Daniela Donada

Alle origini di un legame: un dono. (reinterpretazione di una leggenda anglosassone)

2020-04-02 18:26:32

Esiste una leggenda anglosassone che narra della Creazione degli Animali da parte di Dio e in particolare del perchè "Cane" , in inglese, è Dog...

Alle origini di un legame: un Dono. 

reinterpretazione di una leggenda anglosassone


Quando si lavora con il pubblico in un paese piccolo, capita sovente si creino opportunità e momenti di condivisione...

Così ,un giorno, un cliente -desideroso di scambiare quattro chiacchiere- volle raccontarmi una storia. 


Iniziò con "c'è una vecchia leggenda anglosassone.... parla del cane... molti anni fa mi aveva colpito..." e nel mentre diceva queste parole mi accorgevo che stava scavando nella sua memoria, cercando i tasselli di quella storia nel tentativo (vago) di riportarmela....


Nonostante la discordanza di alcune parti del racconto, ricordo che

 il significato, il Senso di quanto quello smemorato cliente voleva riportarmi, mi è arrivato forte e chiaro: mi ero Emozionata.  

Dopo anni, ho pensato di proporre una mia rivisitazione, arricchendone le sfumature e insistendo su alcuni dettagli -seppur romanzati- cercando di inserire una impronta zooantropologica. 



God (Dio) aveva quasi concluso la Sua Opera: il Creato. 


Un Paradiso terrestre, fatto di aria, acqua, terra e fuoco.

 

Aveva già messo "ogni cosa a suo posto".

Aveva dato vita al Sole e alla Luna (custodi dell'elemento fuoco) per gestire il giorno e la notte, e dal loro legame amoroso nacquero le Stagioni.  


Aveva creato le catene montuose, i deserti, gli oceani, i laghi, i boschi, le pianure

e grazie alle Stagioni ci fu un'ulteriore diversità. 


Si era poi sbizzarrito - come fan i pittori per i loro quadri-  a pensare a piante d'ogni tipo per latitudini diverse, adattate per il luogo scelto (per nutrire l'elemento terra). 


Aveva dato loro diverse possibilità di sopravvivere e riprodursi: così c'erano le succulente, le tropicali, le epifite, le acquatiche..e via dicendo. 


Aggiunse gli insetti e gli uccelli (per arricchire l'elemento aria) e gli abitanti dell'ambiente acquatico (per mantenere in equilibrio l'elemento acqua).


Era quasi completata la sua opera....ma volle mettere un pizzico di brio e aggiunse I Mammiferi.


Oramai, soddisfatto del suo operato, diede vita all'Uomo, a sua immagine e somiglianza. 

Passano le stagioni e God (Dio) osserva incantato la sua opera perfetta: il susseguirsi della “vita” e il manifestarsi in ogni sua massima espressione. Creò una parola per definire il suo operato: Equilibrio.



Nel tempo però si accorse che l'uomo si stava intristendo.

 Lo chiamò quindi a Sé e gli chiese quale fosse il suo turbamento:

cosa mai potesse mancare in così tanta perfezione?

L'uomo, rispettoso innanzi al Padre, disse: ti sono grato per ogni cosa tu hai creato e dell'opportunità che mi stai offrendo. Eppure percepisco un vuoto ... una sensazione incolmabile mi perseguita... la solitudine che provo alcune volte mi fa sentire ancor più piccolo e ingoiato nell'immensità del Paradiso Terrestre.


Dio volle quindi sentire ancora, e invitò il figliolo ad illustrare meglio i suoi sentimenti.


L'uomo quindi esortò: 

la solitudine non è sempre al mio fianco. 

E' come un'ombra di me stesso, che compare solo in alcuni momenti ma quando emerge mi trascina in un pozzo profondo. 


