Cristian Zecca

Founder Starter

Instagram prepara Threads, l’app che ci seguirà sempre (e sfida e copia ancora Snapchat)

2019-08-27 16:47:08

Nuova mossa di Mark Zuckerberg per catturare attenzione e tempo dei giovanissimi. Per ora il progetto è in fase di test interno all’azienda

Il cantiere di Facebook è sempre aperto. E si lavora ai soliti progetti: le fissazioni o le spine nel fianco di Mark Zuckerberg e del suo modello di business in fieri. Due, in particolare: la prima è quella di un News feed separato per le notizie su Facebook, con contenuti concessi in licenza (pagata) dagli editori e selezionati sia da un algoritmo sia da una  squadra di giornalisti  assunti da Menlo Park, che si occuperà delle cosiddette top news. Verrà testato a fine ottobre negli Stati Uniti. 


La seconda rappresenta l’ennesimo tentativo di sviluppare internamente un’applicazione che incontri il favore dei giovanissimi. Per ora, la testa d’ariete di Zuckerberg per entrare negli smartphone degli adolescenti è Instagram, acquistata nel 2012 e poi usata per arginare la crescita di Snapchat, a cui ha copiato il formato delle Storie. La strategia ha funzionato per quello che riguarda il numero dei partecipanti, più di 500 milioni al giorno contro 203 milioni, e per popolarità fra i teen; ma Snapchat continua a infastidire con la sua capacità di trattenere gli utenti al suo interno per più tempo (eMarketer ha una tabella molto chiara, seppur riferita ai maggiorenni). Negli anni successivi Zuck ci ha riprovato,  con To be honest , ad esempio, acquistata nel 2018 e chiusa dopo pochi mesi. Prova dell’ossessione per l’affezione dei ragazzini, comprensibile dal punto di vista degli sviluppi futuri dell’azienda, è stata anche Facebook Research, iconcina tramite la quale  venivano offerti  20 dollari al mese ai 13-17enni per concedere informazioni sulla loro navigazione. Adesso, secondo quanto  anticipato da Casey Newton su The Verge , in lavorazione c’è Threads. 


Cosa sappiamo? Dovrebbe, innanzitutto, essere una costola di Instragram, come lo è stata l’abortita Direct. Servirà per dialogare con i contatti inseriti nella lista «Amici più stretti» sull’app di foto. Al momento, quando indichiamo come tale uno o più profili possiamo inviare solo a lui o a loro le nostre Storie di Instagram. Con Threads, avremo a disposizione un’app separata per contattarli in privato, inviare loro foto e video modificabili con i filtri e che, soprattutto, li aggiornerà sulla nostra posizione o sulla percentuale della nostra batteria (ebbene sì, su Snapchat si condivide di continuo la percentuale residua). Una sorta di Whatsapp per i patiti di Instagram, che ha nell’aggiornamento automatico dello stato la funzione più innovativa nel probabile tentativo di ovviare alla crescente abitudine di usare i social quasi esclusivamente per guardare cosa fanno gli altri. Newton nel suo articolo sottolinea due cose importanti: sarà l’utente a dire a Threads di condividere automaticamente la sua posizione (opt-in quindi, e non opt-out che prevede che avvenga senza che il diretto interessato lo abbia chiesto in modo esplicito e pretendendo che sia lui a intervenire a posteriori per disabilitare la condivisione). E il monitoraggio della posizione non sarà costante. Gli «amici più stretti» non ci vedranno su una mappa come se fossimo fattorini di Deliveroo, ma sapranno in qualche modo che ci stiamo muovendo (citofonare SnapMap di Snapchat per capire come è germogliata l’idea). 


Funzionerà? Per ora non si sa quando e in che forma arriverà sui nostri smartphone. Quando accadrà si inserirà nella più ampia e  stra-annunciata  strategia di Zuckerberg di puntare sulla messaggistica istantanea creando un’unica famiglia di app in grado di dialogare tra loro. Strategia che, ormai è chiaro, ha poco a che fare con la privacy in senso stretto: Facebook, ovviamente, non vuole farci condividere meno informazioni e dati ma vuole metterci in condizione di continuare a esprimerci e di farlo in modo sempre più consapevole, rapido e con una cerchia di persone selezionata, e non nelle bacheche pubbliche dove poi lui ha l’onere di intervenire sul materiale violento o inadeguato. Nella mappa di prodotti di Menlo Park, Threads sembra stare a Instagram come Messenger sta a Facebook e, come detto, fa pensare una versione più moderna e rapida di Whatsapp. Nei prossimi mesi ne sapremo di più. L’unificazione delle iconcine — che avviene sotto la supervisione di Fidji Simo, capa delle applicazioni di Menlo Park dallo scorso marzo al posto dell’ex  braccio destro di Zuck Chris Cox  (a cui l’abbandono delle bacheche pubbliche proprio non andava giù) — è tra l’altro proprio al punto di ricostruzione della finestra di dialogo di Instagram basandosi sull’esperienza tecnologica di Messenger. Lavorandoci è nata Threads? Vedremo.

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