Il biologico è giovane: un’azienda bio su quattro è condotta da imprenditori che hanno di meno 39 anni (nel settore convenzionale la percentuale si ferma al 10%) e una su tre è al femminile.
La parola "biologica" presente in agricoltura biologica è in realtà un termine improprio: l'attività agricola, biologica o convenzionale, verte sempre su un processo di natura biologica attuato da un organismo vegetale, animale o microbico. La differenza sostanziale tra agricoltura biologica e convenzionale consiste nel livello di prodotti di sintesi chimica introdotti nell'agrosistema: nell'agricoltura convenzionale si impiega un notevole quantitativo di concimi e fitosanitari prodotti in laboratorio, quindi da processi industriali (industria chimica, estrattiva, meccanica, ecc.); al contrario, l'agricoltura biologica si fonda sul rispetto dell'agrosistema e dell'ambiente, pur essendo in parte basata sull'ausilio di fitosanitari, che al contrario però, non contengono sostanze di sintesi, ma sostanze di origine organica e naturale. È tuttavia controversa l’idea che le sostanze “naturali” abbiano un impatto sull'ambiente realmente minore. Ad esempio il rame, ammesso nella produzione biologica di uva, è da tempo considerato un inquinante, tanto che il suo uso viene sempre più ristretto dalla Comunità Europea.