Cucina Relazionale

Accendi il tuo Cuoco Interiore!

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Gallina vecchia fa buon brodo? Ma perché?

2020-09-29 06:44:34

Con i nostri Corsi di Cucina Relazionale lo scoprirete da voi!

Noi vi parleremo del mondo vegetale, ma poi voi applicherete le informazioni ricevute in base alle VOSTRE esigenze.

Soltanto, assieme, impareremo ad osservare.

E a capire cosa “vogliono“ da noi gli ingredienti.

In foto, galline giovani.

Dalla terra nacquero le erbe, dalle erbe del cibo, dal cibo il seme, dal seme l'uomo.
L'uomo è dunque l'essenza del cibo.
Dal cibo sono prodotte tutte le creature, con il cibo esse crescono.
Il sé consiste di cibo, di respiro, di anima, di comprensione, di beatitudine.
(Taittiriya Upanishad, 2.1.2)


La Cucina Relazionale

In genere, quando parliamo di cucina e di trasformazione degli alimenti, mettiamo in evidenza le trasformazioni chimiche e fisiche che le sostanze e gli ingredienti subiscono e, dal punto di vista alimentare, le componenti nutrizionali: carboidrati, lipidi, proteine e micronutrienti.
Questo è certamente un aspetto importante da considerare, ma non è l’unico!

Il cibo è il veicolo della nostra relazione con il mondo!
Attraverso il cibo, che è mondo organico “per noi”, costruiamo il mondo organico “in noi”. Grazie al cibo entriamo nella vita e alimentiamo vita. Quello che in una visione strettamente materialistica è spesso messo sotto traccia, ma che invece viene posto in chiara evidenza dalle antiche scuole di dietetica, è che il cibo ci mette in relazione, in “comunione”. Attraverso il cibo e la sua trasformazione, che divide il mondo dell’uomo da quello animale, noi agiamo e segniamo la nostra presenza.

La prima forma di Relazione è quella con gli ingredienti!

Da quello che abbiamo appreso nelle nostre sperimentazioni il sistema di Relazioni che possiamo mettere in evidenza è divisibile in tre grandi gruppi: con le cose, con gli altri Esseri, e con noi stessi.
Parliamo in questo articolo della prima relazione, quella tra noi e gli ingredienti
Ingredienti che possiamo esplorare, conoscere, apprezzare, distinguere nella loro intima essenza, quasi facendoci suggerire da essi stessi come possono essere valorizzati, prendendocene cura.
Se noi non potessimo entrare in relazione con le “cose” in modo intuitivo, poetico, attraverso una conoscenza che non è quella di un arido calcolatore, non potremmo neppure “pensarle” e immaginarle in una ricetta. Se noi stessi non fossimo costruiti della stessa sostanza di pensiero e immaginazione non potremmo averle disponibili. A livello intuitivo questo porta a mettere in relazione il nostro mondo interiore con gli ingredienti non per le loro caratteristiche "tecniche", ma per la loro intima essenza: da questa intuizione derivano espressioni come “Buono come il pane” o “Spirito di patata”. I cibi diventano leggibili per come possiamo intuire la relazione con loro, per la legge stessa di cui siamo formati anche noi. Relazione che si struttura in forme che possono essere osservate: colore, consistenza, stato dell'essere (giovane, vecchio), forma, forma della manifestazione (radice, foglia, fiore, frutto e seme), elemento prevalente e qualità intrinseca (freddo, caldo, umido, secco, ...)
Per questo... gallina vecchia fa buon brodo!!
Perché la carne che invecchia tende ad essere secca, asciutta. E tutto ciò che è secco e asciutto chiede, per essere equilibrato, l'apporto di liquido! 
Tutto, nella nostra azione in cucina, deve portare a rompere e poi ricreare un "equilibrio".
Non si tratta ovviamente di trascurare la dimensione materiale del cibo, ma di cercare di cogliere l’intima essenza del nostro essere materia, di cui siamo costituiti sia noi che il cibo, fondandosi sulla sua poesia, sulla vita interiore che la anima: perché la scienza vede quello che è visibile ma l’essenziale, come diceva il “Piccolo Principe” di Antoine de Saint Exupery, è invisibile agli occhi.
Ma per vedere veramente ci serve il cuore!
Noi proviamo a usare quello, nel nostri corsi di cucina, molto più che non la bilancia!

Marco Boscarato