Cristina Barattoni

Lo shiatsu sta... in orecchio!

2020-01-14 10:22:54

L’auricologia arricchisce enormemente le potenzialità di valutazione energetica di un operatore shiatsu e olistico in genere: conoscere il codice del padiglione auricolare dà una marcia in più.

Lo shiatsu sta... in orecchio!


Apprezzo e sono grata alla Medicina Cinese per molti motivi, fra i tanti perché fornisce molti parametri per la valutazione energetica della persona che viene a ricevere un trattamento shiatsu. L'auricologia è uno di questi.

Anche il Maestro Masunaga ci ha dato preziose indicazioni per ‘sentire’ la pancia (hara) del ricevente e comprendere qualcosa oltre le parole che ascoltiamo al momento dell’accoglienza, in termini della sensazione energetica che organi e visceri esprimono al momento della palpazione.

Quando ho incontrato l’auricologia alla Scuola Tao a Bologna, si è inaspettatamente aperto un mondo vastissimo che nessuno mai mi aveva fatto immaginare, ha portato un valore aggiunto importante alla valutazione energetica del mio cliente.

Ho compreso che, grazie al padiglione auricolare, posso intuire molte caratteristiche della persona che mi sta davanti: fra le tante, se è maggiormente ligia al dovere o nella sua vita hanno una parte importante anche i ‘voglio’...

se è disposta all’ascolto che passa dal cuore e aperta a una visione che sposta la responsabilità della guarigione dal terapista alla persona stessa....

se questa sua disponibilità si è modificata a fine trattamento, in termini di apertura all’ascolto, oppure chiusura.

Conoscevo e praticavo dapprima l’auricoloterapia e l’ho sempre trovata un ottimo complemento al trattamento shiatsu; la utilizzavo però nella modalità ‘meccanica’ che mi era stata insegnata: a un punto corrisponde un riflesso di un organo, viscere o altro e utilizzavo con soddisfazione i protocolli che mi parevano un pochino asettici in quanto non ‘personalizzabili’ (a meno che non volessi ‘creare’!).

L’auricoloterapia che conoscevo però ignora, ad esempio, che il seme di vacaria non è l’unica possibilità oltre al magnetino, che si può massaggiare il padiglione con olii essenziali oppure fiori di Bach, che è possibile utilizzare la penna a luce cromatica o quella a impulso elettrico per stimolare in modalità differenti il padiglione auricolare.

Ignoravo inoltre che a seconda del terreno dell’orecchio potessi capire quale trattamento possa essere meglio accolto e quindi più efficace e, a seconda di questo, che durata di efficacia aspettarmi.

Ho compreso che l’auricologia consiste nell’osservare con attenzione i padiglioni auricolari, confrontarli fra loro e confrontarli nel tempo e imparare a leggere i segni, cosiddetti punti attivi, che portano; attribuire un terreno, o loggia, ai padiglioni e di conseguenza definire il trattamento ottimale e ipotizzare ogni quanto ripeterlo.

Ci si sente un po’ come Champollion, quando riesce a utilizzare la stele di Rosetta: un pioniere che approccia un linguaggio sconosciuto e piano piano inizia a comprenderne il significato, poi con la pratica riesce a generalizzare entrando in sintonia con nuovi padiglioni auricolari e soprattutto.... con le persone che li portano!

Questo nuovo paradigma, che ha portato un ampliamento del mio orizzonte di valutazione energetica, mi ha aiutata molto nei miei trattamenti. Ora so che l’auricologia mi può permettere di comprendere meglio le dinamiche energetiche della persona che ho di fronte, e posso scegliere anche di effettuare ‘solamente’ un trattamento al padiglione auricolare, ben conscia della portata di ciò che sto facendo.

È stupefacente osservare quanto l’orecchio sia dinamico e reagisca alle stimolazioni, non solo dirette, ma anche indirette: a fine di un trattamento shiatsu si è modificato ed indica eventuali nuove strade da percorrere che si vanno ad aggiungere a quello che percepisco sotto le dita, mi permette di personalizzare ‘in corsa’ il trattamento stesso.


 Quello che inizialmente consideravo come una perdita di tempo, il fare fotografie ai padiglioni auricolari prima e dopo lo shiatsu, si è rivelato un prezioso alleato di studio e osservazione per rendere il successivo trattamento ancora più personalizzato e adatto alla persona per il momento che sta attraversando.

Infine, l’essere entrata in un gruppo di studio in cui ci si scambia opinioni e pareri e, attraverso la pratica di tutti, si creano nuovi schemi di comprensione delle evidenze che ‘leggiamo’ sui padiglioni auricolari, mi aiuta ad arricchire le mie conoscenze e a mantenere sempre viva la curiosità.

Il fatto che i miei clienti ora mi chiedano sempre più spesso ‘non mi guardi le orecchie oggi?’ mi fa pensare che le soddisfazioni che sto traendo io dall’auricologia, siano anche soddisfazioni da parte delle persone che incontro sulla mia strada di operatore olistico.



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