Helverie doresse Yamou

30 APRILE 1982, QUANDO LA MAFIA UCCISE PIO LA TORRE E ROSARIO DI SALVO

2020-04-30 14:29:03

.



Erano le nove e venti del 30 aprile 1982. Pio La Torre, all’epoca deputato e segretario regionale del PCI in Sicilia, si stava recando in auto verso la sede del partito. A guidare la Fiat 131 su cui viaggia è Rosario di Salvo, da tempo suo autista e guardia del corpo. Rosario ha una pistola nella fondina e tiene gli occhi bene aperti quando si muove con Pio La torre per le strade di Palermo. Pio La Torre non è infatti un deputato qualsiasi. È un uomo battagliero, sempre in prima linea nelle grandi battaglie della sua isola.

Nato in una famiglia di poveri contadini, La Torre combatte le sue prime battaglie in mezzo ai campi, quando organizza gli scioperi dei braccianti e le marce per l’occupazione della terra. La mafia, infastidita dal suo attivismo, gli brucia il portone di casa. Lui, per tutta risposta, lascia la famiglia e va a vivere in una sezione del PCI, una delle tante che in quegli anni contribuirà ad aprire in giro per la Sicilia. Arrestato durante una delle tante proteste che organizza, sconta 17 mesi di carcere. Ma La Torre, da sindacalista e da uomo politico, non si occupa solo delle campagne, anzi combatte la speculazione edilizia che travolge la sua città natale e che passerà alla storia come “il sacco di Palermo”.

Consigliere comunale, deputato all’assemblea siciliana e, nel 1972, eletto deputato alla Camera, è tra i primi firmatari di una proposta di legge che prevede l’istituzione del 416 bis, il reato di associazione mafiosa, e al tempo stesso la confisca dei beni alla criminalità organizzata. Relatore di minoranza della commissione antimafia, attacca duramente molti esponenti della politica locale palermitana e siciliana, accusandoli di avere rapporti diretti con Cosa Nostra.

Tornato in Sicilia, La Torre si mette in prima linea nella battaglia contro la creazione della base Nato a Comiso. Raccoglie un milione di firme, organizza marce e manifestazioni, creando di fatto uno dei movimenti per la pace più vasti del dopoguerra.

Insomma, Pio La Torre è uno che dà fastidio a molti.

Per questo quel giorno, quel venerdì, una moto di grossa cilindrata sbarra la strada alla sua Fiat 131, mentre un'altra auto le arriva alle spalle. Dai due mezzi scendono diversi killer che sparano sul deputato comunista e su Rosario Di Salvo, che riesce ad estrarre la sua pistola e a sparare qualche colpo prima di essere crivellato.

Decine di proiettili per uccidere Pio la Torre e il suo autista.

Dopo un falso comunicato di rivendicazione da parte di un sedicente gruppo terrorista, anche grazie alle ammissioni dei collaboratori di giustizia viene identificata la matrice mafiosa del delitto.

Ai funerali di Pio e Rosario partecipano più di centomila persone.

Poco tempo dopo la sua morte verrà approvata la legge che porta il suo nome e che prevede la confisca dei patrimoni mafiosi, mezzo fondamentale per combattere la criminalità organizzata.


Cannibali e Re

Cronache Ribelli