La sento nelle notti fredde, quando nessuna copertura è sufficiente a riscaldare il mio corpo. La sento nella foresta, quando rischio di perder l'orientamento. La sento quando non trovo da sfamarmi. La sento quando mi ferisco e non sò come fermare il sangue. Alle volte la sento quando ascolto il canto degli uccelli, il soffio del vento, il frastuono di un temporale, il calore del Sole... Ti sono grato per ogni cosa, perchè in perfetta armonia ma alle volte Io mi sento così piccolo da non bastare a me stesso. Quando Sento i lupi ululare mi domando se provino le stesse cose.... questa sensazione di "essere sperduti" nella vastità e il loro verso mi ricorda il mio pianto. 


Mi comporto da stupido : lo ammetto Padre mio. Ma è difficile spiegare a parole cosa si prova quando “si ha il mezzo, ma non ne comprendiamo l’utilizzo”.


E Dio capì.



"Figliolo, 

Ora osservando la mia Creazione e ascoltando il tuo Cuore mi sono accorto che manca un tassello per La Completezza Universale

Tu ora, mi hai aiutato a comprendere ed Io, desidero farti un Dono".


God (Dio) creò quindi un nuovo animale e lo affidò all'uomo.


"Ecco, questo è il mio dono per te. Prenditene cura".

L'uomo sbalordito disse "è un cucciolo di Lupo?"

"No, figliolo. E' una nuova specie e non ha un nome. A te il compito di darne uno".


L'uomo prese così in affido il cucciolo.

Il tempo passava, il cucciolo cresceva. L'uomo e l'animale trascorrevano le giornate insieme, così come le notti. 

Presto l'uomo si accorse che il freddo non era più da temere, accanto al suo animale. Le perlustrazioni nella foresta erano più sicure seguendo il suo compagno.   Persino recuperare il cibo era diventato più semplice.  

Quando accidentalmente si feriva, c'era chi si prendeva cura di lui e leccava la parte sanguinante fino a farla guarire.


Le giornate trascorrevano più serene per l'uomo ora che aveva un compagno.

 Passeggiavano in silenzio per ore, ma con lo sguardo si dicevano grandi cose! Ogni tanto si fermavano insieme, seduti uno a fianco dell'altro, ad ascoltare il canto degli uccelli, o il rumore delle fronde degli alberi accarezzate dal vento.....e quando i lupi ululavano, i due si guardavano: l'uomo sorrideva, l'animale lo leccava.

Dio quindi, richiamò l'uomo a Sé e gli chiese cosa ne pensasse del suo dono.

L'uomo rispose:


 Padre, da quando mi hai donato questo Amico

ho imparato moltissime cose.

 A lui son grato della collaborazione quotidiana e mi ha insegnato che "in gruppo si divide il pasto, ma che il dispendio di energie per procurarselo è minore"

Lui mi ha insegnato che il freddo non è poi così preoccupante, se c'è il calore del contatto e del respiro. 

Mi ha insegnato ad usare il mio udito e il mio olfatto per destreggiarmi sulla Terra anche se spesso- lo ammetto- è il mio animale che mi salva dal pericolo, avendo lui sensi più sviluppati.

 Mi ha insegnato a fermarmi e a contemplare ancor più la meraviglia del tuo Creato. 

Ogni tanto l’ombra della solitudine vuole riemergere, ma il mio Amico la aggredisce: la zittisce e all’ improvviso Io mi ritrovo a ridere osservandolo.

Padre, devi saperlo che da quando mi hai fatto questo Dono mi sento un Uomo Migliore. 

E allora anch'io voglio omaggiare te, 

dando a lui un “nome speciale che custodisca il Tuo stesso nome” per ringraziarti della fiducia che mi hai riposto. 


Nacque così Dog,  .... Dono prezioso di God al proprio figliolo.. 



...ecco qui l'originale

God created the world 

When God had made the earth and sky,
The flowers and the trees.
He then made all the animals,
The fish, the birds and bees.
And when at last He'd finished,
Not one was quite the same.
He said, "I'll walk this world of mine,
And give each one a name."
And so He traveled far and wide
And everywhere He went,
A little creature followed Him
Until its strength was spent.
When all were named upon the earth
And in the sky and sea,
The little creature said, "Dear Lord,
There's not one left for me."
Kindly the Father said to him,
"I've left you to the end.
've turned my own name back to front
And called you dog, my friend."

Author Unknown

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