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Sei davvero tu il Capo Branco?

2019-08-03 06:01:24

“Fai attenzione perché se fai dormire il cane sul letto penserà di essere il capo e non devi permetterglielo!” Vivere con il cane è una continua competizione! Ma è davvero così? C’è davvero così bisogno di rivendicare la propria posizione ogni giorno?

“Se hai un cane in casa devi assicurare un ordine gerarchico in cui tu sei il capo”


“Il cane vede mio marito come il capobranco, mentre a me no è per questo che non mi ascolta”


Nel linguaggio canino esiste il comportamento della marcatura e cioè urinare e defecare su superfici verticali e più in alto possibile lasciare la propria firma, il proprio segno e in alcuni casi dire che quella zona è controllata o perlustrata e addirittura di proprietà.

Solitamente un cane sicuro di sé che entra in uno spazio, marcherà alcune volte per poi dedicarsi a fare altro, annusare, interagire….

Un cane che occupa uno spazio e inizia a marcare ripetutamente e continuamente in ogni angolo e su ogni superficie che incontra non viene definito sicuro, ma al contrario insicuro. Un individuo che ha infatti bisogno di ribadire continuamente chi è, da dove viene, quanto è grosso, quanto è forte non è certo un cane sicuro di sé o comunque forte.

Allo stesso modo noi con i nostri cani. Se stiamo attenti che il cane esca dalla porta dopo di noi, che mangi dopo di noi, che non salga sul divano, che non salga sul letto, che non stia davanti a noi quando andiamo al guinzaglio, che faccia solo le cose che diciamo noi e così via domandiamoci, che tipo di rapporto ho con il cane? E soprattutto che tipo di rapporto penso che lui abbia con me?


Abbiamo davvero bisogno di ribadire che siamo noi il capo? Ma poi a che scopo?

I cani sanno benissimo che noi non siamo cani, siamo noi che a volte ci dimentichiamo che siamo di fronte a esseri di un’altra specie e non a umani. Le regole sociali dei cani non sono uguali alle nostre, le loro priorità non sono uguali alle nostre.

Se insegniamo al cane a mangiare dopo di noi, a uscire dopo di noi dalle porte, a non andare avanti a noi quando siamo al guinzaglio in realtà il cane capirà solo che in determinate circostanze funziona così, non che noi siamo il capobranco.

Se controlliamo il cane e non gli permettiamo niente, o pochissimo, niente divano, divieto di accesso in alcune stanze, guinzaglio cortissimo, sempre sotto comando, gli ordiniamo le cose invece che dirgliele e così via contribuiremo solo a rendere il cane inibito e chiuso, senza un opinione personale e senza libertà, non gli comunicheremo che siamo il capobranco.


Il vero capobranco, se esiste, deriva dalla concezione di branco e gruppo sociale che c’è tra i lupi. Ma i cani non sono più lupi da circa 33.000 anni.

In 33.000 anni il cane si è evoluto, è cambiato ed è diventato esattamente come lo conosciamo noi oggi. In tutti queste migliaia di anni il cane non è più stato in branco, con i suoi simili, mantenendo le organizzazioni sociali dei lupi, ma è stato a diretto contatto con l’uomo costruendo una relazione con lui e cambiando moltissimo e come già detto il cane sa benissimo che davanti ha un uomo e non un cane.


Dulcis in fundo la teoria secondo cui nei branchi di lupi esista un capobranco così come lo intendiamo noi è fallita grazie a numerosi studi di Etologia tra cui gli studi di David Mech condotti su branchi di lupi in libertà.

Secondo Mech i branchi di lupi hanno un organizzazione molto precisa dove ogni lupo ha un ruolo, ma che assomiglia molto di più ad una famiglia dove viene identificato una coppia leader o riproduttrice. Non ci sarebbero continui scontri di potere, ma al contrario ci sarebbe unità di branco e organizzazione.


Il leader non è un capo che si impone, ma è un individuo che rappresenta il riferimento. Il vero leader è un capo al quale affidarsi e di cui avere fiducia.


Chiediamoci allora se desideriamo avere il controllo del nostro cane, o una relazione fatta di scelte e comunicazione. Chiediamoci come vediamo il nostro cane e come lui vede noi. Chiediamoci se davvero abbiamo bisogno di dare continui comandi al nostro cane per sentirci più sicuri, o desideriamo che il cane si senta più sicuro grazie alla fiducia che ripone in noi.