione

·         viaggiare virtualmente intorno al mondo attraverso i popoli che lo abitano


by dr.ssa Maria Teresa Napolitano
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