Nei confronti di una difficoltà dell’allievo mi viene istintivo cercare di appianargli gli ostacoli, incoraggiandolo a non preoccuparsi perché in ogni caso si trova la soluzione per suonare comunque i pezzi, anche in breve tempo.
Nel corso della mia esperienza di insegnamento, però, ho capito che questo atteggiamento molto spesso deriva dalla voglia di ottenere stima e fiducia dallo studente, e per porsi, quindi, come un amico che gli facilita il percorso.
Dimostrare questa forma di “protezione” nei suoi confronti, a lungo andare porterà inevitabilmente l’allievo ad intendere la musica come un qualcosa che si può facilitare all’occorrenza e questo non gli consentirà di crescere musicalmente. Il suo “adagiarsi” sulle soluzioni che evitano gli ostacoli e arrivano propizie dal suo insegnante, lo porterà ad essere superficiale e questo non è certo il nostro obiettivo di docenti professionisti.
Non solo, ma bisogna comunque tener presente che l’allievo è sottoposto anche al giudizio di altri docenti, commissari di esami, che potrebbero contestare l’esecuzione “facilitata” di qualche passaggio.
Io per esempio, Ho assistito ad una lezione di violoncello, in cui l’allievo suonava bene un intero pezzo della durata di circa 10 minuti, ma non riusciva ad eseguire correttamente alcune battute. Il problema era dato dalle difficoltà tecniche ancora non risolte, in quanto l’alunno aveva cominciato a studiare quel brano da poco tempo.
Il suo docente, visto l’avvicinarsi della data degli esami ha detto all’allievo che avrebbe potuto rallentare il pezzo in quel punto, per affrontare in modo più pacato il passaggio. Indubbiamente lo ha aiutato ad essere più tranquillo, ma si è sottoposto lui stesso al giudizio di un altro commissario di esame che ha fatto notare l’imprecisione ritmica nei passaggi più difficili.
Quindi, porsi con atteggiamento “generoso” potrebbe diventare una situazione imbarazzante perché non tutti approvano questo modo di “aiutare” gli allievi.
L’alunno deve essere abituato a studiare costantemente, partendo dai passaggi più difficili, utilizzando una metodologia particolare ed efficace. Non deve essere abituato all’idea che comunque il suo insegnante gli faciliterà il percorso, eliminando gli ostacoli, che rendono invece la realtà fortemente ridotta, schematizzata, impoverita.
Ovviamente, ci sono casi in cui è opportuno facilitare una partitura. Per esempio, se un allievo, all’inizio del suo percorso di studi, chiede al proprio insegnante di poter suonare un pezzo che gli sta molto a cuore, il docente può fare una trascrizione facilitata del pezzo. In questo caso, però, si tratta di una versione completamente semplificata e non di una riduzione di singole battute.
Dunque, ho riflettuto a lungo che il docente
Adottando questi accorgimenti, si responsabilizza l’allievo che diventa, così, parte attiva del suo processo di crescita.
Questi sono solo alcuni accorgimenti che puoi mettere in pratica, raccontandomi la tua esperienza.
Se anche tu tendi ad avere questo tipo di atteggiamento, e non riesci a trovare un approccio didattico vincente, chiamami e ti aiuto a capire come affrontare le varie situazioni.