Elvino Miali Psicoterapeuta

Percorsi per cambiare

Come accogliere la paura per superarla

2019-10-18 06:44:04

Tra le emozioni più forti che viviamo, la paura ha una funzione importantissima perché fa in modo che possiamo metterci in sicurezza, tiene alla nostra incolumità. Cerchiamo di capirne di più in questo articolo.


La peculiarità della paura è che essa scatta sia quando abbiamo di fronte dei pericoli reali, sia quando la paura è semplicemente simbolica, per esempio la paura di essere giudicati, di parlare in pubblico oppure di vedere un film horror o un serpente all’interno di una gabbia, ben in sicurezza allo zoo.


Quando viviamo un’esperienza traumatica, anche a distanza di molto tempo l’organismo reagisce a quell’immagine e a quei ricordi come se in qualche modo li rivivesse.


L’esperienza di chi ha risolto le paure è che vedono queste immagini non vivide e vicine, come se le stessero rivivendo, ma lontane, in bianco e nero e sbiadite.


L’intuizione di Bandler e Grinder, fondatori della PNL, fu quella che riuscendo a comprendere quali fossero questi passaggi visivi che compiono le persone che risolvono spontaneamente queste paure, sarebbe possibile insegnarle ad altre.


Queste submodalità, cioè rendere il ricordo grigio, lontano, in bianco e nero, in una cornice, ecc. possono essere applicate con successo nei confronti di piccoli timori, leggendo anche una guida.


Il limite è che tu non puoi solo allontanarti dai pericoli, in qualche modo e in alcune circostanze, alcune situazioni le dovrai ri-affrontare: se hai paura di parlare in pubblico, speri che prima o poi non solo riesca ad allontanare quel pubblico ma anche di parlarci davvero e di riavvicinarti alla situazione.


Riavvicinarsi al pericolo simbolico è qualcosa che il bambino spaventato dentro di te non farà mai da solo, ha bisogno di una guida che lo conduca per mano. Nei miei gruppi di crescita personale capita che una persona, al solo pensiero di avvicinarsi ad una persona che gli ha creato parecchi problemi, rabbrividisce.


Allora io utilizzo questo escamotage: immagina che con una bacchetta magica, si realizza quello che in alcuni film si vede, cioè tutti lì che, come per incantesimo, vengono paralizzati e tu ti puoi aggirare nella scena, avvicinarti al signore che ti crea ansia e paura, tanto lui non si accorge di te, non succede nulla e io accompagno questa persona fino al limite che lui riesce a sopportare, tranquillizzarla e poi riavvicinarlo, senza forzarlo assolutamente perché sono cosciente che il bambino spaventato dentro questo mio cliente non vuol sentire ragioni ed è lui che conduce i tempi.


Quindi sicuramente possiamo affrontare la paura con il coraggio, ma quando il coraggio non basta bisogna necessariamente affidarsi a una persona esterna, come se il bambino dentro di noi avesse bisogno della mano del genitore che lo conduca in questo sgabuzzino buio in cui teme che ci sia il fantasma. Così io apro la porta insieme a lui, accendo la luce e gli faccio capire che il pericolo o non c’è o non è così spaventoso come immaginava.


Dunque non ti vergognare a chiedere aiuto se questo può salvare il resto della tua vita da paure, timori e scariche di adrenalina totalmente inutili.


Come dice il caro comico Albanese: “Il coraggio ce l’ho, è la paura che mi frega!”.

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