Domenico Cuciniello

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Il piennolo di pomodorini del Vesuvio a Ercolano

2020-07-18 15:49:31

Il piennolo è un grappolo di tralci di pomodorini uniti con una cordicella. Questo sistema permette di conservare i pomodorini ben oltre il periodo di maturazione estivo. La morte del pomodorino del piennolo è con la pasta, gli spaghetti e sono anche condimento per pizze.

Sistema antico che rifugge la tecnologia, immortalato con i grappoli che pendono nelle rappresentazioni del presepe napoletano.

Un pomodorino balzato agli onori delle cronache con il primo riconoscimento come PAT, prodotto agroalimentare tipico, della Campania e DOP dal 2009. Nel mezzo c’è stata anche la consacrazione a Presidio Slow Food, nel 2001. 

Il riconoscimento della DOP è legato alla zona di coltivazione che è quella delle pendici del Vesuvio, anche se non tutta la produzione complessiva dell’area è tutelata.

Il semenzaio si prepara a primavera e le piantine vanno messe a dimora tra il 15 marzo e il 15 maggio. 

La formazione a capannina o i filari paralleli devono assicurare una corretta insolazione per consentire al pomodorino di diventare rosso ardente.

La natura del suolo vulcanico e la microdistribuzione dell’acqua unita all’escursione termica fanno il resto. I pomodorini del piennolo hanno una buccia spessa e note zuccherine e acide caratteristiche. Appenderli significa concentrare nel tempo queste peculiarità che li contraddistingue.

Ora siamo nel pieno del periodo di raccolta che a norma di disciplinare va dal 20 giugno al 31 agosto.

Possono, anzi, devono essere consumati freschi anche se la loro conservabilità è tale che non c’è data di scadenza prevedibile. 

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