Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

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Bullismo: storia di Francesca

2022-02-23 16:58:15

Una vittoria dopo 7 anni di angoscia e cattiverie

«Ricomincio daccapo e non dico niente, nessuno deve sapere», aveva giurato a se stessa Francesca. Non le andava di rivelare alla sua nuova classe che veniva da sette anni di supplizio, minacce, autostima sotto i tacchi, angherie di ogni genere. E invece c’è stato un giorno, l’anno scorso, in cui tutto è cambiato.

I nuovi compagni

Ha capito che di questi nuovi compagni di classe poteva andare fiera, che non l’avrebbero giudicata né esclusa da nessun gruppo. Così ha preso la parola e ha cominciato a raccontare, fra silenzio e occhi lucidi. È finita che si sono alzati tutti e sono andati ad abbracciarla, «il momento più bello della mia vita», dice lei. Francesca Torrini ha 18 anni e da quel giorno è come se avesse rovesciato il tavolo mandando all’aria il piano dei bulli che l’avevano tormentata, appunto, per sette anni (prima alle scuole medie poi alle superiori). Sostenuta sempre dalla sua famiglia, oggi questa ragazza timida e coraggiosa ha più di un motivo per essere felice: ha compagni di scuola amorevoli al suo quinto anno dell’Istituto Alberghiero Buontalenti di Firenze; ha dimostrato a se stessa e al mondo che vincere il bullismo è possibile e ha vinto la prima edizione del premio So.Le come Ambasciatrice di Solidarietà e Legalità. Un riconoscimento arrivato dal Comune di Firenze (dove vive con i suoi) dopo il libro Francesca, storia di una vittoria, scritto assieme a suo fratello Mattia che ha 17 anni ed «è la mia luce», per dirla con le sue parole.

Il racconto

È il racconto di giorni bui, di un isolamento difficilissimo da sostenere, di quel sentirsi perennemente fuori posto che la faceva star male. Francesca soffre di Tachicardia Sinusale Inappropriata, una malattia rara che ha bisogno di farmaci per rallentare il battito cardiaco. «Quei farmaci — ricorda lei — agivano anche sul metabolismo e mi facevano ingrassare, quindi il sovrappeso è diventato oggetto di molte cattiverie. Io non ho mai lasciato correre. Ne ho sempre parlato a casa e con le prof, questo faceva infuriare ancora di più chi già mi aveva preso di mira perché temevano sospensioni. I giorni peggiori sono stati quelli in cui ero a casa, malata, e ricevevo chiamate orribili. A un certo punto ho chiesto a una voce contraffatta: si può sapere che vuoi da me? Mi ha risposto: voglio il tuo cuore, so dove abiti, attenta che ti faccio male, ti ammazzo. Mi ha terrorizzato. Così io e mia madre siamo andati a denunciare tutto».

Le indagini

Si è scoperto con le indagini che la voce era di una compagna di classe che non le ha mai chiesto scusa. «Ma a me non importa» giura Francesca. «Io ora sto bene e non voglio pensare ai momenti brutti. Quello che conta oggi è che il mio messaggio arrivi a ragazze o ragazzi che sono com’ero io allora, che capiscano di dover reagire, di non arrendersi mai. E poi vorrei tanto far capire ai bulli che le loro azioni fanno male nel profondo, non sono piccolezze, non sono “ragazzate” come mi hanno risposto alcuni adulti a cui mi ero rivolta nel tempo». Non erano ragazzate quelle che lei ha dovuto sopportare. «Tanto tu sarai sempre sola, siamo 23 contro una», le hanno detto senza girarci troppo attorno. «Non hai ragione per essere viva» ha tenuto a farle sapere uno dei più facinorosi. La frase più gettonata era: «Oh, guardate, ecco che passa la balena». Perfino un ceffone, i libri strappati oltre a insulti e minacce. Una delle umiliazioni più grandi fu vedere un capannello, un giorno, e scoprire che tutti si accalcavano attorno a un foglio scritto al computer e appoggiato sul banco. Diceva: raccolta firme per mandare via dalla classe Francesca. «Sono rimasta pietrificata, mi faceva rabbrividire che avessero firmato tutti tranne 3». Eppure il coraggio può vincere anche partite così difficili. Ogni volta lei si bloccava «pietrificata», appunto. Ma poi diceva a se stessa quel che le hanno sempre detto i suoi genitori: «Non farti annientare, non permettere a nessuno di spegnere il tuo sorriso». E trovava la forza di farcela. Se le vittime di bullismo vogliono un esempio di rivincita Francesca, il suo libro, la sua storia, sono perfetti. E anche i bulli: Francesca è perfetta anche per loro, se volessero mai capire fino a che punto possono fare male.

Non sottovalutate mai, genitori, le cattiverie che subiscono i vostri figli, non sono ragazzate: è bullismo e come tale va denunciato.

E voi, ragazzi, non abbiate paura di parlare con chi di dovere.

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by dr.ssa Maria Teresa Napolitano
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