Cristian Zecca

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LE BELLEZZE DEL SALENTO 🌞🌊🌬LEVERANO 🏰MASSERIA SAMALI - AZIENDA AGRICOLA CASTRIOTA - SCANDERBEG 🏚🧱🏡 (XVIII secolo)

2019-07-27 16:37:51

L’azienda agricola Castriota Scanderbeg si compone della tenuta Samali, situata nei feudi di Copertino, Leverano e Nardò (Lecce), proprietà di famiglia fin dagli inizi del 1600, e dei fondi Macchie e Brancaccia nel comune di Ruffano (Lecce).

Generalità

L’azienda agricola Castriota Scanderbeg si compone della tenuta Samali, situata nei feudi di Copertino, Leverano e Nardò (Lecce), proprietà di famiglia fin dagli inizi del 1600, e dei fondi Macchie e Brancaccia nel comune di Ruffano (Lecce).

In posizione centrale all’interno della tenuta Samali sorge l’ antica masseria, dalle cui terrazze  è possibile scorgere il mare cristallino di S. Isidoro e di Porto Cesareo, distante appena 5 Km; attualmente l’immobile è oggetto di un intervento di recupero, realizzato nel rispetto assoluto delle suggestive caratteristiche originarie ed in funzione della sua destinazione a struttura recettiva di lusso.

Un innovativo impianto di melograno delle varietà Wonderful one e Akko, che per estensione e modernità delle tecniche colturali è uno dei più importanti dell'intero panorama nazionale, è in piena produzione, con quantitativi attesi per la campagna di raccolta 2016 pari a circa 2500 quintali.

Con i suoi 50 ettari di oliveti secolari delle varietà Cellina di Nardò, Ogliarola di Lecce e Leccino coltivati in regime biologico, l’Azienda garantisce inoltre la produzione di un eccellente olio di oliva extravergine biologico e di olive da mensa ideali per la conservazione in salamoia. 

Altre parti della superficie aziendali sono destinate alla coltivazione di vari tipi di frutta e di verdura, sia in forma di coltura protetta che a pieno campo, nonché di grano e frumento funzionali alla rotazione dei terreni.

Storia

La famiglia Castriota Scanderbeg è di antichissima origine e nobiltà. Fu resa illustre da Giorgio (1405-1468), celebre principe degli Albanesi e condottiero invitto nella lotta contro i Turchi, fedele alleato della corona aragonese e del Papa che lo definì “Athleta Christi” e ” Defensor Fidei” per la sua strenua difesa della civiltà cristiana.

Alla morte di Giorgio, la vedova Andronica Arianiti Comneno trovò riparo in Italia presso la corte del re di Napoli, mentre il giovane figlio Giovanni fu infeudato delle terre di S.Giovanni Rotondo e Monte S. Angelo in Capitanata, poi permutate con il ducato di S. Pietro in Galatina e la contea di Soleto, in provincia di Lecce.

Unica erede diretta tuttora fiorente della Casa imperiale dei Paleologo di Bisanzio e della Casa reale dei Brankovic di Serbia in virtù del matrimonio di Giovanni, figlio di Scanderbeg, con Irene Brankovic Paleologo, la famiglia Castriota Scanderbeg fu ascritta al patriziato veneto con diploma del 1463 di Cristoforo Moro Doge di Venezia, alla nobilta’ napoletana e al patriziato di Lecce, e vestì l’abito di Malta nel1561. Ha dato questa famiglia illustri uomini d’armi ed ecclesiastici di alto rango, ed ha posseduto moltissimi feudi e casali, imparentando con le più illustri famiglie del tempo, tra cui Acquaviva d’ Aragona, Sanseverino di Bisignano, Gonzaga e Carafa.

Un ramo familiare ha governato la citta’ di Copertino con il titolo di conte, facendovi edificare, su una preesistente fortificazione angioina, il maestoso castello a pianta quadrangolare, costruzione fra le più ragguardevoli del Regno per mole ed eleganza del disegno, concepita e realizzata dal genio architettonico dello stesso feudatario Alfonso Castriota negli anni compresi fra il 1535 e il 1540.

Altro importante legame della famiglia Castriota con la terra di Copertino è costituito, appunto, dalla masseria Samali, rimasta in proprietà della famiglia per ben 400 anni, e ciò anche in virtù di un fedecommesso istituito nel 1629 da Donna Antonia Verdesca, vedova di Don Costantino Castriota Scanderbeg, che vincolava gli eredi a non “vendere, donare, permutare o in altro qualsivoglia modo alienare et in alius transferre la sua portione et parte d’heredità lasciando che possa disporre della legittima tantum, perché la volontà sua è che li beni siano delli figli nascituri delli detti suoi figli et heredi de legitimo corpore, in perpetuum…”.