Delia Di Pasquale

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Il tema del ricordo nella letteratura

2019-11-11 10:54:38

Il tema del ricordo è un tema ricorrente nella letteratura, anche se esso si presenta sotto aspetti diversi: come ricordo di un passato ormai lontano e sfuggente, come ricordo di figure, luoghi, eventi di carattere personale, come ricordo di un passato storico doloroso e indimenticabile.

Il tema del ricordo ha un rilievo notevole nella poetica di Leopardi, che scrive nello Zibaldone: “E pur mi giova la ricordanza e il noverar l’etade del mio dolore”. 

Nella poesia Alla luna il sentimento che prevale è l’angoscia del poeta che contempla la luna dall’alto del monte Tabor, mentre illumina la natura circostante e ricorda che anche l’anno prima in quello stesso punto l’aveva contemplata, ma nulla nel frattempo è cambiato, gli stessi sentimenti turbano la sua anima né vi è speranza che nel futuro possa mutare in piacere e felicità. È questo un idillio che presenta le immagini unite sul filo della memoria: il colle dell’Infinito, la luna che rischiara la selva nella notte, il dolore per la vita attuale, il ricordo del tempo trascorso che allevia il dolore del presente.

Nella poesia A Silvia il poeta tenta di recuperare , attraverso la memoria, il tempo della giovinezza , che è il tempo delle illusioni, in contrapposizione alla maturità , che è il momento della presa di coscienza della realtà. Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi, morta in età giovanile, diventa Silvia, simbolo della speranza. Con lei il poeta ha condiviso i sogni dell’adolescenza, e il ricordo delle illusioni passate inasprisce la sofferenza presente, che nasce dalla consapevolezza che la natura non è tesa alla felicità dell’uomo.

Come in Leopardi, anche Montale affronta il tema del ricordo e della memoria nella raccolta di poesie Le Occasioni

Nel testo “Non recidere, forbice, quel volto” il poeta identifica il tempo che, inesorabile, cancella e distrugge ogni cosa, con le forbici, alle quali chiede di risparmiare almeno l’unico ricordo rimastogli nella mente che progressivamente si svuota: il ricordo della donna amata. Inesorabilmente, però, la cima dell’albero, cadendo, trascina la cicala nel fango e allo stesso modo l’immagine amata, svanendo nell’oblio, porta con sé la speranza di una pur effimera felicità nello squallore di una vita senza ricordi. 

Nel testo “La speranza di pure rivederti” la lontananza dalla persona amata provoca nel poeta senso di solitudine e disincanto. Il tema dominante è sempre il persistere della memoria, insidiata nel tempo, attraverso oggetti e momenti che ridanno vita a momenti e figure del passato. 

In questo caso l’occasione che permette al poeta di recuperare il rapporto con la donna amata è l’apparizione sotto i portici di Modena, di un servo che trascinava due sciacalli al guinzaglio. Ciò lo riporta con il pensiero a Clizia, che amava gli animali buffi. 

Nel testo “Cigola la carrucola” Montale parte da un’esperienza comune: fa salire un secchio d’acqua da un pozzo: la luce che batte sull’acqua gli fa intravvedere per un attimo un’immagine che somiglia a qualcuno che un tempo ha conosciuto e amato, ma subito l’immagine si deforma e scompare , mentre il secchio viene di nuovo calato nel pozzo, al buio. Il tema centrale viene annunciato nell’ultimo verso: una distanza divide sempre l’uomo da quella che potrebbe essere una conoscenza più vera e che resta solo parvenza, “visione”. 

In Pascoli prevale la memoria di luoghi familiari, dell’infanzia , del “nido”: nella poesia X Agosto il dolore per la morte del padre diventa il dolore degli uomini sulla terra “atomo di male”, che viene contrapposta a una dimensione superiore in cui non c’è spazio per la violenza. 

Nella poesia “Nebbia” il poeta, nella sua invocazione alla nebbia affinché faccia da velo tra lui e il mondo, esprime la volontà di non soffrire più, di non ricordare più, ma di vedere solo le cose vicine. Anche un poeta come Ungaretti cerca talvolta nella memoria un rifugio e un po’ di conforto, anche se momentaneo. 

Nella poesia “C’era una volta” il ricordo nostalgico della poltrona di velluto verde rappresenta un istante di quiete nell’orrore della guerra. L’analogia suggerita dall’immagine del pendio verdeggiante sotto la luce lunare richiama la memoria di momenti trascorsi nella quiete confortevole di un caffè parigino, prima della guerra. Quella poltrona e quella calma silenziosa però appartengono a un passato ormai lontano e irraggiungibile, quasi sfumato in un mondo di favola.

A volte il ricordo salva il passato dalla dimenticanza e impone anche per gli altri la memoria di eventi che hanno segnato la storia dell’umanità.

È l’intento che si propone nei suoi scritti Primo Levi, insieme ad altri che hanno vissuto l’esperienza della persecuzione nazista, che ha ispirato opere letterarie in cui il ricordo assume il senso di testimonianza e, al tempo stesso di un’inappellabile condanna. Il bambino del romanzo “La tregua”, dal minuscolo avambraccio segnato con il tatuaggio di Auschwitz e morto dopo essere stato liberato dai russi, senza essere restituito alla piena dignità di essere umano, non può né deve essere dimenticato.  


Delia Di Pasquale