Benedetto Neroni

Business & Finanza

Educazione finanziaria: il regime fiscale degli investimenti, seconda parte

2019-05-27 14:04:11

Nella prima parte di questo articolo ho illustrato, in modo sintetico ma completo, quali sono le aliquote da applicare alle plusvalenze generate dagli investimenti in azioni ed obbligazioni. Vediamo invece adesso quale è il regime fiscale che si applica alle plusvalenze derivanti dai CFD...

Cosa sono i CFD

I CFD o Contract for Difference sono uno strumento molto amato nel trading e sono sempre di più gli investitori che ne fanno un uso quotidiano.
Scegliendo i CFD si investe in uno strumento finanziario il cui prezzo dipende dal sottostante, ovvero un altro strumento - come le azioni, cambi forex, indici, materie prime - evitando la burocrazia e aprendo posizioni più velocemente.

I CFD o Contract for Difference (letteralmente “contratti per differenza”) sono degli strumenti derivati che vengono utilizzati per scambiare altri prodotti finanziari, senza possederli realmente. In breve, comprare delle azioni potrebbe essere difficile a causa del loro prezzo elevato, per la possibile indisponibilità o per gli adempimenti burocratici.

È qui che si inseriscono i CFD: grazie ad essi ogni trader può stipulare contratti di acquisto o di vendita con proprio broker o intermediario, nel momento e nei modi che più gli vanno a genio. Va tenuto a mente che con i CFD il trader non possiede realmente l’asset finanziario scelto, ma è in possesso di un contratto con il broker che replica esattamente la quotazione del prodotto di riferimento.

In breve, questi strumenti si definiscono Contract for Difference perché lo strumento negoziato (azione, indice etc.) sarà scambiato secondo le reali condizioni di mercato e il guadagno (o la perdita) rispecchierà esattamente la differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita del prodotto finanziario, esattamente come avviene in Borsa.

I CFD presentano dei vantaggi considerevoli che spiegano come mai questo strumento abbia tanto successo tra i trader e si stia diffondendo con un trend crescente:

  •  consentono di massimizzare il potere d’acquisto iniziale pagando soltanto una piccola percentuale, grazie alla leva finanziaria che permette di negoziare prodotti costosi con piccole somme;
  •  permettono di generare profitto sia quando il mercato è in rialzo, sia quando è in calo, dal momento che è possibile operare sia long (buy) che short (sell);
  •  è possibile scambiare CFD sulle azioni nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Europa;
  •  è possibile scambiare CFD sulle azioni, sugli indici azionari, sulle valute, sulle commodities e su molto altro ancora

La tassazione sui CFD: la Tobin Tax

Piccola ma indispensabile premessa: i CFD rientrano nella macroctegoria dei DERIVANTI (altri esempi di derivati sono i WARRANT)  e proprio per questo motivo, ad essi si applica la Tobin Tax. La Tobin tax sui derivati è la tassa sulle transazioni finanziarie aventi per oggetto gli strumenti finanziari derivati partirà in Italia a partire dal 1° settembre 2013.

Dopo il lancio della Tobin tax sulle azioni italiane, ecco dunque anche la tassa sui derivati che comunque prevede l’applicazione di un’aliquota fiscale poco significativa per i prodotti che hanno come sottostante le azioni e gli indici italiani. La Tobin tax non sarà applicata, invece, su valute, commodity e tassi di interesse.

La Tobin tax sui derivati colpirà duramente i cosiddetti contract for difference (CFD), legati alle azioni o agli indici italiani tradati nell’intraday. Sui CFD che hanno come sottostante indici esteri (ad esempio il Dax o l’Eurostoxx), la Tobin tax non è prevista per il trading intraday. Bisogna ricordare che la tassa sarà applicata su qualsiasi tipo di operazione effettuata sui derivati, sia in ottica intraday che multiday (ovvero portando overnight la propria posizione).

C’è quindi una differenza rispetto alla Tobin tax sulle azioni italiane, che riguarda solo l’operatività multiday.

A pagare la tassa saranno sia il compratore che il venditore del contratto (per le azioni a pagare è solo chi compra il contratto). Andiamo ora a vedere i dettagli relativi alla Tobin tax sui derivati. La tassa su un lotto del principale indice di Piazza Affari, ovvero il Ftse Mib, costerà 0,15 euro.

Per i certificates, opzioni e covered warrant, la Tobin tax si applicherà sul valore della transazione, ovvero quanto pagati per il contratto derivato. Per quanto riguarda i CFD sulle azioni italiane, ogni singola transazione costerà:

  • 5 euro (se il valore dell’operazione è compreso tra 10mila e 50mila euro);
  • 10 euro (se il valore dell’operazione è compreso tra 50mila e 100mila euro).
  • Per le transazioni con valore inferiore a 10mila euro si pagheranno cifre davvero irrisorie. La Tobin tax non si pagherà sulle azioni e gli indici esteri.

 Il Decreto Legge 66 del 2014 entrato in vigore dal 1 luglio 2014 ha cambiato la tassazione sulle rendite finanziarie in Italia introducendo un inasprimento delle aliquote. Tranne alcune eccezioni, le tasse sugli strumenti finanziari in Italia hanno tutte registrato un aumento.

Essendo i derivati un particolare strumento finanziario anche le tasse che si pagano su di loro sono state oggetto di revisione. Prima di scendere nel dettaglio definendo quello che è l’ammontare dell’aliquota è bene precisare che sotto la fattispecie dei derivati rientrano una pluralità di strumenti finanziari. Sono considerati derivati: le opzioni, gli swap, i future, i certificates e i CFD.

In tutti questi casi l’aliquota applicata è del 26%. Questo è il livello della tassazione anche per quello che riguarda il CFD Trading. A questo punto il quadro è completo o - per essere più corretti - è completo il quadro sul regime fiscale applicabile agli investimenti in strumenti finanziari tradizionali. Già, ma per quanto riguarda i Bitcoin e le criptovalute si staranno chiedendo molti di voi? In questo caso la situazione è molto più complessa e a tratti confusa: cercheremo comunque di fare chiarezza nel prossimo articolo